Negli ultimi mesi, ho affiancato come mentor 11 team che partecipavano alle challenge di open innovation organizzate da Lazio Innova, società in house della Regione Lazio che opera nell’ambito della gestione dei progetti a sostegno dell’innovazione, in collaborazione con Unidata e Federazione Apicoltori Italiani (Fai).
Open Innovation, Lazio Innova lancia due competizioni per startup foodtech e IoT
L’iniziativa di Lazio Innova ha una struttura peculiare che merita di essere sottolineata. Il punto di partenza è quello di qualsiasi challenge di open innovation: un’azienda definisce un bisogno di innovazione e si rende disponibile a valutare le soluzioni proposte da startup, gruppi informali e università.
Nel caso specifico, Unidata voleva individuare soluzioni IoT compatibili con Lora (una tecnologia di rete wireless a basso consumo e basso costo ideata per connettere oggetti), mentre la Fai era alla ricerca di idee per valorizzare le produzioni artigianali di miele e il sigillo Miele Italiano.
Tra le numerose candidature, il team di Lazio Innova ha individuato 11 candidati che hanno partecipato a un programma di 4 incontri:
1. presentazione del progetto
2. discussione del progetto con l’azienda promotrice
3. proposta definitiva e impostazione del pitch
4. prova del pitch
Al termine del programma di mentorship, i team sono stato ospiti degli stand di Lazio Innova e Unidata alla Maker Faire e hanno presentato i propri progetti. I due team vincitori, Tesmi per Unidata e BeeSharing per Fai, si sono aggiudicati un premio di 10.000 euro a fondo perduto, che potranno usare per realizzare la proposta.
Un format di open innovation che funziona
Perché il format di Lazio Innova merita un plauso? Per quattro motivi:
1. l’azienda che promuove la challenge ha un mese di tempo per dialogare con i team, conoscerli e apprezzare la capacità di rispondere positivamente alle sollecitazioni che ricevono durante l’incontro;
2. entrambe le parti devono essere sempre presenti agli incontri, con obiettivi e aspettative chiare che permettono di lavorare in modo proficuo e di trovare un punto di incontro vincente per entrambi;
3. i team imparano a presentare in modo efficace la propria idea in tre minuti. È un’opportunità significativa soprattutto per chi, come i ricercatori universitari, è abituato a parlare dei propri progetti a platee tecniche usando slide piene di numeri e grafici;
4. Lazio Innova investe per realizzare la challenge e mettere a disposizione dei team 10.000 euro come contributo per realizzare il progetto.
Tre spunti per fare meglio
Ci sono margini di miglioramento? A mio avviso si potrebbe lavorare in quattro direzioni:
più premi. Abbiamo potuto premiare solo un progetto per challenge e avremmo voluto fare di più perché alcuni team che non hanno vinto avevano fatto oggettivamente un ottimo lavoro, tant’è vero che sia Unidata che la FAI hanno espresso la propria intenzione di proseguire la relazione con più team contemporaneamente.
contributo spese. Alcuni team venivano da fuori Roma e quindi hanno dovuto sostenere delle spese non irrilevanti per le trasferte. Si potrebbe immaginare che tutti i team ammessi alla challenge ricevano un contributo spese forfettario.
follow-up. Avrebbe senso far continuare l’attività di mentorship anche dopo la premiazione, con l’obiettivo di rafforzare il progetto e affiancare i team più giovani nella costruzione della loro idea insieme e per conto dell’azienda madrina.
co-design. Le organizzazioni non sono tutte uguali, quindi il format potrebbe essere reso più flessibile per accogliere diversi tipi di esigenze. In questo senso, potrebbe essere interessante svolgere un’attività di co-design coinvolgendo aziende di diversa tipologia.
Nel corso dell’evento di premiazione è stata anche annunciata la prossima challenge che si svolgerà in collaborazione con Unilever. Trovate tutti i dettagli sul sito di Lazio Innovatore.