Innovare è l’impresa: è il titolo del Forum annuale di Piccola Industria di Confindustria in programma alla Città della Scienza di Napoli il 3 e 4 ottobre. Non possono mancare quindi le startup. E tra queste c’è Cambiomerci, società che in luglio ha ricevuto un investimento da parte di 56Cube, venture incubator di startup digitali nel Sud Italia, nato all’interno dell’incubatore certificato Digital Magics: ha acquisito una quota del 12% di Cambiomerci.com, piattaforma di baratto aziendale che permette alle imprese di vendere e comprare prodotti e servizi tra di loro, senza transazioni di denaro liquido.
La piattaforma web di Cambiomerci.com (circuito che ha associato 450 imprese in tutta Italia e permette lo scambio, attraverso moneta complementare, di prodotti e servizi di oltre 50 categorie merceologiche) entra nel portfolio dei due incubatori e sarà rinnovata dal punto di vista tecnologico con nuovi strumenti e funzionalità, e nelle prossime settimane sarà rilasciata anche una nuova veste grafica. I due incubatori metteranno a disposizione della startup il proprio network, con l’obiettivo di ampliare il circuito di Cambiomerci.com con oltre 5.000 aziende.
Digital Magics, quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana, e 56Cube, la riproposizione del modello Digital Magics nel Sud Italia, supporteranno Cambiomerci.com con i servizi di accelerazione dei business digitali per lo sviluppo della neoimpresa. 56Cube avrà la possibilità di salire fino al 20% di Cambiomerci.com, in base ai risultati raggiunti. In più, entrambi gli incubatori, nonché le startup incubate, potranno contare su un sistema di pagamento complementare.
Con l’ingresso dei due incubatori nel capitale, Cambiomerci.com proverà a diventare il primo sistema di pagamento complementare in Italia. Il modello di business su cui si basa l’azienda è il corporate barter system, una forma di baratto multilaterale (attraverso l’assunzione di crediti da parte di chi vende, e di debiti da parte di chi acquista) che dà alle imprese associate al circuito la possibilità di acquistare materie prime, semilavorati, prodotti finiti e servizi da altre aziende, pagando con i rispettivi prodotti e servizi.
Sulla piattaforma, lo scambio avviene in una logica di multilateralità: chi vende ottiene monete complementari utilizzabili per acquisti, da
effettuare anche in tempi successivi, e non necessariamente con la stessa impresa con cui è avvenuto il baratto, ma solo con le aziende che offrono ciò di cui si ha bisogno. Il meccanismo, garantito dalla scadenza di crediti e debiti, consente sia di ottenere beni in assenza di liquidità che di smaltire giacenze evitando il ricorso all’indebitamento.
A luglio 2014, Cambiomerci.com è stata scelta dall’Università di Liverpool come unica realtà italiana per la realizzazione di una ricerca sulla moneta complementare in Italia e sul suo utilizzo nell’ambito del commercio aziendale. Quest’anno la startup ha ottenuto una menzione speciale dal programma di accelerazione di Telecom Italia, Working Capital. E a gennaio è stata selezionata da Confindustria per entrare a far parte di AdottUp, il programma della Piccola Industria Confindustria per l’adozione delle startup da parte delle Pmi.
Il modello di business del Barter System si ispira al sistema europeo della banca svizzera Wir, fondata nel 1934 come conseguenza della crisi economica mondiale scoppiata nel 1929. L’idea di questo circolo economico era quella di contrastare la scarsa liquidità derivante dalla sovrapproduzione, utilizzando una specie di baratto aziendale e operando senza far ricorso al denaro contante. Dopo circa 80 anni dalla fondazione, nel 2013 sono oltre 50 mila le piccole e medie imprese che hanno aderito al sistema di compensazione Wir, e hanno realizzato 1,43 miliardi di franchi come transazioni.
A livello mondiale il mercato del baratto è presente negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, in Australia e in Europa, e non presenta un operatore leader. Secondo le stime Irta (International Reciprocal Trade Association), associazione che riunisce i principali attori mondiali del Barter, ogni anno il sistema registra fra i 12 e i 14 miliardi di transazioni, e il settore della moneta complementare è stimato fra l’1% e il 5% dell’intero mercato. Solo negli Usa invece ogni anno le stime segnalano 7 miliardi di dollari di transazioni e 500 mila aziende coinvolte.