Il colosso giapponese SoftBank, attivo nel campo delle telecomunicazioni, continua a investire sul coworking di WeWork, startup americana tra le più valutate al mondo, con una nuova iniezione di 3 miliardi di dollari.
Dopo aver già finanziato l’anno scorso la società con un miliardo di dollari, SoftBank Group Corporation – holding finanziaria multinazionale giapponese con sede a Tokyo, fondata il 3 settembre del 1981 da Masayoshi Son – ha annunciato un ulteriore finanziamento da 3 miliardi. La valutazione di WeWork raggiunge così i 42 miliardi di dollari.
CHE COSA FA SOFTBANK
SoftBank Group Corp è una holding multinazionale giapponese che si occupa di telefonia fissa, telefonia mobile, Internet a banda larga, commercio elettronico, finanza, marketing, progettazione di semiconduttori e altro.
Possiede varie società (Softbank Vision, Fund Arm Holdings, Fortress Investment Group, Boston Dynamics) e detiene partecipazioni in Sprint (85%), Alibaba (29.5%), Yahoo Japan (48.17%), Brightstar (87.1%), Uber (15%), e Didi, oltre appunto a WeWork e a molte altre.
È stata fondata a settembre 1981 a Tokyo da Masayoshi Son, all’epoca 24enne e oggi descritto come il numero due della tecnologia giapponese o anche il Bill Gates del Giappone. Masayoshi Son è riuscito a trasformare un piccolo distributore di software per pc in un gigante mondiale. Popolarissimo sui social e spesso accusato di megalomania, può però sfoggiare un primato: è uno dei pochi “re” della tecnologia mondiale amico del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, altrimenti non visto di buon occhio dalla comunità hi-tech per le sue posizioni conservatrici.
L’imprenditore giapponese non ha mai smesso di scommettere sull’evoluzione del proprio business: è per questo che ha puntato sulla robotica con Pepper. Il robot umanoide lanciato nel 2014 da SoftBank è un vero e proprio commesso inanimato in grado di vendere pizze o macchine da caffè ai clienti o anche di fornire assistenza di tipo sanitario. Nei luoghi dove è stato testato, questo umanoide altro circa 1,20 centimetri ha contribuito a incrementare le vendite dal 20 al 70%.
Che cosa succederà nei negozi con l’arrivo dei “robot-commessi”
Proprio in questi giorni SoftBank ha ricevuto il via libera dalla Borsa di Tokyo per quotare la controllata di telefonia mobile attraverso un’Ipo (Initial public offering). Il colosso nipponico stima di poter raccogliere 2.600 miliardi di yen (23 miliardi di dollari) in caso di elevata richiesta, in quella che potrebbe essere la più grande operazione di Ipo di titoli tecnologici dell’anno e una delle più grandi nella storia.
CHE COSA FA WEWORK
È una startup che fornisce spazi di coworking, nata a New York, oggi presente in diverse nazioni nel mondo. Negli anni scorsi ha raccolto finanziamenti da Fidelity Investments, Benchmark Capital, T. Rowe Price, Harvard Management Co., Wellington Management, J.P. Morgan Chase, e Goldman Sachs. La valutazione della compagnia è cresciuta rapidamente dalla sua fondazione nel 2010, partendo dai 100 milioni di dollari del 2012 ai 5 miliardi del 2014, fino ad arrivare ai 10 miliardi di metà 2015. Nel 2017 la valutazione è più che raddoppiata, arrivando a 21 miliardi di dollari: questo le ha consentito di catapultare l’azienda direttamente al terzo posto della classifica delle startup Usa più valutate. Qui un viaggio all’interno degli uffici newyorchesi di WeWork.
Startup Usa, il coworking di WeWork conquista il terzo posto: ecco la classifica
SOFTBANK E WEWORK: NUOVI FONDI PER L’ESPANSIONE
Da tempo Softbank ha scelto di finanziare le startup quale strategia di open innovation, paradigma in base al quale un’impresa ricerca innovazione al proprio esterno. Come visto sopra, ha versato molti soldi in Uber, la startup più valutata al mondo. Con il nuovo finanziamento, WeWork dovrebbe salire al secondo posto (dal terzo dove si trovava) in questa classifica.
I fondi serviranno ad alimentare le ambizioni di WeWork, che non solo si sta espandendo rapidamente in tutto il mondo, ma sta anche spostando gradualmente il business dall’offerta di spazi di lavoro flessibili e di servizi aziendali alla formazione, alla gestione di appartamenti e molto altro.
Attualmente WeWork ha 297mila desk in 24 Paesi e ha in programma di aprire altri 100mila nuovi desk in questo trimestre. La società, nei primi 9 mesi del 2018, ha generato un fatturato pari a 1,25 miliardi e punta ai 2 miliardi entro la fine dell’anno. Le perdite però ammontano a 2 miliardi su base annuale.