“Quando incontreremo Tim Cook il 21 marzo a San Francisco certamente non sarà solo per vedere i nuovi prodotti di Apple, ce l’ha fatto capire chiaramente. È probabile che si parlerà di una collaborazione”: lo dice a EconomyUp Daniel Amroch, co-fondatore insieme a Danny Nasato e Andrea Rocco di Easyfeel, startup innovativa nata a Milano che fornisce operatori per le pulizie on demand a utenti e imprese.
Il riferimento è alla notizia apparsa sui media in queste ore: il 21 marzo Apple presenterà al mondo i suoi nuovi prodotti, tra cui un iPhone più piccolo rispetto ai modelli attuali, e in quell’occasione ci saranno anche i ragazzi di Easyfeel, invitati dal stesso Ceo Tim Cook.
Com’è stato possibile per una startup italiana attirare l’attenzione di uno degli uomini più potenti della terra in campo digitale? “Io e Danny siamo studenti di management all’Università Bocconi – spiega Amroch – e Cook era stato in visita in Bocconi a novembre scorso. Gli siamo stati presentati durante una conferenza stampa, lui ci ha ascoltato e in seguito ci ha fatto contattare dall’ufficio stampa di Apple per invitarci a Cupertino. Di sicuro – prosegue lo startupper – non ci ha convocato solo per mostrarci i nuovi prodotti di dell’azienda. Di lui posso dire che è semplicemente un genio, ragiona in base a standard assolutamente fuori dal comune e ha un buon occhio, dal momento che ci ha notato”.
Evidentemente a Cook è piaciuta l’idea di Easyfeel, una sorta di “fratello minore” di Helpling, piattaforma per la ricerca e la prenotazione online di addetti alle pulizie nata in Germania e presente da un anno anche in Italia. “In realtà siamo partiti più o meno quando è partito Helpling, che oggi è il nostro principale competitor, ma avevamo inevitabilmente una minore potenza di fuoco” dice il co-founder. L’idea è nata a dicembre 2013: Amroch e Nasato, originari di Treviso, oggi 24enni, e Andrea Rocco, di Varese, 27enne, condividevano un appartamento a Milano. Dopo una cena, verso mezzanotte, si sono resi conto che era rimasta una pila di piatti da lavare e non avevano a disposizione nessuno che se ne potesse occupare, perché la domestica filippina era in ferie. “Non è facile a Milano reperire un domestico con il passaparola, perciò abbiamo pensato che potevamo lanciare un servizio online” spiega il co-founder. “Abbiamo inserito su Internet un annuncio-civetta per ricerca di personale e in due settimane abbiamo ricevuto un migliaio di curriculum. Una volta constatato che l’offerta c’era, abbiamo lanciato questionari online rivolti ad amici universitari e professionisti per verificare qual è su Milano il costo medio di un addetto alle pulizie: è risultato essere 9,97 euro all’ora. Così abbiamo lanciato la versione beta del sito a luglio 2014 e a settembre abbiamo dato il via alle operazioni in città”.
Quali sono le differenze con Helpling? Easyfeel ha un servizio attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette, quello di Helpling ha minore copertura. Con un sovrapprezzo si può prenotare un operatore di Easyfeel anche nelle ore notturne. Su Easyfeel lo stiro è incluso nel prezzo, sull’altra piattaforma no.
Easyfeel propone i propri operatori per 10,90 euro all’ora se si tratta di un servizio singolo, per 9,80 euro se è un servizio ricorrente. Questi i prezzi base indicati nel sito. In genere però si arriva in media a 12 euro all’ora, cifra che può comprendere la scelta dei detergenti e l’assicurazione contro danni e infortuni (mentre l’assicurazione di base fornita dalla startup resta gratuita). “E’ un prezzo inferiore alla media di mercato, le imprese di pulizie costano in media 15 euro all’ora” dice Amroch. Sulla tariffa oraria la startup prende il 20%. Gli operatori vengono selezionati in base all’esperienza e alle referenze.
La startup ha circa 15mila utenti in tutta Italia, è attiva a Milano, Roma, Torino, Firenze e Bologna, e ad oggi fattura circa 50mila euro al mese. Al momento i suoi utenti sono per l’80% B2C, ovvero individui singoli, e per il 20% B2B, cioè imprese, ma è il B2B, sottolineano, che crea il maggior numero di prenotazioni.
“All’inizio ci siamo autofinanziati con i nostri risparmi – prosegue Amroch – poi a luglio 2015 abbiamo effettuato un aumento di capitale grazie a finanziamenti di business angels, imprenditori e manager di società internazionali di cui preferiamo non rivelare il nome”.
Ora su Easyfeel sono puntati gli occhi di Tim Cook. Perché? Negli Usa esisteva una società di questo tipo, Homejoy, che poi ha chiuso. Esiste tuttora Handybook, che però oltre ai servizi di pulizie offre servizi di tuttofare. A marzo Easyfeel lancerà un’applicazione con nuove funzionalità. Che Cook voglia far trasferire la startup italiana negli Usa? O solo aiutarla nello sviluppo delle applicazioni? Staremo a vedere. Intanto è già un riconoscimento per la nascente imprenditoria Made in Italy.