Vale 100 milioni di euro e ne fattura sette. È stata premiata come miglior scaleup del 2017. Il colosso italiano della produzione di caffè Lavazza ci ha appena investito 25 milioni di euro, per portarsi a casa il 25% della società. Stiamo parlando di Chili, società milanese attiva nel settore dei servizi video on-demand, che può essere considerata, con le dovute proporzioni sia chiaro, la versione italiana di Netflix.
Cosa fa Chilli? Ha realizzato un servizio che consente agli utenti di noleggiare o acquistare contenuti da un vasto catalogo di prodotti (cine recensioni, film, serie tv, DVD e Blu-Rays, gadget esclusivi e tanto altro) che possono essere visualizzati su più dispositivi, come Smart TV, lettori Blu-Ray, PC, tablet e smartphone. Non ha costi mensili né costi di attivazione, si paga solo il contenuto effettivamente fruito.
Fondata nel giugno 2012, come spin off di Fastweb, in breve tempo Chili è diventata uno dei principali player sul mercato italiano per la distribuzione digitale di film e ha esteso ulteriormente la sua penetrazione nel mercato lanciando il suo servizio in UK, Polonia, Germania e Austria.
Di recente, come ha raccontato in questo articolo Startupbusiness, la società ha ricevuto uno dei più grossi investimenti in venture capital realizzati attualmente in Italia: 25 milioni da Lavazza.
Ma Chili ha davvero l’ambizione e le potenzialità di diventare come Netflix? Per il momento ancora no. A dirlo sono prima di tutto i numeri: Netflix è un gigante del settore, leader mondiale dell’intrattenimento via internet, presente in 190 Paesi e che conta oltre 100 milioni di abbonati nel mondo; Chili, al momento ha circa un milione di utenti e una valutazione di 100 milioni di euro. Strada da fare ce n’è.
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