Ebook a volontà in abbonamento mensile, sul modello di Netflix o Spotify. È il nuovo vento che spira dagli Usa attraverso due start up al debutto in questi giorni, in apparenza simili, in realtà piuttosto diverse come modello di offerta: eReatah e Oyster, la prima pronta a offrire un numero di titoli limitato dietro pagamento di una fee mensile, la seconda con un’offerta unlimited (l’abbonato ha tutti i titoli che vuole). Proposte che potrebbero rivoluzionare il tradizionale mercato dell’editoria, già messo a dura prova dall’avvento degli e-book.
EReatah ha sede in North Carolina, è finanziata da privati ed ha firmato un contratto con uno dei maggiori editori statunitensi, Simon & Schuster, e con altre case editrici indipendenti come Sourcebooks e Kensington Publishing. Vanta oltre 80mila titoli e proporrà formule ad hoc: attraverso tablet e dispositivi mobili gli utenti potranno scegliere tra un abbonamento di 16,99 dollari al mese per 2 nuovi titoli, 25,50 per tre e 33,50 per quattro. Potranno conservare l’e-book e gli autori riceveranno regolarmente i diritti d’autore ad ogni download.
Nel sito https://www.ereatah.com/ è scritto che il servizio “is coming soon”, mentre i media statunitensi ipotizzano la sua apertura ufficiale “tra qualche mese”.
Il modello eReatah “conserva il valore dei contenuti che per noi è molto importante” dice Doug Stambaugh, vice president del global e-book market development and strategy alla Simon & Schuster.
Ma alcuni rappresentanti dell’industria editoriale hanno già espresso il loro scetticismo in proposito, sostenendo che in consumatori, solitamente impegnati a leggere pochi titoli ogni mese, accetteranno di abbonarsi solo a servizi che offrano tutti i successi del momento, considerato anche che gli e-book disponibili online sono fortemente scontati. “Il successo arriva quando risolvi un problema, ma dal punto di vista dell’utente qui non vedo alcun problema” commenta Amy Rhodes, ex dirigente di una casa editrice e ora consulente di Market Partners International. “Servono prezzi molto appetibili per persone che leggono tanti libri, e anche in quel caso devi poter mettere a disposizione i libri più in voga”.
Peraltro in molti hanno fatto notare che, in base all’abbonamento eReatah, ogni libro costa in media 8,50 dollari. Ma Bryan Batten, fondatore e Ceo di eReatah, ribatte che oltre il 75% dei titoli presenti nel suo sito costano più di quella cifra nei negozi standard. Aggiunge che un modello unlimited potrebbe causare complicazioni con i contratti degli autori e sostiene che, per quanto ha potuto capire dai suoi rapporti con gli editori, questi temono che un modello “senza limiti” potrebbe ulteriormente svalutare il mercato librario.
L’altra start up, Oyster, è invece fondata sul concetto “all-you-can-read”. Si tratta di un’applicazione per iPhone e iPod Touch che offre un abbonamento mensile senza limiti ai testi scaricati, sull’esempio di Spotify Premium per la musica. Creata nel 2012 a New York, ha ricevuto finanziamenti da venture capitalist per 3 milioni di dollari, impiegati per l’assunzione di personale e lo sviluppo del prodotto. Secondo il loro sito è già operativa “su invito” da parte di utenti di iPhone. Ogni mese circa 100.000 titoli sono disponibili a soli 9,95 dollari. Per il momento non intende rivelare eventuali accordi stretti con gli editori. In ogni caso diversi dirigenti editoriali hanno detto di essere a conoscenza dell’iniziativa e di seguirne i progressi.
Secondo James McQuiver, analista di Forrester Research, “l’unico modello che funzionerà sarà proprio quello a offerta illimitata, perché i consumatori non si lasceranno convincere da un’offerta che consente l’accesso solo a pochi titoli ogni mese”.
Molti analisti ritengono inoltre che a fare la differenza sarà la gestione di e-book su piattaforme mobili messa a disposizione da entrambe le start up.
Servizi analoghi che propongono e-book in abbonamento mensile in realtà esistono già ma sono limitati a settori specialistici: per esempio libri d’arte (F+W Media o Safari Books Online) o romanzi (Sourcebooks o altri). Start up come Oyster puntano a un pubblico più ampio. Vedremo se sfonderà negli Usa e, di conseguenza, nel resto del mondo.