Il corporate venture capital in Italia è un ritorno per l’Italia. Perché ha avuto una stagione felice, anni addietro. Poi è stato dimenticato. Adesso c’è un ritorno di interesse, ma il livello di investimenti delle aziende su progetti innovativi è ancora basso rispetto agli standard europei. Perché? Come si può incentivare la cultura del rischio nelle scelte di investimento delle aziende? “Corporate Venture Capital, il ritorno di innovazione e sviluppo” è il titolo di una sessione dell’EY Capri Digital Summit, che dopo un keynote speech di Fabio Gallia, CEO di Cassa Depositi e Prestiti, vedrà la partecipazione di Anna Gervasoni, Direttore Generale AIFI, Michele Barbera, CEO Spaziodati, Federico Leproux, CEO TeamSystem, Pietro Sella, CEO Gruppo Banca Sella e Stefano Soliano, Direttore Generale ComoNExT.
La principale ragione del ritardo italiano non è finanziaria ma culturale, dice nella videointervista Michele Padovani di EY, che modererà il panel. C’è ancora un freno culturale che si sostanzia nella bassa propensione al rischio delle aziende, nella paura del fallimento, nella incomprensione delle posizioni di minoranza. Ma qualcosa sta cambiando e questo rinnovato interesse va sostenuto con scelte che sostengano soprattutto le exit, cioè la realizzazione dell’investimento effettuato. Perché il corporate venture capital resta una leva decisiva nelle strategie di open innovation
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