Il Decreto Rilancio, che dovrà essere convertito in legge entro metà luglio, porterà nuove risorse alle startup grazie a un emendamento approvato in Commissione Bilancio: prevede, infatti, che ogni euro investito da privati venga moltiplicato per 4 grazie all’intervento del Fondo Nazionale Innovazione, cioè CDP Venture Capital. Il testo contiene anche una buona notizia per gli investitori privati: innalza la soglia di deducibilità fiscale al 50% da 100 a 300mila euro.
“Per la prima volta viene stabilito un principio importante”, dice Mattia Mor, deputato di Italia Viva e primo firmatario dell’emendamento. “Le imprese che riescono a trovare capitali sul mercato vengono premiate dallo Stato con un investimento aggiuntivo. La valutazione non viene quindi fatta dal pubblico, non ci sono più investimenti a pioggia. È un modello raro e importante”.
Dopo la presentazione del piano triennale di CDP Venture Capital, il Decreto Rilancio (qui il testo completo e i provvedimenti a favore di startup e venture capital) metterà quindi sul tavolo quasi un altro miliardo di euro a sostegno dell’ecosistema italiano dell’innovazione, dai 500milioni per il trasferimento tecnologico ai 200 affidati al Fondo Nazionale Innovazione, anche per moltiplicare gli investimenti dei privati.
Decreto rilancio, la conversione entro il 18 luglio
“Questo è soltanto l’inizio di una grande azione a sostegno delle startup e dell’innovazione”, promette Mattia Mor, che nel settembre 2018 aveva presentato un sua proposta di legge dedicata, lo StartAct. “Finalmente c’è una dotazione importante di 1 miliardo, ma soprattutto sta maturando la consapevolezza politica dell’importanza e della necessità di dare sostegno al sistema delle nuove imprese per la crescita di tutto il sistema economico del Paese”.
Mor è soddisfatto del risultato perché, di solito, gli emendamenti approvati in Commissione vengono confermati in aula. In questo caso, che è quello di un decreto monster, la più grande finanziaria mai fatta, alla Camera verrà posta la fiducia e poi il provvedimento passerà al Senato per una lettura veloce prima della conversione in legge, che deve essere fatta a entro il 18 luglio. “A quel punto il moltiplicatore avrà i suoi effetti, anche se prima serviranno i decreti attuativi del Mise sulle modalità di utilizzo dei fondi”, ricorda Mor.
Il moltiplicatore degli investimenti privati sulle startup
Durante la presentazione del piano triennale di CDP Venture Capital, il CEO Enrico Resmini rispondendo alla domanda di EconomyUp “La dotazione di 1 miliardo potrebbe aumentare?”, aveva detto: “Stiamo a vedere il percorso del Decreto che il Governo sta preparando. Dovrebbe esserci 200 milioni per l’innovazione. Vedremo quale sarà il soggetto chiamato a gestirli”. “Sul Decreto è scritto che sarà il Fondo Nazionale Innovazione e grazie a quelle risorse si potrà fare l’effetto leva sugli investimenti privati”, dice Mor. “Se poi il Mise deciderà diversamente in fase di attuazione, vedremo”.
C’è quindi ancora il rischio che si creino nuove strutture, “corpi intermedi”, per la gestione delle risorse dedicate all’innovazione, come l’ultima nata, EneaTech, per la gestione del mezzo miliardo dedicato al trasferimento tecnologico. “Questa è un’ottima scelta”, commenta Mor, che però aggiunge: “Sarà fondamentale la qualità della governance, l’operatività. Adesso non mi pronuncio ancora. Certo mi auguro che vangano fatte scelte di qualità e che le risorse vengano investite con il modello fondo dei fondi, per fare crescere l’ecosistema. Sappiamo bene che il rischio degli investimenti diretti è sempre quello di premiare situazioni non efficienti”.
Business angel: più deducibilità solo per i privati
L’emendamento del “moltiplicatore” ha però creato qualche malumore fra i business angel. “Sì, lo so. Ricordo che il Decreto prevedeva l’aumento dal 30% al 50% della deducibilità fiscale degli investimenti in startup ma fino a 100mila euro l’anno”, spiega Mor. “Con l’emendamento questa soglia è stata aumentata a 300mila euro, ma solo per gli investitori privati. Sono quindi esclusi i network, le società di capitali, i club deal. Il testo originale li includeva ma non è stato approvato in quella forma. Il mio obiettivo adesso è allargare anche ad altri soggetti, che non siano i fondi di venture capital, questi vantaggi fiscali”.
Perché, ovviamente, la partita non finisce qui. “Questo è soltanto l’inizio. Abbiamo ancora tante cose da fare”, ripete Mor. “Il miliardo è un grande risultato. Ma adesso abbiao il Decreto Semplificazioni, la legge di bilancio e tre di lavoro davanti. La fortuna è stata poter partire con la disponibilità di risorse importante. Siamo poi riusciti a far passare l’importanza dell’innovazione e delle startup per lo sviluppo futuro: finora in Parlamento eravamo pochi a occuparci di questi temi…Quindi, il momento è ora!”