Ha chiamato la sua società GH, che sta per Grow Hormon. Stefano Ceci crede quindi nella crescita possibile, pensa che le start up possano essere uno degli ormoni essenziali e per questo ha creato anche la prima associazione di categoria, Startup Turismo.
Dopo un importante carriera nell’amministrazione pubblica (è stato direttore generale dell’Apt Servizi della Regione Emilia Romagna) e con una consolidata esperienza nel mondo del turismo, Ceci, 44 anni, è impegnato sul fronte delle start up con tipica esuberanza bolognese. «Mio padre e mio nonno sono stati imprenditori. Ho nel sangue la voglia d’impresa e prima o poi doveva venire fuori». Nel 2011 ha vinto il Premio Nazionale dell’Innovazione con la startup Freshcreator (piattaforma per la creazione di siti aziendali). Quindi ha creato, a Bologna, un acceleratore dove ha appena chiuso un primo round di incubazione con 3 default, 2 progetti sostenibili e 2 importanti. «Adesso lanciamo la call per il secondo round: 5 start up da incubare nel 2014, tutte digitale questa volta».
Nell’ecosistema startup Ceci porta la sua conoscenza dell’industria del turismo. Ha frequentato per anni i meandri degli enti pubblici, a livello nazionale ed europeo; è stato consulente del governo, adesso è project leader di Toolisse, piattaformae di servizi tecnologici per il turismo cofondato con Trentorise in collaborazione con l’Università di Trento e la Fondazione Arhef. Nei prossimi tre anni il marketplace sarà lanciato e sperimentato in Trentino per essere poi esteso a tutt’Italia.
L’associazione Turismo guarda a un comparto importante del made in Italy: il turismo ma anche alla cultura come “prodotto” in grado di attirare e orientare i flussi dei viaggiatori. Perché un’associazione di categoria per le startup? «Per condividere esperienze e valorizzarle ma anche per creare standard», risponde Ceci, che ha già raccolto 23 iscritti, da community a tour operato di nuova generazione. «Stiamo vagliando altre 12 domande di adesione. Una qualche selezione va fatta. La nostra stima è che le start up del settore turistico siano circa 70».
Ma serve una realtà così verticale e così piccola? Ceci non ha dubbi: sì, a patto che si integri in strutture più grandi. «Serve una visione di sistema. Sono quindi convinto di dover stare in una casa madre». E sta lavorando perché questa casa sia Italia Startup, l’associazione presieduta da Riccardo Donadon. «Siamo iscritti e stiamo valutando diverse ipotesi di collaborazione».