Esistono le startup del mare? Esistono. E sono realtà innovative che hanno a che fare con il mondo della cosiddetta blue economy, del cleantech, del wellness. L’Italia è un Paese di santi, poeti e navigatori, ricordano i libri di storia, con 8mila chilometri di coste in pieno Mediterraneo. È quindi lo scenario ideale per abbinare l’innovazione e le nuove tecnologie a una simile tradizione millenaria e alle sue risorse naturali, per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili nel mondo della Blue economy.
È ciò che stanno facendo alcune startup del mare, con idee e progetti che riguardano, ad esempio, l’uso ottimale delle risorse ambientali, le energie rinnovabili, la riduzione dell’impatto dei materiali utilizzati, la partecipazione degli sportivi del mare alla salvaguardia dell’ambiente. Con iniziative e programmi che mettono al centro il benessere, l’accessibilità e la fruibilità del mare, ma anche i materiali di riuso, design, vocazione sociale e sostenibilità.
Sono sei startup italiane – GS4C, Moebeus, Northern Light, Oceanhis, SwimLift e WSense – che oltre alla vocazione per il blu marino hanno anche in comune l’aver vinto la Call for Innovation, lo sport nella Blue economy, promossa da Blue District in collaborazione con l’incubatore I3P del Politecnico di Torino, rivolta alle startup di tutta Italia sui temi dell’innovazione nell’ambito degli sport del mare, con i loro progetti che quindi saranno anche finanziati e sostenuti dal Comune di Genova.
Vediamole.
GS4C, Go Sailing for a Change
GS4C, acronimo che sta per ‘Go Sailing, for a Change’ nasce come idea nel 2010 dalla passione per il mare e la vela dei due soci fondatori, Enrico Benco e Cristiana Talon. Entrambi provenienti da un passato di America’s Cup, Benco con il Moro di Venezia, Talon con Mascalzone Latino, e con esperienze in altre attività nel circuito della vela professionistica.
I due velisti hanno quindi cercato le migliori tecnologie sostenibili e riciclabili che consentissero il ciclo ‘cradle to cradle’ dell’imbarcazione e che rispettassero realmente la Circular economy, in pieno spirito velistico e marinaresco.
Dal 2012, l’anno ufficiale di nascita della startup a Milano, GS4C si occupa di soluzioni sostenibili nel campo dei materiali compositi, con lo scopo di favorire l’adozione di modelli industriali legati all’economia circolare e realizzare gli obiettivi Green dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Come? Verificandone la loro applicabilità in un contesto industriale, attraverso prove di laboratorio e prototipazione, e con il successivo trasferimento tecnologico alle aziende interessate ad adottare soluzioni sostenibili.
Da fine 2016 GS4C è passata da startup innovativa a Pmi innovativa, e nell’ultimo anno ha sviluppato anche ‘S.A.S. Project’, dove l’acronimo sta per sicuro, accessibile e sostenibile: una barca a vela foiling, per atleti paralimpici, con controllo di navigazione assistito, progettata per essere prodotta in materiali sostenibili e riciclabili
GS4C si rivolge a tutti gli operatori del mondo dei materiali compositi, portando soluzioni sostenibili e proposte di collaborazione. Per fare questo, ha creato un network di aziende che condividono la visione di economia circolare: le realtà coinvolte coprono tutta la filiera produttiva, dalla lavorazione delle materie prime alla trasformazione e riciclo. Il controllo della filiera è fondamentale per ottimizzare il recupero ed evitare che il materiale vada a finire in discarica.
Moebeus
Moebeus è una società benefit toscana con base a Prato che punta a diffondere, nella Blue economy ma non solo, i principi dell’economia circolare attraverso il System thinking, processi di analisi e il suo tool tecnologico proprietario Be-Circular, sviluppato con l’Università di Siena.
In questo modo, aiuta le aziende a integrare modelli di business sostenibili e rigenerativi, in riferimento anche ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, per valorizzare opportunità di business, entrare in nuovi mercati, conquistare un numero maggiore di clienti e potenziare i rapporti con gli stakeholder. Il Team che da marzo 2021 ha avviato e gestisce la società è composto da Elisa Bologni (Ceo), Emiliano Sparacino (Cto), Cristina Agostinelli (project manager) e Alessia Rossi (sustainability consultant).
Partendo dall’analisi del core business di ogni azienda, Moebeus individua gli elementi attuali e potenziali di sostenibilità, utilizzando il tool proprietario Be-Circular per capire e misurare come queste caratteristiche contribuiscano agli obiettivi generali di sviluppo sostenibile. La giovane startup toscana ha anche presentato la sua metodologia a Ecomondo, la fiera della tecnologia verde, dove ha illustrato la sua partnership con Ohoskin – un’altra startup siciliana che trasforma i sottoprodotti agricoli in nuova materia attraverso un processo di economia circolare –, come esempio virtuoso e caso studio di validazione della metodologia.
Tra i suoi ultimi progetti, ha vinto la ‘Call for Innovation, lo sport nella Blue economy’ presentando Tour4Blue, una piattaforma digitale che seleziona, aggrega e rende fruibili offerte turistiche e prodotti per vivere gli sport d’acqua, il mare e la costa in modo sostenibile.
Northern Light
Northern Light si occupa di ricerca e sviluppo di soluzioni Cleantech, fibre naturali, materiali riciclati e resine sostenibili per la nautica. È stata fondata a inizio 2020 a Monfalcone, in provincia di Gorizia, da tre appassionati del mare e della vela, Fabio Bignolini (direttore operativo), Piernicola Paoletti (responsabile finanziario), e Andrea Paduano (direttore tecnico).
Il primo prototipo realizzato con materiali riciclati e sostenibili è stata la barca sportiva Ecoracer769, seguito da Ecofoiler, una piccola deriva volante di 3,80 metri di lunghezza, costruita con una speciale tecnologia rComposite che permette il riciclo del materiale composito a fine vita. Inoltre, attraverso l’utilizzo di un mix di fibre naturali e sintetiche, oltre a fibre di carbonio riciclate, garantisce un minore impatto ambientale anche nella fase di costruzione dell’imbarcazione.
Un altro progetto innovativo sviluppato dalla startup friulana si chiama EcoracerOD, è il primo scafo monotipo interamente riciclabile al mondo, realizzato sempre con il sistema brevettato rComposite. Questa barca Green e sostenibile sarà per il momento destinata a due usi: le regate nei circuiti nautici monotipo, e la scuola vela per circoli nautici.
Oceanhis
Oceanhis è nata nel luglio 2020, in collaborazione con l’incubatore I3P del Politecnico di Torino, dall’esigenza di avere dati marini e oceanici georeferenziati, integrati e fruibili attraverso database standardizzati in Cloud, con caratteristiche di interoperabilità, vocabolari comuni, standard di best practices e qualità conforme agli standard ISO di settore.
Tutti questi dati e informazioni sullo stato di salute di mari e oceani sono essenziali per poter analizzare la situazione nei vari Paesi e attuare politiche di tipo predittivo, a livello governativo e amministrativo, per tutelare l’ambiente, recuperare le situazioni critiche, pianificare attività pubbliche e private, tenere informata la società civile.
La startup del mare è stata fondata da un Team di esperti e appassionati: i fratelli Antonio, Francesca (il Ceo) e Federico Inches, Edoardo Parini, Giuseppe Manzella, Iorlano Gerardo e Alberto Fauro. Oceanhis è quindi “un IoT system integrator autonomo per il rilevamento, l’elaborazione e la condivisione di dati ambientali oceanografici, raccolti da sensori e rilevatori sia fissi sui fondali marini sia in movimento a bordo di imbarcazioni”, spiegano dalla startup innovativa: “la rete di raccolta ed elaborazione dati permetterà quindi di fornire una chiave strategica per le attività di tutela dei mari”.
La tecnologia che ha sviluppato si chiama ‘Blue Box’, un sistema facilmente installabile a bordo delle imbarcazioni, IoT connesso, che permette di rilevare attraverso sensori i parametri fondamentali per il monitoraggio dello stato di benessere del mare, come temperatura, salinità, conducibilità, clorofilla, alghe, ossigeno.
Le relazioni che Oceanhis vuole sviluppare toccano anche le reti di navi mercantili, navi da crociera, medie e piccole imbarcazioni, settore ittico, con l’obiettivo di coinvolgerli nella raccolta dati e nell’analisi del proprio impatto ecologico, a beneficio della propria immagine (quando i dati sono positivi), della sostenibilità ambientale e dell’intera collettività.
SwimLift
SwimLift è una piccola startup nata a Milano da un’idea e iniziativa di Achille Steffano, per realizzare soluzioni innovative nel settore del wellness, e fornire sistemi a supporto del movimento in acqua per le persone con bisogni speciali: disabilità, anziani, riabilitazione.
Le sue applicazioni sono rivolte a piscine, centri fisioterapici, parchi termali e stabilimenti balneari con particolari esigenze per la loro clientela, e tra i più recenti progetti realizzati c’è anche ‘Più mare per tutti, l’assistente al nuoto per spiagge inclusive e per percorsi guidati in mare’.
La soluzione consiste nella traslazione e adattamento di un sistema già brevettato per le piscine e, tenendo conto delle particolarità del settore marino e del moto ondoso, consente di posizionare uno ski-lift in acqua, per consentire il movimento in sicurezza a persone con disabilità. In questo modo per una persona disabile sarà possibile e più facile poter fare un bagno anche in mare in condizioni di maggiore comfort e sicurezza.
WSense
WSense, fondata da Chiara Petrioli nel 2012 e passata al rango di Pmi innovativa nel 2017, è un’azienda deep-tech, nata come spinoff dell’Università Sapienza di Roma, specializzata in sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquea, basati su tecnologie brevettate che hanno fatto da apripista all’Internet of Underwater Things (IoUT).
Le sue tecnologie sono all’avanguardia nel campo delle reti wireless sottomarine, consentono comunicazioni wireless sicure multimodali e la creazione di reti tra piattaforme di rilevamento e robotiche sommerse e di superficie.
L’azienda è cresciuta rapidamente fino a contare più di 40 dipendenti e uffici in tre Paesi (Italia, Norvegia, Regno Unito), con contratti pluriennali con stakeholder chiave in diversi settori della Blue economy, come acquacoltura, militare e difesa, energia, monitoraggio ambientale. Le soluzioni WSense garantiscono interoperabilità di rete senza cavi tra diversi fornitori di sensori subacquei e veicoli autonomi, per un monitoraggio in tempo reale e una sorveglianza capillare di ambienti subacquei, corsi d’acqua e fondali marini.
La Pmi innovativa ha ideato Greta, una rete wireless sottomarina per connettere le mute dei sub durante le manifestazioni sportive, realizzare sistemi di chat sottomarine e visite dei siti sottomarini. La soluzione, integrabile con i sistemi esistenti e con approccio Open data, include un progetto di ‘Citizen science’ per il raggiungimento di SDG13, obiettivo di sviluppo sostenibile che riguarda l’azione per il clima, ovvero uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Per le sue innovazioni nel mondo dell’economia del mare, WSense quest’anno ha anche vinto il BlueInvest Award 2022 per la sezione Ocean Observation e lo sviluppo dell’Internet delle cose sottomarine con le sue tecnologie wireless subacquee.