Ecosistema

E adesso Digital Magics prova a fare lobby sulle startup digitali

In un intervento su MF il presidente del venture incubator Enrico Gasperini ribadisce le ragioni del Libro Bianco preparato con avvocati, investitori e lobbisti: più agevolazioni fiscali, più incentivi agli investimenti e anche un istituto pubblico per promuovere il Digital Made in Italy…

Pubblicato il 14 Ott 2015

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Enrico Gasperini, fondatore e presidente di Digital Magics

“Da sempre siamo impegnati, con le istitutioni, a sostenere la crescita dell’Italia”. Attacca così l’intervento pubblicato ieri da MFMilanoFinanza a firma di Enrico Gasperini. Il fondatore e presidente di Digital Magics (DM) coglie l’occasione per presentare alla comunità economico-finanziaria, per lui strategica visto che la società è quotata all’AIM, i contenuti del Policy Paper preparato con il contributo di Cattaneo Zanetto &Co (società di lobbying), Dla Piper (studio legale), IntegraeSIm, Intermonte (tutti consulenti per il collocamento in Borsa nel 2013), Tamburi Investment Partners (private equity socio di DM dalla scorsa primavera), Talent Garden (coworking partecipato da DM dalla scorsa primavera) e SEC (che segue le relazioni pubbliche di DM).

Gasperini, quindi, si è avvalso delle competenze del suo network per proporre una road map per la fase 2 della policy startup in Italia dopo

quella lanciata ormai tre anni fa dall’allora ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera con la definizione della figura giuridica “startup innovativa” e conseguenti agevolazioni fiscali e normative. “Riteniamo che il sistema dei finanziamenti alle neoimprese digitali sia da agevolare ulteriormente”, scrive su MF. Come? I dettagli si possono trovare nella versione integrale del libro che si può scaricare qui.

In sintesi “si ipotizza una revisione del credito di imposta Irpef dal 19 fino al 40% per investimenti in startup innovative, seguendo il modello anglosassone. Si parla di agevolazioni fiscali per i soggetti dell’imposta sul reddito delle società (Ires). Si chiede di introdurre facilitazioni fiscali per le aziende che svolgono attività di Open Innovation e la rimozione delle spese amministrative”. Vengono poi il potenziamento del crowdfunding, le semplificazioni per le società di investimento (sia Oicr sia Sgr), la creazione di fondi aperti e fondi matching con la Cassa Depositi e prestiti. Per finire con la creazione di un nuovo soggetto pubblico: Italian Founders Institute che dovrebbe promuovere il Digital Made in Italy e lavorare per il rientro dei cervelli fuggiti.

Ce n’è abbastanza per riaprire il dibatitto sul ruolo dello Stato nello sviluppo delle imprese e dei mercati privati. E per verificare la reattività della politica e dei politici…

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