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Nel campo della tecnologia i nomi si ripetono come un ritornello: Amazon, Apple, Facebook Google, intorno a loro ruota un mercato globale, grande a tal punto da far meritare a queste aziende l’appellativo di “big del tech”.La nascita costante di aziende tecnologiche ad alto potenziale di crescita è ormai uno scenario consolidato dalle parti della Silicon Valley, e tali dinamiche si stanno ripetendo anche sul mercato orientale. I casi dei colossi cinesi Huawei e Xiaomi ne sono l’esempio più palese. E in Europa? Esistono le condizioni affinché si possa creare una “culla tecnologica” dalla quale far crescere una billion dollar company digitale?
La domanda ha animato l’ultimo “MailUp Investor Day” organizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano. MailUp è una piattaforma di email marketing tra le più utilizzate dalle aziende italiane che permette di inviare mail, SMS e newsletter tramite il sistema cloud (Software as a Service).
Nasce nel 2003 come agenzia di comunicazione ma è con la scelta di dedicarsi alla realizzazione di prodotti digitali che arriva la scalata nel business, con MailUp (la piattaforma cloud ha lo stesso nome della società, ndr) che rappresenta il percorso finale di una serie di tentativi molti dei quali non andati a buon fine nel corso degli anni.
Come succede spesso in questi casi le chiavi del successo però stanno tutte nelle scelte strategiche: prima la decisione di diventare leader nei mercati emergenti, trascurando quelli anglofoni già troppo affollati, e poi l’idea quotarsi sul mercato AIM di Borsa Italiana. I risultati parlano chiaro con il fatturato di dicembre 2014, secondo gli ultimi dati rilasciati dalla società, che ha subito un incremento del 31% rispetto al mese precedente.
Da qui parte la voglia di interrogarsi sulle possibilità concrete di creare una billion dollar company europea. «Quando ci chiedono se non abbiamo paura che da un giorno all’altro arrivi Google o Amazon a comprarci — sottolinea Gorni — rispondiamo che si tratta di una situazione in cui non intravediamo un pericolo. Il vero rischio per noi è quello di allineare tutti i nostri 100 dipendenti verso un unico obiettivo. È così che si diventa grandi, e per riuscirci dobbiamo confrontarci con chi ce l’ha fatta».
Uno che ce l’ha fatta è sicuramente Franck Le Ouay, co-fondatore di Criteo ex startup digitale francese leader nel settore
dell’advertising online, ospite d’eccezione dell’evento. Oggi Criteo è quotata al Nasdaq può vantare su una squadra di oltre mille dipendenti, 800 milioni di fatturato e opera su trenta mercati in tutto il mondo.
«Siamo nati nel 2005 lavorando per i primi tre anni nel settore della tecnologia — racconta Le Ouay — ma senza avere una struttura commerciale. Nel 2008 poi abbiamo cominciato ad occuparci per la prima volta di pubblicità lanciando i nostri prodotti sul mercato. Non è stato facile per me raggiungere questi risultati, mi sono dovuto reinventare ogni qual volta si presentavano davanti problematiche di vario tipo, da quelle manageriali a quelle economiche».
Una storia che per certi versi somiglia a quella di MailUp, e dalla quale è possibile trarre degli insegnamenti, considerato che Criteo si è affermata anche negli Stati Uniti aprendo una sede nella Silicon Valley ancor prima che a Parigi .
Le parole di Ouay dovrebbero suonare come un vero e proprio motto per chi vuole realizzare una startup digitale in Europa: «Mai aspettare, mai stare fermi. Se si ha un’idea — sottolinea Ouay — bisogna adoperarsi per realizzarla, questo è l’unico modo per capire se un progetto può funzionare. Il mercato decide certo, ma anche avere una buona strategia di business e una concreta capacità di essere lungimiranti può aiutare ad arrivare fino in fondo. Quando apri una startup devi sempre focalizzarti sul prossimo obiettivo, sul prossimo giorno di lavoro, su cosa vorrai fare o chi vorrai incontrare il mese prossimo».