Sinergie

Elemaster Group: ecco come aziende e startup possono collaborare

L’impresa manifatturiera lombarda accelera nuove realtà imprenditoriali. Un modello industriale innovativo in cui “noi forniamo assistenza e supporto nel confronto con il mercato estero, loro esclusività del prodotto e partnership industriale a lungo termine” dice Giovanni Cogliati, sales manager dell’azienda

Pubblicato il 27 Apr 2015

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Un momento del workshop “Un modello di Open Innovation per l’industria manifatturiera italiana” promosso da Italia Startup

Creare una sinergia tra industria manifatturiera e startup si può. Meglio se, per farlo, si segue la via del «creare e vivere muovendosi nel futuro». Non un semplice slogan, ma un vero e proprio modus operandi alla base della mission di Elemaster Group, azienda manifatturiera lombarda attiva nell’automazione e nell’elettronica. Il workshop dal titolo “Un modello di Open Innovation per l’industria manifatturiera italiana” promosso da Italia Startup, tenutosi lo scorso 24 aprile presso la sede di Lomagna (LC), è stato l’occasione per mettere in mostra il modello industriale innovativo che scaturisce dalla collaborazione tra l’industria consolidata e le realtà innovative italiane.

«Il nostro scopo è quello di creare il cuore tecnologico del prodotto — racconta Giovanni Cogliati sales manager di Elemaster Group. Abbiamo deciso di accelerare alcune startup, e diventare loro partner, nella speranza che esse possano tradurre un’idea in prodotto». Affinché tutto ciò si realizzi è necessario un percorso congiunto volto a sviluppare più che altro il profilo operativo del progetto, passando dalla fase iniziale di prototipazione a quella finale del prodotto vendibile sul mercato. «Non forniamo un supporto di tipo equity — ci tiene a sottolineare Cogliati — ma ci concentriamo sul raggio operativo. Una volta individuati i requisiti del prodotto, sviluppiamo l’hardware e il software. Oltre ad un’assistenza post vendita, supportiamo le startup nel confronto con il mercato estero. Essendo quest’ultimo estremamente più grande di quello italiano, grazie alle nostre competenze offriamo visibilità su scenari internazionali che le startup, principalemente per mancanza di risorse, non sono in grado di raggiungere».

Elemaster è una realtà che ha scelto di puntare sull’open innovation. Ma come si fa innovazione aperta? Ecco una piattaforma che aiuta a conoscerla meglio

Più in sintesi alle aziende innovative vengono offerti: l’affiancamento di un corporate key account (per conoscere al meglio il mercato in cui muoversi); un investimento a fondo perduto pari al 10% dei costi di industrializzazione; attività di mentorship realizzata da oltre quaranta ingegneri specializzati; eventuale anticipo del 25% sui costi di industrializzazione (con possibilità di pagamento rateizzato fino a 12 mesi). Ovviamente le startup devono rendere qualcosa all’azienda: nello specifico dovranno garantire l’esclusività della produzione attraverso modi e tempi da concordare, oltre a una partnership industriale a lungo termine.

Durante il workshop sono stati poi presentati due casi di successo di startup accelerate da Elemaster Group. Si tratta di realtà innovative, con un profilo compatibile con quello aziendale, che nello specifico operano nel settore biomedicale e aerospaziale.

InSono è una startup che realizza dispositivi biomedicali e dispositivi di misura e processo in ambito industriale. In Elemaster realizza Easyvein un visore che localizza in tempo reale i vasi venosi di un paziente. Attraverso un meccanismo di realtà aumentata aiuta i professionisti in campo medico a rilevare ciò che ad occhio nudo non è possibile rintracciare (ad esempio quando si ha a che fare con pazienti obesi, neonati o con pelli particolarmente scure), facilitando le fasi operative. L’incotro con Elemaster ha permesso a questa startup di creare prototipi e sviluppare una produzione di tipo industriale,

Altro caso di successo è quello di D-Orbit startup che realizza dispositivi da installare sui satelliti prima del lancio e permettere loro il rientro nell’atmosfera una volta terminata la missione. Partendo dalla condizione secondo cui il 70% dei satelliti rimangono nello spazio anche dopo il loro utilizzo, D-Orbit si prefigge di arrestare l’aumento della concentrazione di oggetti che ruotano nello spazio, all’insegna di un futuro sostenibile per l’industria spaziale.

È partendo dalla collaborazione con queste realtà che Elemaster Group punta a realizzare un modello di successo — e perché no replicabile aggiungeremmo noi — ma anche a creare i presupposti per un mercato del futuro.

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