Dice di essere un “dinosauro” quando è alle prese con la tecnologia. Dice di “non sapere come funziona un computer”. E gli dispiace. Ma questa incompetenza tecnica non impedisce a Jorge Mario Bergoglio di essere strategicamente attento alla tecnologia e al suo possibile buon uso. Papa Francesco continua a dimostrare grande attenzione all’innovazione e alle potenzialità del digitale. E adesso investe il suo carisma a favore delle idee imprenditoriali, delle startup con un acceleratore dedicato a progetti non-profit a sostegno dell’educazione e dei giovani.
E come poteva lanciare Scholas Labs se non attraverso il web? Lo ha fatto durante il suo secondo hangout da Pontefice, parlando con studenti disabili in collegamento da Spagna, India, Brasile e Stati Uniti che hanno raccontato come la tecnologia li stia aiutando a studiare, giocare e comunicare. Ed è proprio questo l’obiettivo di School LABS: sostenere idee e progetti in grado di “aiutare i bambini a costruire ponti, a comunicare”. Perché, dice Papa Francesco, “quando non comunichiamo, stiamo da soli con i nostri limiti. Ed è male per noi. Quando comunichiamo, la cosa più importante è la comunicazione, è dare e ricevere. È questo è bene e non ci fa stare soli»
Scholas Labs è un ramo di attività di Scholas Occurrentes, lo strumento con cui Bergoglio persegue un’idea che lo accompagna sin dalla sua esperienza pastorale in America Latina: la scuola e l’educazione come strumenti di promozione e benessere sociale. Adesso c’è la svolta tecnologica con sponsor prevalentemente latinoamericani: Globant, Google, Grupo Telecom Argentina, Microsoft, Line64 y The Papaya Group. Il nuovo acceleratore chiama studenti, sviluppatori e creativi di qualsiasi natura a proporre soluzioni per migliore l’apprendimento e la formazione grazie all’uso di strumenti digitali. Nel primo anno i progetti incubati saranno 10 e avranno come leit movtiv l’integrazione e l’inclusione. Ma la call è sempre aperta, on line.
Ecco l’hangout del Papa
Il primo progetto di Scholas Labs sarà Scholas Ciudadanía, cioè cittadinanza. Il progetto infatti mira a creare uno spazio online per incoraggiare la partecipazione e l’impegno civile e sociale degli studenti delle scuole superiori, che saranno chiamati a fare le loro proposte per risolvere i problemi della città o del quartiere.
Una bella spinta per tutto il settore dell’innovazione sociale Scholas Labs. Se il Vaticano, con il Pontefice che si espone personalmente, cerca innovazione attraverso Internet, se ritiene che le idee del cambiamento sociale possano arrivare da chiunque e, una volta selezionate, possano essere nutrite perché farle diventare imprese ad alto impatto sociale, vuol dire che un modello di sviluppo imprenditoriale che va sotto la sigla startup viene riconosciuto. E benedetto.