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Brexit, Tresca (Level39): l’uscita non mi preoccupa, può essere perfino conveniente

L’uscita dalla Ue potrebbe non avere effetti economici negativi perché il Regno Unito cercherà di avere una posizione simile alla Norvegia e favorirà l’accesso dei lavoratori qualificati. In più, con la sterlina ai minimi, potrebbe essere il momento di investire

Pubblicato il 24 Giu 2016

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La Brexit non mi preoccupa più di tanto. Anzi, da un certo punto di vista, potrebbe anche essere conveniente. Aziende e banche inglesi non possono permettersi di perdere accesso al mercato dell’Unione europea. Di conseguenza il Regno Unito – se esce davvero, dal momento che il referendum è espressione della volontà popolare ma non corrisponde a un trattato internazionale – sceglierà una posizione simile alla Norvegia. Non farà parte della vita politica dell’Ue ma resterà con un piede in quella economica.

Sarà più difficile entrare per chi non ha lavoro e non è qualificato. Mentre ci sarà sempre posto per programmatori e professionisti che lavorano nell’hi tech. L’Inghilterra assume già programmatori dai paesi extra Ue pagandoli circa il 36% in più di un inglese che lavora nei settori tradizionali.

Quindi nessuna preoccupazione. Ma mi infastidisce il segnale sulla natura umana. Ogni volta che c’è un momento di difficoltà, alcuni leader iniziano a dare la colpa a qualcun altro. All’immigrato, al diverso. E la massa segue.

Non a caso, Londra che ha una maggiore concentrazione di lavori in tecnologia e finanza, ha votato in blocco per restare. È più difficile manipolare le masse quando sono preparate. A ogni modo, con la sterlina ai minimi storici è un ottimo momento per investire in Inghilterra.

* Stefano L. Tresca è avvocato e ha lavorato nel mondo delle startup in 23 Paesi. Dal 2010 è tornato a vivere a Londra, dove è membro fondatore di Level39, il più grande acceleratore al mondo di startup fintech (finanza tecnologica) e future cities (città intelligenti, energia, IoT, etc.)

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