L’emendamento che da una settimana agita l’ecosistema dell’innovazione va ritirato. È la richiesta che arriva dall’associazione che lo rappresenta, InnovUp. Il 31 marzo è stata approvata alla Camera la Legge di delegazione europea che accoglie, nell’articolo 29, un emendamento presentato in Senato dal PD, che limita fortemente l’uso di strumento e processi digitali nel diritto societario. Ne abbiamo parlato estesamente qui.
Il passaggio parlamentare è arrivato subito la dopo sentenza 2643/2021 del Consiglio di Stato che ha, nei fatti, reso illegittimo il decreto del MISE che dal luglio 2016 permetteva la costituzione online e senza notaio delle startup innovative. Non si è fatto in tempo a preoccuparsi per l’impatto di questo passo indietro che è arrivato l’emendamento che recepisce la direttiva europea 1151/2019 sull’utilizzo di strumenti e processi digitali nel diritto societario senza introdurre un cambiamento ma conservando nella sostanza l’esclusiva dei notai per la costituzione delle società, startup comprese.
La normativa europea prevede che dal primo agosto 2021 la costituzione delle società dovrà poter essere completamente svolta in via telematica, mentre l’articolo incriminato eliminerebbe, nei fatti, la libertà di scelta e di concorrenza eliminando la possibilità di introdurre qualsiasi agevolazione per le nuove realtà imprenditoriali.
In questo contesto critico e incerto per imprenditori, professionisti e Camere di Commercio, si legge in una nota, “InnovUp sostiene la necessità di eliminare tempestivamente l’emendamento alla Legge di Delegazione Europea per ridiscutere, con tutti gli attori in gioco, la soluzione migliore in grado di tutelare gli imprescindibili principi di legalità ma allo stesso tempo garantire una costituzione rapida e poco onerosa”.
Insomma, il recepimento della direttiva europea dovrebbe essere un’occasione per realizzare una concreta semplificazione, digitalizzando e standardizzando i processi con un conseguente abbattimento dei costi. Questo sarà possibile attraverso l’apertura del mercato della costituzione digitale ad una pluralità di operatori che migliorino progressivamente il servizio per i cittadini, abbassandone contemporaneamente i costi, in virtù dei meccanismi concorrenziali.
Un percorso che, evidentemente, non può essere visto di buon occhio dal Notariato, che negli anni scorso ha già perso quote importanti del proprio fatturato, e ha sviluppato una intensa azione di lobby per “depotenziare” gli effetti della direttiva europea e spingere verso l’adozione della piattaforma creata da Notartel, come si evince dall’incontro, giovedì 8 aprile, adel Consiglio Nazionale del Notariato con il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti: “Al centro del confronto la creazione della piattaforma online per le srl startup innovative”, si legge in una nota pubblicata sul sito del Ministero. “La questione nasce all’indomani della sentenza che riporta in capo ai notai la costituzione di queste società”. Se il ministro ha già incontrato i notati, InnovUp auspica che “possa a breve ricevere anche la delegazione proveniente dal mondo delle imprese innovative che, peraltro, si erano fatte parte attiva, al fianco del Ministero, nella causa sulla legittimità del D.M. 17/02/2016, in un’ottica di sintesi costruttiva”.
“Le dinamiche da tenere in considerazione al riguardo sono numerose e i meccanismi ad oggi adottati non sono stati particolarmente vincenti né per le startup, né per i professionisti e nemmeno per le Camere di Commercio”, commenta Angelo Coletta, Presidente di InnovUp “Come Associazione continueremo a lavorare come punto di incontro e dialogo tra questi ‘mondi’, in linea con i principi di semplificazione, digitalizzazione, concorrenza e libertà di iniziativa che sono fondanti dell’ecosistema e delle ambizioni primarie dell’odierna azione europea”.
“È fondamentale riconsiderare i termini della questione, dando l’occasione alle parti in causa di presentare le posizioni al riguardo con l’unico obiettivo di migliorare il contesto normativo in cui avviare nuove iniziative imprenditoriali nel nostro Paese”, insiste InnovUp, che chiede anche che si faccia chiarezza sulle circa 3500 startup che dal 2016 sono state costituite online: “InnovUp ritiene si debba sanare il vulnus creatosi sia attraverso azioni che vadano a risolvere le situazioni ex ante sia grazie ad una nuova normativa per le future costituzioni digitali. In tal senso, ovviamente, ci aspettiamo un’immediata azione normativa che definisca i perimetri di legittimità delle startup che si sono costituite online negli ultimi cinque anni, per mezzo di un decreto ministeriale o di una nota del Governo”