Sono diverse per età, esperienza e competenze ma hanno in comune l’ambizione di cambiare il futuro dei soldi con le loro idee: Cryptodeer, Wolf of Trading, s-peek e Borsadelcredito.it sono le 4 startup vincitrici del CheBanca! GrandPrix, premiate nel corso di Smartmoney, l’evento dedicato al ‘futuro dei soldi’ dell’Innovation week di Roma.
I vincitori riceveranno un premio di 25mila euro stanziato da CheBanca!, saranno ospitati per 12 mesi all’interno del PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano, avranno il sostegno di esperti del mondo finanziario e di manager di CheBanca!, e avranno il supporto nella comunicazione social da parte degli esperti di StartupItalia!.
Un passo importante nel mercato delle startup Fin-tech che, secondo i dati di Polihub, conta circa 150 realtà ma nonostante i numeri ancora ridotti sta destando sempre più l’interesse degli investitori. Nel 2014 sono stati stanziati 7,15 milioni di euro di finanziamenti, registrando una crescita significativa rispetto ai due anni precedenti (12,6 milioni di euro sommando 2012-2013).
Ecco chi sono le startup vincitrici e i progetti premiati.
Cryptodeer, la startup che sfida Bitcoin.
Lorenzo Gavazzeni e Matteo Assinnata (classe 1992 e 1994) hanno fondato Cryptodeer partendo da un’idea: prendere quello che c’era di buono di Bitcoin – trasferire denaro in modo veloce, semplice, sicuro e abbattendo i costi – e metterlo al servizio del settore dei pagamenti. Se il tallone d’Achille della più nota cripto moneta era quindi il guadagno legato al mining, ovvero all’attività di creazione della valuta stessa, la scelta di Cryptodeer è stata di eliminare del tutto questo aspetto evitando speculazione e volatilità del valore. I Tetra, così si chiamano le monete alla base del sistema di Cryptodeer, sono disponibili in un numero fisso e sono già stati tutti generati. A un Microtrera corrisponde 1 centesimo, a un Tetra un euro e così via. “Così facendo gli investitori sono meno timorosi”, spiega Lorenzo Gavazzeni. Anche la questione della tracciabilità è stata affrontata diversamente: “Ogni transazione è registrata e tramite i codici seriali è possibile bloccare il singolo Tetra nel caso, molto difficile, in cui venga duplicato o falsificato. Tutto lo storico è accessibile”.
Wolf of Trading, la piattaforma italiana per operatori finanziari che deve i primi 2mila iscritti a Di Caprio.
Davide La Spina ha capito fin da giovanissimo che “avrebbe preferito lavorare 12 ore al giorno facendo ciò che gli piaceva piuttosto che passarne 8 in un luogo che odiava”. Ed è con questa passione che è diventato un giovane imprenditore di successo. E la startup neonata è proprio Wolf of Trading, portale per trader e istituzioni (come fondi d’investimento e banche) semplice e trasparente, con grafici e immagini accessibili anche per chi non è un operatore finanziario, che permette di avere informazioni su migliaia di trader e avvisa l’utente anche in mobilità sull’andamento dei propri investimenti. Ma la vera svolta l’ha segnata il film Wolf of Wall Street: ”Ho proposto un concorso alla casa produttrice 01 Distribution – stava per uscire il film con Leonardo Di Caprio – mettendogli a disposizione la mia piattaforma. Hanno accettato ed è stato un successo. Duemila iscritti in due settimane, i migliori trader avrebbero vinto biglietti per la prima”.
S-peek, la app che valuta i clienti anche per i liberi professionisti.
Fondata da Matteo Ciprian e Valentino Pediroda, nasce come spin-off dell’università di Trieste nel 2009. Al CheBanca! GrandPrix hanno presentato S-Peek un’app che valuta le aziende e che si rivolge non solo alle grandi multinazionali ma anche ai professionisti e alle PMI. Con un database composto dalle valutazioni di 20milioni di aziende distribuite in 43 stati S-peek rappresenta un patrimonio di informazioni ideale per una piccola azienda che, per esempio, esporta in Germania, Finlandia e Portogallo e vuole conoscere le condizioni finanziare di un potenziale nuovo cliente che si trova in quel paese. La versione base di S-peek si può scaricare gratis e, inserendo il nome di un’azienda, fornisce una prima valutazione a modi semaforo. Verde per le società sane, giallo per quelle normali e rosso per chi è in difficoltà. Esistono poi due versioni a pagamento: 0,89 e 14,99 euro. La prima permette di sapere il perché a un’azienda è stato associato un colore (sulla base di un rating associato e un valore fondamentale come il fido commerciale, la solvibilità, la liquidità e la redditività sulla base degli ultimi 3 anni. La seconda da accesso ai 4 fondamentali dati di bilancio degli ultimi 3 anni (per scoprire la dimensione dell’azienda, se produce utili e se ha debiti). Il prodotto è stato lanciato nel 2012 e ha superato i 25 mila download e le 800mila ricerche con aumenti significati in paesi come Spagna e Germania.
Borsadelcredito.it, la startup che aiuta 500 imprese al mese a ottenere finanziamenti dalle banche.
Fondata nel 2013 da Alessandro Andreozzi e Ivan Pellegrini, Borsadelcredito.it è il punto di incontro online di banche e imprenditori che cercano un finanziamento per i loro progetti. Il suo punto forte sta nella possibilità di avere tempi certi di risposta. “In massimo 24 ore forniamo una risposta sulla fattibilità per ottenere un finanziamento” – commenta Lafiosca. È sufficiente che l’imprenditore vada sul portale e inserisca le sue esigenze (ad esempio 50mila euro per 5 anni), oltre ai dati dell’azienda. A quel punto entra in azione Borsadelcredito.it con procedure automatiche che valutano l’azienda e la sua richiesta. Una volta individuate le offerte più adatte vengono messe in contatto diretto le due parti. Le valutazioni fatte da Borsadelcredito.it si basano sui requisiti commerciali forniti dalle banche partner. ‘Noi, in parole povere, intercettiamo la richiesta e facciamo una prima istruttoria creditizia”. Sono circa 500 le imprese che ogni mese contattano la startup non pagando nulla, qualunque sia il risultato della richiesta. Clienti di Borsadelcredito.it sono sia imprese giovani che mature e ricalcano la distribuzione delle pmi in Italia: soprattutto Lombardia, Piemonte e Lazio E il futuro, secondo loro, passa anche attraverso l’introduzione di nuovi elementi qualitativi per fare valutazioni. “Tutto il mondo dei big data e dei social sono ormai fonti indispensabili – aggiunge Lafiosca – Se si presenta un ristoratore al limite degli studi di settore raccogliamo tutti dati dei social che lo riguardano e se non ha nemmeno un post su Tripadvisor da un anno ci poniamo delle domande”. Il modello di business della società è semplice. La startup riceve dalla banca una somma in base alla quantità del prestito “Nessun costo ricade sull’operazione – specifica Lafiosca – la somma prestata non viene intaccata.”