Premetto che alle critiche preferisco sempre i consigli. Dire che una definizione è troppo lunga o che una regola è sbagliata di sicuro non aiuta il sistema se non viene proposta una soluzione migliore. in questo caso vorrei spiegare perchè invece credo che quel 5% destinato agli investitori professionali sia lungimirante nel caso del crowdfunding.
Una ricerca di capitale che porta ad avere numerosi investitori di piccolo importo ha necessariamente caratteristiche di valutazione diverse da quelle effettuate per importi rilevanti. Se io investo 1000 euro, non posso dedicare intere giornate alla comprensione e alla valutazione di un business plan, di una tecnologia e di un team. Se invece sono già strutturato per fare una analisi approfondita e l’importo che prevedo di investire è superiore, presumibilmente dedicherò tempo e attenzione, tutelando quindi anche coloro che non effettueranno una corretta due diligence.
Credo che sia necessario avere una verifica della valutazione di qualche esperto, altrimenti rischiamo di avere valutazioni sballate con una conseguenza: a rimetterci le penne sono i piccoli risparmiatori. La normativa sul crowdfunding riguarda infatti equity e non beni. In questo caso si ha un beneficio solo se il valore dell’investimento sale. ma se il valore è fin dall’inizio non correlato al vero valore dell’azienda, questa possibilità si annulla. Credo quindi che la validazione di un professionista che decide anch’esso di rischiare i propri soldi sia il metodo più efficace e meno oneroso di ottenere questo controllo.
* Cristiano Esclapon è founder di Club Italia Investimenti 2 e di SIamoSoci.com