Il deep tech è la chiave per individuare soluzioni efficaci a problemi complessi. Le tecnologie basate su scoperte scientifiche o sfide ingegneristiche sono alla base di innovazioni importanti per la nostra vita quotidiana. Ma esattamente cosa significa deep tech? E quante e quali startup si muovono in questo ambito? Vediamolo insieme.
Indice degli argomenti
Deep tech: significato
Il Deep Tech (o tecnologia profonda) si riferisce a un insieme di innovazioni basate su scoperte scientifiche e ingegneristiche avanzate, che mirano a risolvere problemi complessi e di grande impatto. Queste tecnologie hanno applicazioni in settori come intelligenza artificiale, biotecnologie, nanotecnologie, robotica, energie rinnovabili e quantistica. A differenza delle tecnologie tradizionali, il Deep Tech richiede lunghi periodi di ricerca e sviluppo, investimenti elevati e spesso porta a cambiamenti radicali nel modo in cui operano le industrie e la società.
Le principali tecnologie sulle quali lavorano le deep tech sono: intelligenza artificiale, robotica, blockchain, scienza dei materiali avanzati, fotonica ed elettronica, biotecnologie, avdanced manufacturing, quantum computing.
Le “tecnologie profonde” garantiscono progressi significativi rispetto a quelle attualmente in uso. Il deep tech richiede un’intensa attività di ricerca e sviluppo per elaborare applicazioni pratiche per il business o per i consumatori e portarle dal laboratorio al mercato. Molte di queste tecnologie sono in grado di affrontare grandi sfide sociali e ambientali, e probabilmente contribuiranno a risolvere alcuni dei problemi più urgenti del momento a livello globale. Il deep tech ha il potere di creare i propri mercati o di sconvolgere le industrie esistenti.
Tre sono gli elementi caratterizzanti del deep tech in un contesto aziendale: queste tecnologie possono avere un grande impatto, richiedere molto tempo per raggiungere la maturità ed essere pronte per il mercato, e infine possono richiedere una quantità significativa di capitale.
Gli investimenti dal 2011 in poi
I finanziamenti per le aziende del deep tech – una categoria di investimento nata con la nascita dell’industria tecnologica – sono andati aumentando nel corso degli anni. Dal 2011 al 2016, riporta il Boston Consulting Group, gli investimenti totali in società di deep tech sono saliti da 1,7 a 7,9 miliardi di dollari. Nel periodo successivo un ulteriore balzo in avanti: le attività di finanziamento si sono concentrate principalmente negli Stati Uniti e in Cina, per un totale di circa l’81% degli investimenti privati globali in deep tech dal 2015 al 2018, con circa $ 32,8 miliardi e $ 14,6 miliardi investiti rispettivamente in ciascun paese.
La Cina è il principale motore negli investimenti nel settore della tecnologia profonda, con finanziamenti che aumentano dell’80% ogni anno rispetto al 10% di incremento annuale negli Stati Uniti. Anche i Paesi europei sono anche attivi negli investimenti nel settore del deep tech, seppure in misura minore. Secondo il Financial Times, nel 2017 i finanziamenti totali a questo tipo di società hanno raggiunto circa 3 miliardi di euro per 600 deals.
Gli investimenti in deep tech, si legge in un report 2019 del Bcg, hanno registrato una crescita del 20% all’anno tra il 2015 e il 2018, culminando in quasi 18 miliardi di dollari di investimenti.
Gli investimenti in queste tecnologie innovative hanno raggiunto più di 60 miliardi di dollari nel 2020, dopodiché hanno registrato una crescita significativa tra il 2020 e il 2025, con alcune fluttuazioni nel periodo considerato.
Secondo un rapporto del Boston Consulting Group, nel 2023 gli investimenti globali in startup deep tech hanno raggiunto i 79 miliardi di dollari, segnando una diminuzione del 26% rispetto all’anno precedente. Nonostante questa flessione, il settore ha continuato a ricevere finanziamenti consistenti, in particolare nei settori dell’energia, del clima e delle tecnologie industriali.
Nel 2024, il panorama degli investimenti ha mostrato segnali di ripresa, con un aumento degli investimenti in intelligenza artificiale (IA). Le startup operanti nel settore dell’IA hanno attratto quasi un terzo dei finanziamenti globali di venture capital, con una crescita superiore all’80% rispetto all’anno precedente. In particolare, aziende come xAI, Databricks, Anthropic e OpenAI hanno raccolto complessivamente 40 miliardi di dollari, contribuendo in modo significativo al totale degli investimenti nel deep tech.
2025: i nuovi investimenti
Per il 2025, le previsioni indicano una costante attenzione verso il deep tech, con l’Unione Europea che ha annunciato un investimento di 1,4 miliardi di euro attraverso il Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC) per sostenere le tecnologie strategiche. Inoltre, iniziative come il lancio di un fondo da 50 milioni di euro da parte di Tensor Ventures, focalizzato su startup deep tech in settori come le tecnologie quantistiche e le biotecnologie, evidenziano l’interesse crescente degli investitori verso questo ambito.
Startup e scaleup della “tecnologia profonda” in Europa
Le startup e scaleup del deep tech in Europa stanno giocando un ruolo cruciale nel rafforzare la sovranità tecnologica del continente, affrontando sfide globali attraverso innovazioni scientifiche avanzate. Un articolo di Sifted ha identificato 25 startup deep tech europee che, avendo raccolto oltre 100 milioni di dollari ciascuna, stanno contribuendo significativamente alla competitività tecnologica dell’Europa.
H2 Green Steel — Svezia
L’azienda con sede a Stoccolma è definita da Sifted una “startup infrastrutturale”, ovvero una società di tecnologia climatica con esigenze di capitale elevate, sempre più comuni in Europa. La scaleup mira a produrre acciaio “verde”, riducendo fino al 95% le emissioni di CO2 nel processo di produzione, presso il suo stabilimento a Boden, nel nord della Svezia. Questa tecnologia è essenziale per la transizione energetica e la manifattura in Europa. Ad inizio mese, ha raccolto un imponente round di investimento da 1,5 miliardi di euro guidato da Altor, GIC, Hy24 e Just Climate.
Northvolt — Svezia
Northvolt è la scaleup di gigafactory più finanziata d’Europa, avendo raccolto 9 miliardi di dollari dagli investitori, inclusi 1,2 miliardi di euro in obbligazioni convertibili nell’agosto scorso. Ha già una fabbrica operativa in Svezia e ne sta costruendo altre tre in Svezia, Germania settentrionale e Nord America. Le sue batterie sono utilizzate nei veicoli elettrici, rendendola un attore chiave della transizione verde. Si dice che Northvolt stia per raccogliere oltre 5 miliardi di dollari in finanziamenti azionari in vista di una possibile quotazione in borsa il prossimo anno.
Verkor — Francia
Un’altra scaleup nel settore delle gigafactory, Verkor, con sede a Grenoble, ha ottenuto 2 miliardi di euro di finanziamenti questo mese per costruire un impianto a Dunkerque. Il finanziamento include 600 milioni di euro dalla Banca Europea per gli Investimenti e 650 milioni di euro in sussidi statali. La gigafactory creerà 1.200 posti di lavoro e avvierà la produzione nel 2025 con una capacità iniziale di 16 GWh all’anno. Questo investimento fa parte della strategia di Emmanuel Macron per attrarre investimenti nel settore dei veicoli elettrici e competere con i sussidi statunitensi e cinesi.
Morrow Batteries — Norvegia
Fondata nel 2020, Morrow produce celle per batterie migliorate con grafene, che conferisce loro una maggiore conducibilità elettrica rispetto alle batterie agli ioni di litio. Inoltre, si ricaricano più velocemente, caratteristica molto richiesta dai produttori di veicoli elettrici. Con sede a Oslo, Morrow aprirà il primo stabilimento di produzione di batterie ad Arendal, nel sud della Norvegia, il prossimo anno, trasferendo la produzione dalla Corea del Sud. La società punta a una capacità produttiva di 43 GWh all’anno entro il 2028, sufficiente per alimentare circa 600.000 veicoli elettrici.
Morrow è una delle poche aziende della lista interamente di proprietà di investitori europei, tra cui Siemens, ABB, il fondo pensione danese PKA e la compagnia norvegese Nysnø Climate Investments. Ha raccolto 191,8 milioni di euro in tre anni.
Spazio
ICEYE — Finlandia
Con sede a Espoo, nel nord della Finlandia, ICEYE sviluppa servizi satellitari per sicurezza e industria dal 2015. Possiede una costellazione di satelliti che generano immagini ad alta risoluzione per il telerilevamento. Queste capacità sono ritenute fondamentali dai funzionari dell’UE per la sovranità tecnologica europea, riducendo la dipendenza da satelliti statunitensi o cinesi.
Tra i suoi clienti figurano la NASA e il governo australiano, che utilizza i suoi dati per rispondere a inondazioni e incendi boschivi. ICEYE ha anche realizzato il “People’s Satellite”, acquistato con una campagna di crowdfunding, che ha aiutato l’Ucraina a colpire obiettivi militari russi. Ha raccolto oltre 320 milioni di euro di finanziamenti.
Orbex Space — Regno Unito
La startup scozzese punta a facilitare il lancio di piccoli satelliti, in particolare nanosatelliti cubici, grazie al suo razzo commerciale Prime, che sarà lanciato da uno spazioporto in costruzione nel nord della Scozia e da un futuro sito nelle Azzorre portoghesi. L’Europa ha bisogno di capacità di lancio autonome per non dipendere da razzi statunitensi, cinesi o indiani.
D-Orbit — Italia
Fondata nel 2011 a Como, D-Orbit inizialmente si concentrava sulla deorbita dei satelliti a fine vita, ma si è poi specializzata nei cosiddetti “rimorchiatori spaziali”, che aiutano i satelliti a raggiungere la loro destinazione dopo il lancio. È stata la prima azienda spaziale a ottenere un finanziamento dalla Banca Europea per gli Investimenti (15 milioni di euro nel 2020) e ha vinto contratti per 60 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano.
Intelligenza Artificiale e Robotica
Aleph Alpha — Germania
La startup di Heidelberg sviluppa strumenti di intelligenza artificiale generativa e modelli linguistici per aziende e governi. Molti sperano che Aleph Alpha possa aiutare l’UE a ridurre la dipendenza da OpenAI e dalle aziende statunitensi. Ha già creato un chatbot chiamato Lumi e ha raccolto 100 milioni di euro in un round guidato da NVIDIA.
Mistral AI — Francia
Fondata da ex ricercatori di Meta e Google AI, Mistral AI ha raccolto 105 milioni di euro in soli quattro mesi, senza ancora aver lanciato un prodotto. Il suo obiettivo è competere con OpenAI nella creazione di modelli di intelligenza artificiale generativa.
Calcolo Quantistico
Quantinuum — Regno Unito
Con sede a Cambridge, Quantinuum ha sviluppato il computer quantistico più potente al mondo, il System Model H2. I suoi investitori includono Airbus e BMW Group, che usano il quantum computing per migliorare le reazioni chimiche nei catalizzatori delle celle a combustibile.
PASQAL — Francia
Spin-off della ricerca del premio Nobel Alain Aspect, PASQAL ha venduto due computer quantistici da 100 qubit a Germania e Francia. Prevede di sviluppare un computer da 1.000 qubit nel 2024.
Queste aziende dimostrano come l’Europa stia accelerando gli investimenti nel deep tech per garantire la sua indipendenza tecnologica e competere con Stati Uniti e Cina.
Startup deeptech nel 2020
Ma qual erano le startup deeptech nel 2020, cioè 5 anni fa? Può essere importante per capire a che punto siamo oggi. Qui una lista.
AImotive – Fornisce una tecnologia di guida autonoma basata sull’intelligenza artificiale. Fondata nel 2015 da Laszlo Kishonti, l’azienda ha uffici a Budapest, Mountain View e Yokohama, impiega oltre 200 persone e ha raccolto circa 44 milioni di euro di finanziamenti.
Beit – La sua missione è controllare i computer quantistici con algoritmi in grado di risolvere problemi difficili. La società è stata fondata nel 2016 da Wojtek Burkot, ha sede a Cracovia, in Polonia, e ha ricevuto finanziamenti dalla Commissione europea per un progetto di computer quantistico.
FiveAI – FiveAI sfrutta l’intelligenza artificiale (AI) e l’apprendimento automatico per costruire sistemi di navigazione in grado di alimentare le auto autonome. Fondata nel 2015 da John Redford, Ben Peters, Steve Allpress e con sede a Cambridge, regno Unito, la startup impiega più di 100 persone.
Graphcore – Unicorno con sede a Bristol, ha creato un nuovo processore, l’Intelligence Processing Unit (IPU), progettato per l’intelligenza artificiale. L’architettura unica dell’IPU consente ai ricercatori di intelligenza artificiale di intraprendere nuovi tipi di ATTIVITà, non possibili utilizzando le tecnologie attuali. Fondata nel 2016, ha oltre 300 dipendenti e ha raccolto circa 418 milioni di euro.
IQM – Questa società è stata fondata nel 2018 da Jan Goetz e Kuan Yen Tan ed è uno spin-off del gruppo di ricerca Quantum Computing and Devices dell’Università di Aalto. IQM ha sede a Espoo, in Finlandia, e ha ottenuto un finanziamento di 11 milioni di euro nel luglio 2019,circa un anno dopo la sua fondazione.
Kiutra – Sta sviluppando dispositivi di raffreddamento di nuova generazione per la ricerca di base, la tecnologia quantistica e le applicazioni dei rivelatori basate sul raffreddamento magnetico. Fondata da Jan Spallek e Tomek Schultz nel 2018, la startup ha sede a Monaco di Baviera, in Germania. Il team ha raccolto circa 1 milione di euro di finanziamenti nel 2019 attraverso due diversi round.
LTU – Fondata nel 2018 da Olivier Gravet, Gilles Pingeot e Antoine Tesquier Tedeschi, LTU impiega più di 15 persone con sede a Parigi, in Francia. LTU è una piattaforma di visione artificiale e riconoscimento visivo che fornisce una suite di funzionalità di elaborazione di oggetti e immagini di servizi Web tra cui corrispondenza, confronto preciso, ricerca nella tavolozza dei colori, ricerca di similarità e metadati. Di recente ha ottenuto 4,5 milioni di euro di finanziamenti.
Lilium – Co-fondata nel 2015 da Daniel Wiegand, Sebastian Born, Patrick Nathen e Matthias Meiner, Lilium ha sede vicino a Monaco di Baviera, in Germania. Sta sviluppando un servizio di taxi aereo su richiesta e sta già impiegando più di 400 persone. Nel marzo di quest’anno ha chiuso un round da 224 milioni di euro.
Nivaura – Nivaura offre una tecnologia modulare della piattaforma per consentire l’automazione dei processi per l’assicurazione e l’amministrazione di strumenti come prestiti e obbligazioni. Nivaura è stata fondata nel 2015 da Alessio Menini e ha sede a Londra, Regno Unito. A febbraio 2019 ha raccolto 17,5 milioni di euro.
Tibber – Il suo obiettivo è cambiare il modo in cui acquistiamo e consumiamo elettricità. Fondata nel 2016 da Daniel Lindén e Edgeir Aksnes, Tibber ha sede a Stoccolma, in Svezia. La startup impiega oltre 40 persone.
Il fondo di CDP Venture Capital per il deep tech
A marzo 2021 è partito in Italia con una dotazione di 100 milioni di euro il Fondo Evoluzione, uno dei fondi di CDP Venture Capital – Fondo Nazionale Innovazione, pronto a investire in startup e pmi innovative. Uno degli elementi che lo distingue da altri fondi è che, in questo caso, vengono effettuati investimenti diretti. Gli operatori del Fondo si dicono interessati all’insieme delle tecnologie innovative e di frontiera, originali e fondate su scoperte scientifiche, quali ad esempio AI, Cyber Security, Biotech, MedTech, Nuovi Materiali o Quantum Computing.
Enea Tech: il fondo che investe (anche) nel deep tech
Nel 2020 è stata lanciata Enea Tech, fondazione di diritto privato presieduta da Anna Tampieri e diretta da Salvo Mizzi, nata per supportare lo sviluppo di tecnologie strategiche per la competitività dell’Italia. Il suo plafond è di 500 milioni di euro. Al centro il trasferimento tecnologico, ovvero tutte quelle attività che abilitano il passaggio di un’idea o un progetto dalla ricerca scientifica al mercato. Enea Tech effettuerà Interventi tra i 100mila euro e i 15 milioni di euro per startup, pmi, spin-off e altri tipi di imprese attive nei settori Green, Energy e Circular Economy, Healthcare Technology, Information Technology e anche nel deep tech. Come spiega in questa intervista Anna Tampieri, nel deep tech sarà rivolta attenzione alle “tecnologie emergenti, come quelle quantistiche, nel presidio dei servizi di Difesa e Sicurezza, nello sviluppo di microelettronica e fotonica” Ma anche “la filiera aerospaziale, la robotica industriale e la meccanica avanzata”.
Startup deep tech Italia: 4 esempi
L’Italia vanta un ecosistema in crescita nel settore del deep tech, con diverse startup che stanno emergendo in vari ambiti tecnologici. Ecco quattro esempi significativi:
- D-Orbit: Fondata nel 2011 a Como, D-Orbit è specializzata in servizi di logistica spaziale, offrendo soluzioni per il trasporto e il posizionamento di satelliti in orbita. L’azienda è stata la prima nel settore spaziale a ottenere un finanziamento dalla Banca Europea per gli Investimenti, ricevendo 15 milioni di euro nel 2020.
- Genoa Instruments: Nata come spin-off dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Genoa Instruments è l’unica azienda italiana a produrre microscopi ottici di nuova generazione. Recentemente, ha ottenuto un finanziamento di 1 milione di euro guidato da Deep Blue Ventures, con l’obiettivo di accelerare la distribuzione globale di PRISM, il suo microscopio ottico a super-risoluzione.
- D-Heart: Fondata nel 2015 da Niccolò Maurizi e Nicolò Briante, D-Heart ha sviluppato un elettrocardiografo portatile che si collega a smartphone e tablet, permettendo a chiunque di eseguire un ECG di livello ospedaliero in autonomia. La società è stata recentemente acquisita dal gruppo medico americano Strena Medical, diventando la divisione specializzata in telemedicina e assistenza domiciliare.
- iGenius: Questa startup italiana sta collaborando con Nvidia per costruire uno dei più grandi sistemi di intelligenza artificiale al mondo, denominato “Colosseum”. Questo progetto mira a sviluppare modelli di linguaggio avanzati destinati a settori con rigide regole di protezione dei dati, come i servizi finanziari e la sanità.
Queste aziende rappresentano l’innovazione italiana nel deep tech, contribuendo a rafforzare la posizione del paese in settori tecnologici avanzati.
(Articolo inizialmente pubblicato il 22 marzo 2021 e aggiornato al 20/03/2025)