Nel primo semestre del 2017, il mercato italiano del private equity, venture capital e private debt ha avuto un andamento mediocre. A definirlo così è Innocenzo Cipolletta, presidente di AIFI, durante la presentazione dei dati del settore, martedì 24 ottobre a Milano. Secondo un’analisi condotta da AIFI, in collaborazione con PwC Transaction Services, la prima parte dell’anno ha fatto registrare un ammontare investito pari a 1,9 miliardi di euro, in calo del 61% rispetto ai 4,9 miliardi rilevati al 30 giugno 2016. Mentre in linea con lo scorso anno il numero delle operazioni, che si attesta a 139 (contro i 138 del 2016).
Più nel dettaglio, particolarmente positivo – in ambito Private Equity e Venture Capital – è il risultato ottenuto dall’attività di raccolta: a metà 2017 siamo già a quota 1.195 milioni contro i 775 del 2016. Ma non c’è da sorprendersi: qui pesa in maniera significativa la raccolta del fondo salva imprese QuattroR, che da solo a chiuso la campagna di fundraising a 711 milioni.
Investimenti in startup, difficilmente andrà meglio del 2016
Ma cosa ci dicono i dati relativi agli investimenti in startup? Citando un successo musicale della scorsa estate, potremmo commentare: bene, ma non benissimo. La nota positiva è che, secondo i dati Aifi, l’ammontare investito nel settore early stage in Italia è cresciuto del 24%, raggiungendo quota 43 milioni di euro, contro i 35 milioni della stessa finestra temporale del 2016. Fa ben sperare anche la distribuzione del numero degli investimenti, che oltre a posizionare l’early stage in prima linea tra i differenti segmenti di mercato, ha fatto registrate un numero di operazioni (65) superiori quelli dello scorso anno (50).