Una startup internazionale fondata da un’italiana e una turca in Uk compra una startup sarda, anch’essa a guida femminile, per incentivare il proprio business incentrato sui video online. La startup londinese BuzzMyVideos – network internazionale di talenti su Youtube, che aiuta migliaia di creators a promuovere e monetizzare i propri video online – ha acquisito Make Tag, tech company di Cagliari specializzata nello sviluppo di tecnologie innovative per la creazione di video interattivi. “Ci siamo innamorati del team e della tecnologia estremamente innovativa sviluppata da questa società sarda” dice Paola Marinone, co-founder con Bengu Atamer di BuzzMyVideos.
Questa startup, che ha sede a Londra ed è stata avviata nel 2012 dalle due donne, le quali insieme vantano 12 anni di esperienza in Google e YouTube, conta ad oggi oltre 5.200 creators di contenuti provenienti da 100 paesi, tra cui 1000 solo in Italia, attivi in diverse aree di interesse, dal beauty all’intrattenimento, dalla musica alle web series e molto altro, con oltre 600 milioni di visualizzazioni al mese su YouTube. Dopo aver ottenuto un finanziamento di 2,5 milioni di dollari da parte di United Ventures, il Multichannel Network ha registrato nell’ultimo trimestre del 2015 una crescita del +157% in termini di views rispetto allo stesso periodo del 2014, raggiungendo oggi oltre 600 milioni di visite al mese.
► BuzzMyVideos riceve 2,5 milioni di dollari da United Ventures
Ad avvicinare BuzzMYVideos a Make Tag è stato l’investitore italiano United Ventures: vista e presa. Con l’acquisizione di Make Tag, BuzzMyVideos va a rafforzare il team tecnologico con competenze sempre più avanzate individuate nel capoluogo sardo. “Non ci aspettavamo di trovare a Cagliari un pool di talenti estremamente qualificato – continua Marinone – invece è una città dove si è creato un expertise tecnologico molto interessante”. Non c’erano talenti altrettanto validi a Londra? “È una metropoli piena di talenti, ma ci sono anche moltissime aziende che decidono di esternalizzare e individuano centri di eccellenza in zone a volte inaspettate. Come Cagliari, sono luoghi conosciuti nell’ecosistema internazionali e meno ovvi, però ricchi di opportunità”.
La città diventerà dunque il nuovo hub internazionale di sviluppo di BuzzMyVideos, che avrà l’obiettivo di produrre tool sempre più innovativi dal punto di vista tecnologico, a supporto del proprio Multichannel Network, per offrire ad aziende e creators un canale ancora più diretto per raggiungere pubblici coinvolti e profilati.
“Il team sarà a Cagliari, ma dovrà avere una visione internazionale e sarà in stretto collegamento con Londra” chiarisce la co-founder di BuzzMyVideos, precisando che la scelta di investire in Sardegna non è dovuta a questioni economiche, relative al costo del lavoro più basso rispetto ad altre regioni d’Italia o alla Gran Bretagna. “Il costo del lavoro – afferma – è una variabile ma non la principale. Per una startup è importante affidarsi a persone di grande qualità. L’esternalizzazione dovuta a ragioni economiche è una logica industriale. Se fosse stato questo il ragionamento, l’investimento sarebbe stato fatto nell’Est Europa o in India”.
A proposito di lavoro, BuzzMyVideos conta di effettuare una serie di assunzioni per potenziare la squadra di sviluppatori. “Nei prossimi 12 mesi assumeremo decine di persone” dice Marinone. Innanzitutto andrà a caccia di sviluppatori: full stack developers e mobile developers. Successivamente serviranno anche altre figure professionali. Il team di sviluppatori dovrà essere altamente qualificato a livello internazionale per permettere all’azienda di potenziare l’offerta di competenze e soluzioni tecnologiche al servizio dei partner.
Ma come è nata e cosa fa Make Tag, la startup acquisita da BuzzMyVideos? Fondata a marzo 2014 da Antonella Arca, ha progettato e sviluppato una tecnologia innovativa per creare video interattivi. Tramite l’utilizzo di una piattaforma web i video creators possono aggiungere tag ai video in tempo reale e distribuirli su social network, siti web e applicazioni mobili. Attraverso aree interattive il video si arricchisce di informazioni extra che coinvolgono il pubblico, rendendo la visione di un video un’esperienza aumentata.
Nata nella provincia di Oristano e laureata in Informatica al Politecnico di Torino, Arca ha vissuto 10 anni a Madrid, dove è stata ricercatrice alla Universidad Politécnica e dove ha conosciuto Eugenio Gaeta, poi diventato suo socio. Successivamente Antonella ha conseguito un master in cinematografia digitale, che le è servito ad acquisire le competenze necessarie per lanciare la startup. Tornata in Sardegna, si è stabilita a Cagliari, dove ha incontrato l’investitore Mario Mariani, già Ceo di Tiscali Italia e attualmente partner di United Ventures, che ha deciso di investire su Make Tag con un finanziamento seed di 25mila euro. Altri 50mila sono arrivati da fondi regionali. “Quando sono rientrata in Italia – rievoca Arca – qualcuno mi diceva che la mia professionalità non era spendibile a Cagliari, non per la città in sé, che anzi ospita un’azienda come Tiscali e ha centri di ricerca tecnologicamente avanzati, ma perché non ci sono multinazionali come nelle città più grandi. Io mi sono rimboccata le maniche e mi sono creata l’occasione. Bisogna darsi da fare ed essere disposti a prendere molte navi e aerei”.
Tre donne esperte di tecnologia che uniscono le forze è una cosa ancora abbastanza curiosa in Italia. “Ce l’hanno fatto notare, noi non ci avevamo neanche pensato” dice Paola Marinone. “Nonostante la tecnologia resti un ambito molto maschile, è uno spazio in fortissima crescita e ricco di opportunità per le donne. Con Antonella ci accomunano determinazione e voglia di non mollare mai, insomma la tenacia femminile. Speriamo che lei diventi un role model in Sardegna per le ragazze che intendono dedicarsi alle materie tecnico-scientifiche. In azienda siamo metà donne e metà uomini: oltre 35 persone di 18 nazionalità diverse, dall’Australia al Brasile, dagli Emirati Arabi alla Turchia. Si può dire che siamo tutti minoranze. Ed è anche uno dei motivi per cui puntiamo alle partership internazionali”.