Viene dalla Polonia, ha fondato la sua prima startup a 20 anni, l’ha rivenduta per tre milioni di dollari e ora ha lanciato una nuova scaleup (sorella maggiore delle startup), Doc Planner, già operativa anche in Italia, per la quale ha ricevuto 34 milioni di euro di finanziamento. Si chiama Mariusz Gralewski e sta creando una grande realtà europea ed extraeuropea partendo da Varsavia.
Doc Planner consente di prenotare online una visita con un medico. Un servizio che in Italia è già fornito da altre società quali Dottori.it e iDoctors. Ma l’imprenditore trentenne punta a offrire qualcosa di più: la possibilità di contattare e chattare online con il medico prima e dopo la visita (non solo durante), in modo da chiarire dubbi e risparmiare tempo.
L’esperienza potrà essergli d’aiuto: è da almeno 10 anni che Gralewski si cimenta nell’imprenditoria. “Avevo una ventina di anni, ero un programmatore e studiavo Informatica a Varsavia” racconta a EconomyUp. “Con amici universitari ho ideato un social network per trovare lavoro, Golden Line, sulla falsariga di Linkedin. È stato facile, eravamo programmatori, abbiamo creato da noi il software. Capitali per partire? Ho chiesto 100 euro a mio nonno”. Poi restituiti, assicura.
Linkedin già esisteva ma, sostiene Gralewski, non era funzionale come adesso. “Noi abbiamo puntato a rendere le cose più semplici”. La società ha cominciato a crescere: ai polacchi in cerca di lavoro piaceva questo Linkedin “fatto in casa”. È piaciuto anche ad Agora, grande media company polacca, che l’ha acquistato a 4 anni dal suo debutto per 3 milioni di dollari.
A quel punto, con i soldi guadagnati, lo startupper è diventato investitore. “Ho effettuato 12 investimenti, ma alla fine ho preferito tornare a fare l’imprenditore, è più divertente. E ho cercato the next big thing”. Che in un certo senso ha trovato per caso.
“Ero in cerca di un medico a Varsavia – dice – perché avevo un problema dermatologico, ma non sapevo a chi rivolgermi. Ho cominciato a chiedere agli amici, poi alle cliniche, che però non mi potevano o volevano dire qual era il loro miglior dermatologo e mi suggerivano di sceglierne uno a caso. Perché, mi sono chiesto, quando scegli un hotel per una vacanza hai a disposizione online foto, prezzi e commenti dei clienti, e quando devi trovare un dottore no? Così ho capito che quel mercato aveva bisogno di una risistemata”.
Subito il giovane ha aperto il sito web e vi ha inserito un database con nome e specializzazione di tutti i medici della Polonia (dati pubblici ai quali ha avuto facilmente accesso), incoraggiando i pazienti a postare le loro opinioni. “All’inizio non abbiamo attivato la possibilità di prenotare una visita, chiedevamo solo opinioni scritte. Il nostro approccio è sempre stato ‘the minimum viable product’, il minimo sforzo per il massimo risultato. Abbiamo cominciato e siamo stati a vedere cosa succedeva”.
È successo che, nei primi 12 mesi, la piattaforma ha raggiunto un milione di pazienti. I media polacchi hanno acceso i riflettori su questa nuova realtà e a quel punto gli utenti stessi hanno cominciato a chiedere la possibilità di prenotare una visita. Intanto alcuni competitor locali, che erano nati quasi contemporaneamente, arretravano, mentre Doc Planner cresceva. A quel punto Mariusz Gralewski ha ritenuto che l’idea fosse scalabile in nuovi mercati. “Siamo rapidamente entrati in 24 mercati e abbiamo deciso di vedere cosa succedeva cominciando a investire in quelli che crescevano più velocemente”. Si tratta di Polonia, Turchia, Brasile, Spagna, Messico, Argentina, Cile, Repubblica Ceca. E, appunto, Italia.
“Siamo market leader in tutti questi Paesi, tranne che in Italia” dice l’intervistato. “Ma in Italia non c’è un market leader. Per questo è un buon territorio dove giocare la partita”.
Per giocarsela, da noi e negli altri Paesi, ha effettuato un round di finanziamenti che a breve le farà toccare quota 34 milioni di euro. Una cifra notevole, alla quale in Italia siamo poco abituati (il venture capital circolante da noi ammonta complessivamente ad appena il doppio della cifra rastrellata dal giovane). Gli investitori sono il fondo tedesco Point Nine Capital, il polacco RTAVentures, il britannico Piton Capital, la banca britannica EBRD, Łukasz Gadowski, tedesco di origine polacca e founder of Delivery Hero, Fabrice Grinda, americano founder di OLX, più un investitore con il quale la società sta chiudendo un deal e il cui nome sarà svelato solo a inizio giugno. “Abbiamo incontrato almeno una settantina di venture capitalist nei nostri giri per raccogliere finanziamenti – dice ora lui – ma mai nessun italiano”.
L’investimento servirà appunto per penetrare nei nuovi mercati, tra i quali anche l’Italia. Dove però ci sono i già citati concorrenti. “La differenza – sostiene Gralewski – è che noi non siamo solo un marketplace, ma forniamo un software ai dottori. Noi crediamo che, per attuare un vero cambiamento, sia necessario portare il software dentro lo studio del medico. Solo lui ha accesso al proprio calendario e ai dati dei pazienti”.
Grazie al nuovo software, il founder di Doc Planner promette un’esperienza più completa e soddisfacente per il paziente: “E’ importante – dice – avere un canale di comunicazione con il dottore prima di vederlo, poter fare domande, capire se è necessario incontrarsi di persona o meno, poi essere in grado di prenotare la visita. Ma altrettanto importante è il followup. Verificare se un farmaco ha funzionato o meno…Noi forniamo tutto questo”.
Il modello di business di Doc Planner dipende dagli abbonamenti stipulati dai medici per l’accesso al software (dai 50 ai 100 euro mensili), mentre per gli utenti l’accesso al sito è gratuito. In 4 mesi di presenza in Italia, 400 dottori hanno già prenotato il servizio e sono a loro volta “prenotabili” dai pazienti, per la maggior parte a Roma, ma sta partendo anche Milano. Una cifra oggettivamente ancora molto bassa, però intanto Doc Planner è partita. Sulla piattaforma ha inserito i profili di 100mila medici in Italia. Naturalmente la speranza è di arrivare ad averli tutti (o almeno una parte) come clienti della società.
“Attualmente per noi in Italia lavorano una trentina di persone, in maggioranza nella capitale e alcuni a Milano e nelle città più grandi: è in assoluto il team che lavora di più tra i Paesi nei quali siamo presenti. Peccato per l’eccessiva burocrazia”.
A livello globale il mercato della medicina vale circa 450 miliardi di dollari l’anno, ma il web ha ancora poco peso e la telemedicina stenta a decollare. Va detto però che salute e sanità sono – dopo “sesso” – le parole più cercato su Google: solo in Italia vengono effettuate 200 milioni di ricerche al mese. Evidentemente ci sono potenzialità da sfruttare. E Mariusz Gralewski è intenzionato a farlo.