Se i venture capital sono soggetti istituzionali che finanziano l’avvio di un’attività ad alto rischio e alto potenziale di sviluppo, i business angel sono i principali operatori del mercato dell’informal venture capital, sarebbe a dire, appunto, forme di finanziamento informali fornite da investitori privati.
Queste figure sono una linfa vitale importante per il mondo dell’innovazione, che supportano startup e realtà innovative nelle delicate prime fasi di vita.
Cosa sono i business angel?
Chiamati anche angel investor, i business angel (BA) sono i singoli soggetti (definiti “investitori privati informali” nel capitale di rischio) che investono per sostenere l’avvio di una startup o impresa emergente.
Nello specifico queste persone, che in Europa storicamente hanno una capacità d’investimento che va da 100mila a 500mila euro, mentre negli Stati Uniti possono arrivare fino a 5 milioni di dollari, acquisiscono quote di startup attingendo al proprio patrimonio personale e apportando all’impresa non solo capitale ma anche know how manageriale e network di relazioni.
Cosa spinge un business angel a investire in una startup?
Mentre il venture capital punta sostanzialmente a un elevato rendimento attraverso un investimento ad alto rischio, l’intervento di un BA può essere dettato, oltre che da fattori economico-finanziari, anche da motivazioni diverse come, ad esempio, l’interesse personale verso particolari settori o il fatto di contribuire allo sviluppo della propria comunità.
Si tratta, in sostanza, di un’evoluzione del concetto di mecenatismo: i primi business angel riconosciuti come tali erano infatti, alla fine del XIX secolo, personaggi facoltosi che finanziavano gli spettacoli di Broadway, e che nel 1933 avevano allargato così tanto il proprio campo d’azione da essere considerati “investitori accreditati”. Ma ovviamente figure simili sono esistite anche nei secoli precedenti, e spesso hanno contribuito in modo sostanziale allo sviluppo tecnologico.
La storia e le associazioni
La prima pietra miliare nella storia dei business angel in Europa è nel giugno del 1996, quando la Commissione europea ha organizzato la prima Conferenza delle reti europee dei business angel.
Nel 1999, si è costituita EBAN (European Business Angels Network), a cui ha aderito anche l’associazione italiana, IBAN (Italian Business Angels Network), nata il 15 marzo 1999. Proprio in Italia, tra le “Success stories” citate dal sito dell’Iban, figurano alcuni progetti di successo finanziati dai business angel: ad esempio skuola.net, Roadrunnerfoot Engineering, Callimaco, Cryptolab, Bio Soil Expert, Minteos e Achtoons.
Nel 2007 è poi nata Italian Angels for Growth che, inizialmente associata a Iban, successivamente diventata indipendente finanziando progetti come Qurami, GreenBone, Inventia, Drexcode, Tok.tv e decine di altri.
Nel 2020 i business angel sono stati per la prima volta definiti dalla legge. Nell’articolo 38 comma 3 di uno dei decreti attuativi del Decreto Rilancio, si riconosce infatti ai BA il ruolo di “investitori qualificati” in Italia. Nello stesso i BA sono definiti come “coloro che abbiano investimenti attivi e un track record consolidato nel settore del venture capital nonché competenze, professionalità e capacità organizzative ed economiche adeguate per supportare i progetti di sviluppo delle imprese target definiti nell’ambito dell’operazioni di investimento del Fondo”, ossia il Fondo Rilancio istituito da CDP Venture incaricato di investire in startup e PMI innovative i 200 milioni di Euro stanziati dal Decreto Rilancio.
Business Angel in Italia, i dati 2024
Secondo la mappatura 2024 realizzata da Growth capital con Italian Tech Alliance, il Social Innovation Monitor del Politecnico di Torino e la University of East Anglia (UEA), oggi ci sono oltre 1600 i Business Angel attivi in Italia il 66% dei quali è iscritto ad almeno uno dei 33 Business Angel Group (BAG) e Business Angel Network (BAN)), a conferma del ruolo fondamentale svoto dalle organizzazioni di Business Angel per la crescita dell’ecosistema. Nello specifico, in Italia operano 17 Business Angel Group (11 nel Nord-Ovest, 4 nel Nord-Est e 2 nel Centro Italia) e 16 Business Angel Network (7 nel Nord-Ovest, 2 nel Nord-Est, 5 nel Centro Italia e 2 tra Sud e Isole).
Nel periodo 2018-2022, questi attori hanno partecipato a più di 120 round di finanziamento, per un ammontare investito di oltre 45 milioni di euro.
Per quanto riguarda il tipo di round, il report evidenzia come i round seed rappresentino lo stadio di maturità privilegiato dai BAG/BAN. Interessante la presenza di BAG/BAN anche in stadi di investimento più avanzati (Serie A e B+), tipicamente riconducibile a follow-on su società che erano già state oggetto di investimento in precedenza.
Guardando ai settori, nel periodo oggetto dell’analisi, BAG e BAN hanno investito prevalentemente in aziende dei settori Digital (27 round), Life Sciences (25), Fintech (17) e Smart City (16). Lombardia, Piemonte e Lazio sono le ragioni maggiormente rappresentate sia per numero di round che per ammontare investito.