La storia

Due italiani all’origine del più grande finanziamento di sempre

22 milioni di dollari: è la cifra che Catalyst Investors ha puntato su Decisyon, società nata a Latina e cresciuta nel Connecticut. A fondarla Franco Petrucci, che ha “adottato” EcceCustomer, la startup di Cosimo Palmisano. Ecco che cosa fa e come è arrivata a questo punto

Pubblicato il 11 Apr 2014

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Franco Petrucci, founder e CTO di Decisyon

Quando cominci, non smetti più. Due anni fa 15 milioni, adesso 22. Per Decisyon la crescita continua. E la storia della startup fondata da un ingegnere di Latina che a un certo punto coinvolge un giovane collega pugliese diventa un caso esemplare di come è possibile partire dalla periferia per conquistare il mondo.

Ma andiamo con ordine. La notizia lanciata da Finsmes è che per il round B di finanziamento Decisyon ha raccolto 22 milioni di dollari dal fondo Catalyst Investors. Tanti soldi serviranno per sviluppare nuovi prodotti e sostenere l’attività commerciale in Europa e negli Stati Uniti: il salto deciso verso la dimensione globale dopo lo straordinario esito del primo round, poco meno di due anni fa. Era l’autunno del 2012 quando sull’azienda, allora tutta italiana, arrivarono 15 milioni di dollari. Anche allora un record: il più grande investimento degli ultimi dieci anni fatto oltreoceano su un’impresa tricolore che nel suo percorso aveva “adottato” una startup. Il fondo, nel 2012, era quello di una ricca famiglia svedese, Axel Johnson Inc., 8 miliardi di dollari di dotazione.

Decisyon (con la y solo per… distinguersi) è stata fondata nel 2005 a Latina da Franco Petrucci, 48 anni, ingegnere, che si inventa un software per adattare i sistemi tecnologici al modo di lavorare. Insomma, una piattaforma che permette di scrivere, consultare la contabilità, dialogare con i colleghi e i fornitori senza saltare da un programma all’altro. «Analizzo, collaboro, decido, appunto», spiega. Rapidamente piace alle multinazionali: da Unilever a Novartis, dalla Svizzera alla Cina.

Cosimo Palmisano, founder di EcceCustomer e VP di Decisyon

Nel 2010 Petrucci va in Silycon Valley, apre un ufficio per capire come entrare nel mercato americano. Lì incontra un giovanotto italiano che ha studiato ingegneria a Bari e ha vinto un soggiorno di lavoro nel paradiso dell’innovazione grazie al programma Fulbright Best. Si chiama Cosimo Palmisano, 38 anni oggi, ha fatto la Business School a New York, ha cominciato a lavorare per Fiat ma da tempo gli frulla un’idea in testa: un software per gestire il Crm, cioè le relazioni con i clienti, attraverso i social media.

Tra ingegneri si capiscono, Petrucci lo mette sotto la sua ala protettrice di imprenditore. EcceCustomer, così si chiama la società di Palmisano, diventa uno sviluppo verticale di Decisyon. Un’innovazione nell’innovazione. Insieme, si può dire, trovano l’America. Adesso Petrucci è cto, il capo tecnologico della nuova Decisyon dove sono entrati manager provenienti da Ibm, Apple, Dell, Monsanto. Palmisano da vice president gira il mondo per vendere il suo prodotto. E c’è da trottare: la società deve raggiungere i 100milioni di dollari di fatturato entro il 2015. .Un programma di crescita a tappe forzate: raddoppiare ogni anno i ricavi.Un programma che ha convinto gli investitori ha puntare 22 milioni di dollari.

Il “caso Decisyon” propone almeno 5 lezioni:

1) Partire non è un po’ morire. Anzi. «Ai giovani startuppari consiglio di prendere baracca e burattini e trasferirsi», dice Petrucci. «Difficilmente un fondo americano investe in un’azienda basata altrove. Si può fare lasciando la testa in Italia. Il nostro caso potrebbe diventare un modello».

2) Vendere non è sempre una sconfitta «Né una perdita», osserva Petrucci. «La testa tecnologica resta a Latina dove abbiamo uno straordinario team di ingegneri. Gli italiani restano i migliori del mondo. E gli americani lo hanno capito». E i 40 di Latina presto saranno molti di più.

3) Inutile essere bravi e talentuosi se poi non ci sono i capitali sufficienti per andare sul mercato. «In Italia ci sono tante aziende con prodotti informatici di qualità, già installati in una decina di aziende ma senza i soldi per poter decollare», racconta Petrucci. «Metterli in contatto con i capitali disponibili è un’esigenza di tutto il Paese»

4) Perdere il controllo in molti casi significa far crescere la propria idea. Volere la proprietà può essere un handicap. «Negli Stati Uniti non c’è la nostra ossessione per il 51%», commenta Palmisano.

5) I soldi sono importanti ma serve anche altro. «Se io avessi avuto un investimento importante, forse lo avrei sprecato. Certo non avrei potuto fare della mia EcceCustomer quello che ho fatto grazie all’aiuto di Petrucci», spiega Palmisano. «Lui ha avuto fiducia in me. Mi ha aiutato a fare le mosse giuste. Poi è venuto il resto». (g.io)

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