CircleMe, aggregatore di contenuti Made in Italy, continua a crescere e si dota di due nuovi strumenti per contrastare i competitor più conosciuti, Flipboard in primis: di recente ha debuttato in italiano (finora, per ragioni strategiche, era solo in inglese) e tra poche settimane lancerà un re-design del sito che punta a garantire una user experience molto migliore.
“Il mercato dei contenuti in Rete è molto grande e ha ancora tante potenzialità – spiega Giuseppe D’Antonio, founder & ceo della startup– ma presenta anche numerose difficoltà: finora nessuno ha trovato ‘la’ soluzione”. Il suo team ci sta provando, forte dei 2,5 milioni di euro in venture capital garantiti a suo tempo da Innogest Capital Sgr di Torino.
Gli investitori hanno creduto da subito a questa business idea nata tra gennaio e febbraio 2011 e lanciata a marzo 2012. In pratica si tratta di un sito web e anche di un’app per Android, iOS e Blackberry, che permette agli utenti di ottenere contenuti (notizie e altro) legati alle proprie “passioni”. Una sorta di giornale personalizzato che si basa sia sui like apposti dall’utente ad un determinato argomento sia sui to-do (in questo caso l’utente indica un argomento che gli piacerebbe approfondire). Ogni giorno, collegandosi al sito o accedendo all’app, il navigatore potrà usufruire di una serie di contenuti pre-selezionati che rispecchiano appunto i suoi interessi e le sue “passioni”. Le passioni contenute nel database di CircleMe sono attualmente circa un milione. Possono essere elementi specifici – Lady Gaga, Dante Alighieri, la città di New York – o generici – la filosofia – o anche ultra-specifici, per esempio il ristorante preferito.
Se un utente mette un like su Lady Gaga, potrà ricevere con settimane di anticipo informazioni sui suoi prossimi concerti, mentre se indica tra i like un particolare libro, potrebbe essergli comunicato quando uscirà la prossima opera di quello scrittore.
A tutt’oggi CircleMe vanta circa 70mila utenti e pubblica intorno ai 25.000-30.000 nuovi contenuti al mese: all’inizio erano circa 10mila. “Cresciamo del 10-15% al mese” ammette D’Antonio, spiegando il modello di business intorno a cui ruota questa piattaforma di aggregazione di contenuti: “Le aziende desiderano entrare in contatto con persone che abbiano interessi specifici: per esempio l’agenzia che organizza i concerti di Marco Mengoni ha tutto l’interesse ad avere un elenco dei suoi fan per proporre a questa community biglietti scontati o altri gadget. Ne ricavano benefici l’agenzia, i fan e anche noi che stiamo studiando una forma di fee sugli introiti. Anche Google e Facebook cercano di studiare i comportamenti dei navigatori, ma non lo chiedono in modo esplicito. Noi diamo la garanzia che gli appassionati di qualcosa sono veri appassionati”.
Convinti della validità del progetto, il team, composto da 9 persone a Milano, due in UK e una in Ungheria, ha lavorato negli ultimi mesi a due novità rilevanti: il 17 aprile questa società Italiana, che per ragioni strategiche aveva deciso nel 2012 di partire solo in lingua inglese, ha deciso di adottare anche la lingua madre. In questi anni gli startupper si sono resi conto che, nonostante la comunità internazionale fosse numerosa e che al primo posto degli utenti ci fossero gli statunitensi, comunque l’Italia rimaneva il secondo Paese per numero di iscritti, seguita dalla Gran Bretagna. “Il momento era propizio – spiega il founder – per localizzare la app in italiano. Abbiamo avuto negli ultimi mesi tante richieste per questa versione e credo che il lavoro fatto sia di estrema qualità. Abbiamo lasciato parte della terminologia in inglese (like, to-do, etc.) per ragioni di comunicazione e coerenza, ma la app è localizzata in italiano nella maggior parte dei casi. Da questa settimana almeno 10.000 interessi nel database di CircleMe sono già completamente in Italiano, con contenuti testuali/audio/video nella nostra lingua. Certo nelle prossime settimane dovremo allineare anche altre aspetti dell’app (come le e-mail) in italiano, ma ormai la direzione è chiara e già con questa versione tantissimi italiani (non familiari con la lingua inglese) potranno iscriversi al nostro servizio”.
La seconda grande svolta sarà svelata tra qualche settimana: “Il nostro team – anticipa il ceo – sta lavorando in parallelo anche su altri progetti, tra cui i più importanti includono una versione tablet della app, e un lancio per il web con design e user-experience molto rivisitati e che, credo, entusiasmeranno gli utenti. Abbiamo fatto queste rivisitazioni anche per allinearci alla crescita esponenziale dei contenuti all’interno della piattaforma”.
Ma come distinguersi dagli altri competitor in un settore come quello degli aggregatori di contenuti già abbastanza affollato? “La differenza sostanziale – dice D’Antonio – è nel nostro lavoro tecnologico e nella profilazione degli interessi attraverso un’architettura che permette di fare tutto in modo social. I to-do li possono vedere tutti, si può segnalare una ‘passione’ e suggerirla ad altre persone. È un’architettura sociale che altri aggregatori non hanno”.