Valorizzare progetti imprenditoriali nati dalla collaborazione tra Italia e Cina. È questo l’obiettivo ambizioso di “China-Italy Innovation and Entrepreneurship Challenge” la prima sfida imprenditoriale che vede protagoniste idee realizzate grazie al contributo dei due Paesi. Nata con il supporto del China-Italy Innovation Forum, il programma di scambio sui temi della scienza e della tecnologia avviato dai governi italiani e cinesi nel 2010, CIIEC è una gara di competizione tra startup della durata di un anno (da ottobre 2016 a novembre 2017) divisa in tre fasi (preliminari, semifinale e finale) e che coinvolgerà 20 team di oltre 10 città tra Italia e Cina.
Lo scorso 28 ottobre, presso le aule del Politecnico di Milano, si è tenuto il primo round della fase preliminare. Dieci startup hanno presentato i loro progetti a una giuria composta da responsabili di fondi di investimento, giornalisti ed esperti del settore sia italiani che cinesi. Sette i settori tematici in concorso: smart city, smart/green building, agriculture and food safety, smart manifacturing, aerospazio, clean energy technology, health and life-sciences. In palio una somma in denaro più i biglietti di andata e ritorno per un volo Italia-Cina con l’obiettivo di partecipare alla semifinale della competizione che si svolgerà a Pechino.
«L’opportunità per il nostro sistema Paese e per i nostri giovani talenti è straordinaria – ha commentato Giuliano Noci Prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano – sia per la possibilità di reperire fondi, che per esplorare il mercato Cinese. Qui si sono riuniti i principali incubatori d’impresa cinesi che hanno l’obiettivo di apertura di milioni di metri quadri di spazi e hanno investementi spaventosi». La Cina sta attuando uno sforzo notevole per alzare l’asticella dell’innovazione, lo testimonia un dato su tutti: solo nel 2015 sono stati investiti 400 miliardi di dollari a sostegno della ricerca. E sembra che l’ecosistema italiano stimoli l’appetito degli investitori cinesi: «La Cina sta guardando con grande attenzione all’Italia – continua Noci – per quanto riguarda il tema dell’innovazione soprattutto per la capacità italiana di sviluppare innovazione in ambito multidisciplinare e creativo. Su queste basi esiste un grande potenziale per sviluppare una via Italo- Cinese dell’innovazione che combini i punti di forza dei due sistemi».
Oltre che sulle startup, i radar degli investitori cinesi sembrano essere puntati anche verso quei poli di incubazione che mettono a disposizione delle startup capitali, strumenti e servizi per crescere. Secondo le parole di Noci ci sarebbero in fase di valutazione delle partnership con interlocutori cinesi molto interessati a entrare nell’ecosistema di PoliHub, l’incubatore del politecnico di Milano. D’altronde proprio PoliHub è stato partner tecnico dell’iniziativa: «Abbiamo supportato la sfida nell’individuazione dei progetti in target e nella prima istruttoria di valutazione – ha spiegato Claudia Pingue COO di PoliHub. Il feedback che abbiamo ricevuto da parte della giuria cinese è stato estremamente positivo, soprattutto in relazione alla qualità dei progetti, alla creatività delle idee e alla difendibilità attestata da molteplici brevetti».
Ad aggiudicarsi il primo premio (duemila euro più due biglietti di andata e ritorno per la Cina) è stata LedCom International startup che ha realizzato una serie di impianti di illuminazione a LED, adatti per il contesto delle smart city, per utilizzo sia industriale che stradale che garantiscono efficienza, affidabilità e prestazioni elevate e possono essere controllate a distanza. «Sono molto contento per la vittoria – ha commento Mauro Tosi CEO di LedCom – pensiamo di aver proposto un progetto molto valido sia dal punto di vista tecnologico che dal punto da quello del modello di business. Con LedCom andiamo ad aggredire sia il mercato del lightening che quello delle telecomunicazioni mobili. Penso che la giuria sia stata colpita dal fatto che il nostro prodotto risolve due problemi: uno riguardante l’efficenza energetica e l’altro le congestioni mobili. Tutto con la possibilità di costruire una rete in grado di supportare le comunicazioni 5G del futuro. Per quanto riguarda la seconda fase, speriamo di trovare investitori in Cina».