Continua la guerra, non tanto fredda, tra Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori) e Soundreef, startup italiana, ma nata e “residente” a Londra, che si occupa della gestione dei diritti d’autore per i musicisti. Dopo il clamore suscitato dal passaggio di Fedez a Soundreef, la Siae passa al contrattacco inviando una lettera firmata dal direttore generale Gaetano Blandini (che riportiamo qui sotto) a tutti i suoi 80mila iscritti in cui, sostanzialmente, elenca i risultati di gestione degli ultimi anni, annuncia novità per quelli a venire e chiede agli artisti di stare al suo fianco contro gli “attacchi strumentali da parte di soggetti che vogliono entrare nel mercato della gestione del diritto d’autore non con il fine primario di tutelare e valorizzare il lavoro degli autori, ma con quello, certamente legittimo ma diverso, di fare profitti sull’intermediazione del vostro lavoro”. Un atto d’accusa nemmeno troppo velato contro Soundreef e il suo fondatore Davide D’Atri che, raggiunto da Economyup, commenta: “Noi siamo d’accordo su tutto, come non si può concordare sui principi scritti in quella lettera? Peccato però che la Siae non dica nulla sui due aspetti che più influiscono sul lavoro degli artisti, ossia il metodo e i tempi del pagamento dei diritti d’autore” che sono poi i motivi che hanno spinto Fedez a fare il passaggio. E il rapper milanese non sembra l’unico a preferire la strada nuova a quella vecchia. E’ lo stesso D’Atri ad annunciare a Economyup un nuovo importante acquisto della sua scuderia. L’identità verrà svelata in settimana, ma già impazza il totonome: sarà Raffaella Carrà, fra le prime a dirsi incuriosita e pronta a informarsi su Soundreef? Oppure Elio o Ligabue che hanno salutato con interesse la novità?
Ma ecco il testo completo della lettera inviata dalla Siae ai propri iscritti.
Gentile Associato, Caro Autore,
ci tengo personalmente a condividere con te alcune importanti novità del mondo SIAE che spero possano accogliere il tuo gradimento e la tua approvazione. Innanzitutto, un dato che ci dà molta soddisfazione: come ben sai, dal 1° gennaio 2015 per gli autori che hanno da 18 a 31 anni associarsi a SIAE è gratuito – e questo ha portato, in poco più di un anno, all’ingresso di circa 6.000 nuovi giovani autori nella nostra Società.
Sempre nel 2015 il nostro Consiglio di Sorveglianza ha approvato lo sviluppo del progetto di Agenda Digitale: 16 milioni di euro di investimenti in due anni per digitalizzare i servizi a disposizione tua e di quanti si interfaccino con SIAE.
Il 15 luglio abbiamo lanciato il nuovo sito istituzionale della Società, che costituisce uno strumento di dialogo con associati e organizzatori; i contenuti sono chiari, semplici ed efficaci per facilitare l’interazione e l’informazione.
Il borderò digitale è già una realtà: lo trovi sotto il nome di mioBorderò, tra i servizi online su siae.it.
Inoltre, nel corso di quest’anno, svilupperemo un nuovo portale riservato agli autori e agli editori e una piattaforma per la firma digitale che consentirà l’iscrizione e il deposito online. Lavoreremo anche a un innovativo sistema di CRM (Customer Relationship Management) per la gestione delle relazioni con voi associati e con tutti gli altri nostri interlocutori.
Sempre entro quest’anno, daremo una missione completamente nuova all’Ufficio che si occupa di associati e relazioni con il pubblico: l’ottica che vogliamo avere è quella della “cura” – e non di semplice assistenza – ai nostri iscritti. Stiamo implementando le convenzioni e i servizi offerti dalla SIAE CARD, la carta che spetta a ciascun associato, e stiamo lavorando per dare risposte alle vostre domande e alle vostre esigenze in tempi sempre più brevi: tra i canali di dialogo che abbiamo aperto ci sono i nostri account social, che sono a vostra disposizione.
In quest’ottica abbiamo stipulato recentemente (e lo comunicheremo già dal prossimo mese) un’ottima convenzione sanitaria a disposizione dei nostri associati, giovani e meno giovani.
Insomma: negli ultimi anni la Società ha avviato una profonda autoriforma in linea con la nostra vocazione, che non è quella di fare utili, ma di tutelare e valorizzare il vostro lavoro. Per comunicare il senso di questo cambiamento, che vogliamo e stiamo facendo, abbiamo rinnovato anche il logo della Società: passando dal “burocratico” bollino SIAE a un logo più aperto e moderno, capace di vivere insieme alle parole della nostra missione che è, e sarà sempre, quella di essere ‘Dalla parte di chi crea’.
Per farlo ancora meglio, abbiamo sottoscritto importanti accordi con la società spagnola BMAT (fornitrice di servizi digitali e specializzata nel monitoraggio e nella identificazione di brani musicali) per controllare i contenuti multimediali di oltre 2.500 canali TV e radio in tutto il mondo, così da tutelare in maniera più puntuale il repertorio italiano all’estero.
Stiamo investendo per rendere più efficiente il nostro sistema di ripartizione e garantirne l’analiticità; abbiamo ridotto i costi a carico dei nostri associati: oggi abbiamo una provvigione media su tutti i repertori del 15,6%, in linea con le principali consorelle, dalla SACEM francese alla GEMA tedesca alla PRS della Gran Bretagna.
A livello internazionale siamo, con la consorella francese SACEM e la spagnola SGAE, membri fondatori del consorzio Armonia, che include anche altre 5 consorelle europee (Svizzera, Belgio, Portogallo, Ungheria e Austria) e che permette la valorizzazione delle licenze multiterritoriali online con i grandi player digitali (YouTube, Spotify, Deezer, etc).
Nel 2015, anche grazie a questo, l’incasso complessivo SIAE nel mercato multimediale è cresciuto del 47,2%.
Più in generale, lo scorso anno il fatturato per diritto d’autore, inclusa la copia privata, è aumentato del 16% rispetto al 2014.
Significa che stiamo proteggendo al meglio anche i tuoi interessi.
Spero non ti sia sfuggita anche la “battaglia” che abbiamo condotto per aumentare – in favore di tutti i creatori delle opere dell’ingegno e di tutti gli aventi diritto della filiera dell’industria culturale – i proventi derivanti dalla cosiddetta “copia privata” (sui quali SIAE non prende provvigioni, ma si limita a recuperare i costi di raccolta), che sono aumentati di circa il 100% nel 2015 rispetto al 2014.
Sul fronte delle iniziative “politiche”, stiamo lavorando per denunciare e provare a ridurre il rilevante divario tra il valore ricavato dagli intermediari tecnici (motori di ricerca, social network o aggregatori di contenuti) attraverso la distribuzione di contenuti creativi e il ritorno economico minimo o inesistente per chi quei contenuti li ha creati. Ci stiamo anche battendo per supportare i repertori più deboli, in particolare negli utilizzi che ne fanno i più grandi broadcaster, e per aumentare la tutela degli autori più giovani nei loro singoli rapporti contrattuali con le emittenti.
Ormai da 5 anni il nostro bilancio è strutturalmente in attivo e i costi di gestione e del personale continuano a diminuire.
Grazie a questo, con gli utili di bilancio della Società abbiamo dato un importante impulso alle attività di promozione culturale e agli interventi solidaristici e sociali.
In questi settori negli ultimi 2 anni abbiamo investito circa 3 milioni di euro l’anno: sostenendo autori con più di 65 anni che si trovano in condizioni di disagio (oltre 1 milione di euro) e attività culturali e sociali (oltre 1,5 milioni di euro).
Siamo particolarmente contenti di poter dire che nel biennio 2014-2015 abbiamo assegnato oltre150 borse di studio a giovani autori che, come alcuni di voi, studiano per diventare autori musicali, cinematografici, teatrali e radiotelevisivi.
Con le altre associazioni della filiera creativa, abbiamo commissionato uno studio sull’industria culturale italiana denominato Italia Creativa (www.italiacreativa.eu), con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione del pubblico e dei decisori su questo settore di fondamentale importanza, che ancora non è sufficientemente valorizzato, né riconosciuto.
Temi cardine di questa ricerca sono creatività e cultura, aspetti che non solo fanno parte delle espressioni più alte del pensiero, ma che hanno anche un valore economico e sociale importante, sia in termini di volumi d’affari sia di occupazione: basti pensare che l’industria creativa e culturale in Italia dà lavoro a un milione di persone, tra cui molti giovani.
Un ultimo appunto. Come probabilmente sapete, nonostante tutti gli sforzi che abbiamo fatto per migliorare, in questi giorni siamo al centro di attacchi strumentali da parte di soggetti che vogliono entrare nel mercato della gestione del diritto d’autore non con il fine primario di tutelare e valorizzare il lavoro degli autori, ma con quello, certamente legittimo ma diverso, di fare profitti sull’intermediazione del vostro lavoro.
I nostri azionisti siete voi, i nostri oltre 80.000 associati; altri rispondono invece ad azionisti privati o a fiduciarie di private equity e venture capital.
Oggi abbiamo bisogno che tutti, soprattutto i nostri associati, ci sostengano in questo percorso di riforma e di cambiamento della Società.
In allegato a questa mia troverete una lettera che è stata approvata dal nostro Consiglio di Gestione e dal nostro Consiglio di Sorveglianza, e che in due giorni è già stata sottoscritta da oltre
250 autori, alcuni dei quali anche molto noti.
Ma i nostri organi sociali e tutti noi che lavoriamo al vostro servizio riteniamo che le firme più importanti debbano ancora essere raccolte.
E sono proprio le vostre.
L’obiettivo di questa lettera, che vorremmo rendere pubblica, è sostenere con forza la libertà e il lavoro degli autori. Sono certo che tanti di voi vorranno condividerla e sostenerla. Per questo vi prego, una volta firmata, di far pervenire la vostra adesione all’indirizzo ufficiopresidenza@siae.it.
Grazie.
Con tutta la mia cordialità,
(Gaetano Blandini)
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Il 22 aprile a Ginevra il Presidente della Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori (CISAC), Jean Michel Jarre, ha dichiarato: “In futuro non ci sarà un mercato di contenuti se i creatori non saranno in grado di crearli. Dobbiamo proteggere chi crea questi contenuti. Proteggerli vuol dire proteggere il loro diritto ad avere una equa remunerazione per il loro lavoro”
Il suo predecessore Robin Gibb, indimenticabile leader dei Bee Gees, lo aveva già affermato al Congresso Mondiale sul diritto d’autore del 2009 a Washington: “Il diritto d’autore non è una barriera al progresso ma un facilitatore della creatività e della comunicazione. Un diritto d’autore forte non ostacola lo sviluppo dell’utopia digitale che Google, Microsoft ed altri promettono. Il diritto d’autore promuove questo sviluppo. Senza tutela del diritto d’autore sarebbe il caos, che costituirebbe un insormontabile ostacolo per il progresso”.
Gli autori italiani sono la musica che scandisce la vostra vita, sono i film che vi emozionano, sono i libri che segnano la vostra formazione. Il nostro lavoro è alla base di tutte le manifestazioni artistiche che da sempre raccontano il nostro Paese e lo rendono economicamente più ricco.
Rappresentiamo un presidio per la nostra identità culturale nel mondo digitale e globale e difendiamo questi valori e diritti in una casa comune che non grava sulle finanze pubbliche: la Società Italiana degli Autori e degli Editori.
In tutto il mondo gli autori hanno Società come la nostra, che non rispondono ad azionisti o a fiduciarie di venture capital, ma solo ai loro associati.
Non si può svendere la creatività in nome di una liberalizzazione selvaggia o affidandola ad investitori che puntano a fare profitti sulla intermediazione del nostro lavoro, né con esenzioni ingiustificate e generalizzate.
Noi produciamo cultura: la cultura è il seme della democrazia, della tolleranza, della libertà di pensiero, della storia e della identità di un Paese.
Senza cultura del rispetto dei diritti di chi crea, scompariranno gli autori del presente e non ci saranno autori nel futuro.