La nomina

Diego Piacentini è in carica: abbiamo il Commissario straordinario al digitale

Il Senior Vice President di Amazon è stato ufficialmente nominato dal governo. Lavorerà 2 anni pro bono per innovare la pubblica amministrazione. Suo collaboratore sarà il Consigliere per l’Innovazione Paolo Barberis. Ora un bando per reclutare talenti digitali. Qui il link per candidarsi

Pubblicato il 30 Set 2016

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Diego Piacentini

Diego Piacentini, 55 anni, Senior Vice President di Amazon in cui ha lavorato per 16 anni e in precedenza 13 anni trascorsi in Apple, è ufficialmente il nuovo Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale. Lo scrive oggi 30 settembre La Repubblica. L’incarico durerà due anni e sarà pro bono. Ieri è arrivato l’atteso Dpcm (Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri), che, a quanto riferiscono nostre fonti, verrà pubblicato nelle prossime ore, ma già dal 17 agosto, giorno in cui iniziava la sua aspettativa da Amazon, era al lavoro a Palazzo Chigi.

Piacentini, il Commissario per l’Italia digitale arriva il 17 agosto

Nato a Milano da una famiglia di modeste origini (il padre era muratore), fin da ragazzo ha avuto la curiosità e la voglia di conoscere il mondo. A diciassette anni, durante il liceo, ha partecipato al programma Intercultura, associazione che permette ai ragazzi di frequentare un anno scolastico all’estero. Ha vinto una borsa di studio per Olympia, capitale dello Stato di Washington, a 50 miglia da Seattle. È stato il suo primo approccio con un Paese che sarebbe diventato la sua seconda patria.

Tutto quello che vorreste sapere su Diego Piacentini, neo commissario del Governo per il digitale

Tornato in Italia si è laureato in economia politica all’Università Bocconi. Dopo un periodo trascorso in Fiatimpresit, dove si è occupato di gestione finanziaria, nel 1987 è entrato in Apple, dove è passato dal ruolo di amministratore delegato per l’Italia a direttore commerciale e poi vicepresident e general manager per l’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). Dal 2000, anno in cui è entrato a far parte dell’azienda di Jeff Bezos, è Senior Vice President di Amazon. È inoltre il dipendente maggior azionista della società dopo il Ceo Bezos.

A La Repubblica racconta che l’idea di tornare a lavorare in Italia è scaturita “da un incontro con Matteo Renzi nel settembre 2014. Era venuto a visitare la Silicon Valley e mi disse: “Vorrei aiutare il Paese a non perdere il treno dell’innovazione e del digitale, saresti disposto a tornare per un periodo in Italia?” Ringraziai e declinai e per me era finita lì. Dopo qualche mese mi telefonò e tornò alla carica, nel frattempo il dubbio si era insinuato in me. Così ho cominciato a parlarne con mia moglie e con Bezos, con il quale ho un rapporto non solo di lavoro ma di lealtà e amicizia. Allora mi sono fatto una sola domanda: “Cosa rimpiangerò di non aver fatto tra 10 anni?”. Ho capito che mi sarei portato dietro il rimpianto di non averci provato”. La sua intenzione è di mettere in pratica la consuetudine tutta americana del “give back”, cioè restituire a un’istituzione o a una realtà che ha contribuito a formarci e farci crescere quanto ricevuto in termini di insegnamenti ed esperienza.

A gennaio 2015 è stato reso pubblico che Piacentini sarebbe stato il Commissario straordinario al digitale. Numerosi gli apprezzamenti, ma anche le critiche: il top manager è stato accusato, tra le altre cose, di essere in conflitto di interessi.

Il 10 agosto il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice per l’amministrazione digitaleI (Cad) che tra le altre cose consente la nomina – per tre anni e a titolo gratuito – di un commissario digitale con pieni poteri. In particolare il testo contiene , al punto 15, precise indicazioni su come dovrà essere e cosa dovrà fare il Commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale. La proposta è che sia “senza attribuzione di alcun compenso o indennità, con poteri di impulso e di coordinamento nei confronti delle pubbliche amministrazioni cui competono adempimenti connessi e strumentali all’attuazione dell’Agenda digitale italiana, e con attribuzione di potere sostitutivo in caso di inadempienze gestionali o amministrative di misure necessarie all’attuazione della Agenda medesima”.

Piacentini ha iniziato a lavorare già da fine agosto a Palazzo Chigi, ma fino a questo momento l’incarico non era stato ufficializzato da un Dpcm. Con lui collaborerà Paolo Barberis, Consigliere per l’Innovazione da settembre 2014, ruolo che svolge anche lui pro bono.

Intanto ha fatto preparare e ha appena pubblicato un bando per reclutare talenti informatici, che si può leggere qui .”Il Team per la Trasformazione Digitale – scrive Piacentini su Medium – sta cercando talenti, con padronanza della lingua italiana e inglese e con comprovata esperienza in Informatica (Software Architecture, Mobile Application Development, Software Open Source, Information Security, API), in Matematica e Statistica (Modelli Predittivi, Machine Learning), in Product Design, User Experience e in altre discipline connesse all’agenda digitale”. Nel testo sottolinea: “Bisogna sapere che ci troveremo di fronte a burocrazie, regole complicate, a tecnologie obsolete e a una mancanza di coordinamento, ma anche a isole di eccellenza in grado di ottenere molto con poche risorse”. Per gli esperti digitali un tetto massimo di 150.000 euro l’anno di compenso, ma la maggior parte dei ruoli sarà remunerata tra i 40 e 120.000 euro. A La Repubblica ha detto che intende costruire una squadra di “una ventina di persone di altissima competenza tecnologica, una sorta di startup all’interno di una macchina antica come l’amministrazione statale. Il nostro ufficio sarà a Palazzo Chigi”. (L.M.)

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