Ha studiato dai francescani a New York, è un appassionato scalatore e da almeno una decina di anni, ogni autunno, fa scalate sull’Everest per raccogliere fondi a scopo di beneficenza. Ma è anche un imprenditore seriale, un investitore (attualmente è managing partner della società di venture capital Fresco Capital) e ha fondato il primo acceleratore di startup a Hong Kong: si chiama Stephen Forte, vive a Menlo Park, in Silicon Valley, ma il suo percorso esistenziale l’ha portato a Roma, dove ha appena lanciato un acceleratore di startup a impatto sociale ispirato agli insegnamenti di Papa Francesco. Startup che verranno presentate in un Demo Day in Vaticano a dicembre 2017. Non a caso il progetto si chiama “The Laudato Si’ Challenge”.
La notizia l’ha data proprio lui, Forte, in questo post su Medium risalente al 5 maggio (anche se sui nostri media è rimbalzata con qualche giorno di ritardo). Le realtà che si candidano a partecipare all’acceleratore devono essere “mission-driven”, cioè puntare a creare una soluzione o un prodotto a impatto sociale e umanitario, ma anche “for profit”, ovvero essere in grado di generare ricavi. Insomma, far soldi facendo del bene. Il programma inizierà il 13 luglio e si concluderà il 9 settembre. In palio ci sono 100.000 euro in cambio di un 6-8% di equity. Qui il link per partecipare alla call che scade il 5 giugno.
Intanto è già uscito un nome tra le startup pronte ad essere accolte in quello che è stato ribattezzato “l’acceleratore del Papa”: Scooterino, la BlaBlaCar su due ruote ideata dall’italo-americano Oliver Page. Stephen Forte scrive sul suo profilo Facebook: “Questa settimana siamo entusiasti di evidenziare alcuni candidati che hanno attirato la nostra attenzione con le loro idee focalizzate su una missione”. E cita appunto la startup fondata dal 24enne Page che intende rispondere all’esigenza crescente degli utenti di garantirsi un passaggio su uno scooter in città in specifici giorni o orari. Gli scooteristi che hanno scaricato l’app possono inserirvi i loro percorsi e orari abituali e vengono avvisati se qualcuno sta cercando un passaggio compatibile. Per quanto riguarda gli utenti, possono richiedere un passaggio real-time oppure formulare una richiesta di prenotazione anticipata (minimo 6 ore di anticipo, massimo 7 giorni) inserendo giorno, ora e indirizzi desiderati: l’app mostrerà i profili degli scooteristi che vanno in quella direzione.
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Ma vediamo meglio chi è e cosa ha fatto finora l’uomo che si è conquistato la fiducia del Vaticano.
►Chi è Stephen Forte – Imprenditore seriale, investitore, benefattore: Stephen Forte unisce all’abilità imprenditoriale una inclinazione per il no profit. Che lui, da imprenditore, punta a far diventare profit. Dopo aver frequentato la Saint Francis Preparatory School (scuole superiori) a New York, consegue un Mba al Baruch College – The City University of New York, la più grande università pubblica urbana americana, e un post graduate alla London School of Economics and Political Science. Subito inizia la carriera nel mondo delle imprese. È Chief Technology Officer (Cto) di Zagat Survey, società newyorchese acquisita da Google nel 2011, e co-fondatore di The Aurora Development Group, società di consulenza software. Successivamente diventa Chief Technology Officer e co-founder of Corzen, impresa acquistata da Wanted Technologies in 2007, ed è co-fondatore di Triton Works, acquistata da UBM in 2010: un percorso professionale caratterizzato dalle exit. In seguito lavora in varie startup ed è fondatore e direttore esecutivo di Mach5, un acceleratore della Silicon Valley. Forte è anche co-founder del primo acceleratore di startup di Honk Kong, AcceleratorHK. Dopo aver vissuto diversi anni ad Honk Kong ora risiede in Silicon Valley con moglie e figlia. Come detto, ha la passione per le scalate, che associa a iniziative di beneficienza. Nel 2010, per esempio, è stato in Nepal, dove ha raccolto fondi per Education Elevated, società no profit che all’epoca stava contribuendo alla costruzione di una scuola e una biblioteca in un’area rurale. Nel suo profilo su Medium scrive di sé: “Geek. Imprenditore. Investitore. Scalatore. Tifoso. Mi muovo veloce e rompo le cose”.
All’inizio di questo mese l’imprenditore era in Vaticano, dove ha incontrato Peter Kodwo Appiah Turkson, cardinale ghanese al quale Papa Francesco ha affidato il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Negli stessi giorni Forte ha partecipato a un incontro della Pontificia Accademia delle Scienze e ha annunciato il debutto del suo acceleratore a Roma.
►Come è nata l’idea – Stephen Forte cita due casi in cui la Santa Sede si è mostrata profondamente interessata alle società for profit mission driven: la conferenza sull’Impact Investing, che si è tenuta in Vaticano dal 26 al 28 giugno 2016, e il recente video-discorso tenuto dal Pontefice al Ted di Vancouver nel quale, tra le altre cose, ha “sfidato le società tecnologiche a fare meglio”. Quindi l’imprenditore ricorda che Laudato Si’ è il titolo della seconda enciclica di questo Papa e tratta di temi quali la salvezza del creato e la protezione dell’ambiente. “Questo acceleratore – scrive Forte – è la nostra risposta alla sfida proposta da Sua Santità”.
Insomma, il progetto è ispirato agli insegnamenti di Jorge Mario Bergoglio, non direttamente promosso o gestito né da lui né dal Vaticano. Tuttavia ha l’appoggio della Santa Sede, che ha anche accettato di ospitare la giornata dedicata ai finalisti. Certo è che Papa Francesco sta portando un’ondata di disruption nella Chiesa: dopo aver incrementato la presenza sui social, incontrato gli youtuber, promosso l’incubatore di idee Scholas Labs e partecipato al Ted di Vancouver, ora è diventato ispiratore di un acceleratore ideato da un venture capitalist.
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►Quali startup possono partecipare alla gara – Le mission-driven, for-profit startup, ovvero società che hanno come core business una missione sociale. “Attualmente – spiega l’investitore – gli imprenditori sono divisi tra aziende che esistono solo per fare profitti e società che si occupano maggiormente di questioni sociali. Questa ambivalenza rende difficile per queste ultime raccogliere capitali, perciò o finiscono nel gruppo delle organizzazioni non governative (ong) o società non profit, oppure attivano un business model che non è basato sulla missione sociale”. Stephen Forte ricerca un mix tra le due realtà. Alcuni esempi: The Husseini Group; One Billion Acts of Peace; FullCycle Energy Fund; Clear Village; The Future Fund; Middle East Children’s Institute.