Sharing economy

Dai un passaggio e noi ti diciamo quanto ci guadagna l’ambiente

L’ad di Bringme, Gerard Albertengo, spiega come è nata la piattaforma di carpooling che permette di visualizzare le possibilità di condivisione di un percorso e di misurare l’effettivo risparmio in termini di CO2. “All’inizio volevamo creare un semplice servizio web riservato ai pendolari”

Pubblicato il 12 Ago 2014

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Gerard Albertengo, ad di Bringme

È una delle mode del momento, perché unisce due trend in forte crescita: risparmiare e fare nuovi incontri. Il carpooling sta cambiano le abitudini degli italiani. Secondo stime di BlaBlaCar, uno dei servizi più diffusi in Europa sul fronte della condivisione dei passaggi in auto, nei giorni a cavallo di Ferragosto saranno messi a disposizione oltre 300 mila posti in auto, il 480 per cento in più rispetto alle vacanze 2013. Con notevoli risparmi personali e impatto positivo anche sul traffico e sulle emissioni di CO2.

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Dunque è boom anche per le startup del settore. Una su tutte, Bringme, con i suoi attuali 17mila viaggi in partenza in questo mese e il 38% degli utenti composto da donne, dal 2011 sta vivendo una crescita continua. Tanto che a fine 2013 ha lanciato un nuovo servizio. Basato su questo principio: “Se le persone risparmiano per andare in vacanza lo farebbero anche per andare al lavoro ogni giorno”.

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“A settembre – racconta l’amministratore delegato Gerard Albertengo – Bringme è diventata una srl grazie all’ingresso di un fondo di investimento. Sempre nel 2013 si avvia il processo di verticalizzazione del prodotto con la nascita prima del portale Carpooling Università. Ci abbiamo messo poco a pensare a Jojob, dedicato al carpooling aziendale”.

Lo studio del servizio è durato oltre sette mesi in quanto è stato necessario analizzare i precedenti fallimentari tentativi in Europa e in Italia per comprenderne le cause: “Il numero di pendolari in Italia si aggira intorno ai 18 milioni di persone. Tale numero è notevolmente superiore a quanti invece utilizzano l’auto per spostamenti saltuari e di lunga percorrenza. Ideare un servizio di carpooling per il pendolarismo rappresenta quindi un’azione dal forte impatto ambientale potenzialmente in grado di produrre sensibili benefici alla viabilità”.

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Ma come funziona? Jojob è costituito da una piattaforma web e un’applicazione mobile che si integrano al fine di incentivare, monitorare e misurare l’intervento di mobilità sostenibile. Attraverso la piattaforma web si ottiene dapprima una mappatura degli spostamenti casa-lavoro relativi alle aziende limitrofe. Questo consente all’utente di visualizzare tutte le possibilità di scambio non solo con i propri colleghi bensì con tutti coloro che raggiungono la zona. L’applicazione mobile consente invece di misurare l’effettivo risparmio in termini di CO2 ed energia generato dal carpooling. L’azienda dispone di tali dati e può proporre benefits e incentivi alla condivisione.

E pensare che tutta l’avventura è partita da un’esigenza personale: “Il progetto Bringme è nato ad inizio 2011 da un semplice aneddoto: un amico fermo all’aeroporto di Milano causa sciopero dei mezzi pubblici. L’idea era creare un semplice servizio web riservato ai pendolari ed ai trasporti da e per gli aeroporti”, spiega l’amministratore. A settembre 2011 è andato online Bringme, portale web di carpooling fortemente orientato agli eventi sportivi e musicali. In pochi mesi, senza campagne marketing, Bringme aveva superato i 500 utenti: “Visto il successo –prosegue – abbiamo deciso di investire personalmente nel progetto decretando così una forte crescita degli utenti e dei viaggi condivisi”.

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Nel 2012 è partita la prima applicazione al mondo in grado di certificare la compresenza in auto di più persone lungo il tragitto derivandone così la CO2 risparmiata: “Tale innovazione ci ha consentito di essere incubati all’I3P del Politecnico di Torino”. Che li ha aiutati a trovare investitori. Per la programmazione il team si è rivolto a una società specializzata, una web agency, di Torino la Webinspire.

Tutto senza difficoltà? “Le difficoltà sono sempre molte – conclude – ma sono quelle che ci permettono di migliorare e di crescere. Se devo individuare la maggiore direi l’approccio con le istituzioni. Da sempre Bringme cerca di coinvolgere le istituzioni pubbliche, partendo dai piccoli comuni fino ai grandi enti statali, con il fine di promuovere un’iniziativa ecologica e rivolta verso una mobilità più sostenibile. Purtroppo le risposte sono ancora troppo poche”.

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