Il Made in Itay si fa strada anche nei Bitcoin. Tre italiani hanno introdotto una funzionalità innovativa e favorito le modalità di scambio di questa valuta digitale: si tratta di Lawrence Nahum, 29 anni, nato e cresciuto a Milano, fondatore nel 2013 a Malta di GreenAddress, e di Davide Barbieri e Andrea Medri, ideatori di The Rock Trading, una delle prime piattaforme di scambio per valute digitali. Dalla collaborazione fra i tre è nata una nuova tecnologia in grado di garantire in modo sicuro e istantaneo il prelievo e il deposito di Bitcoin, moneta virtuale nata su Internet qualche anno fa che si lentamente imponendo in tutto il mondo nonostante alcune polemiche e controversie.
GreenAddress è una startup fornitrice di wallet, ovvero le “chiavi” private e personali necessarie per muovere i Bitcoin in proprio possesso. È stata fondata da Nahum (italianissimo, nonostante il nome ‘esotico’, ma solo perché di origine ebraica) dopo un decennio trascorso a Londra a lavorare per importanti gruppi che gestiscono finanza complessa. Quando ha scoperto Bitcoin, il giovane ha lasciato tutto per sviluppare la soluzione che aveva in mente. “L’ambiente normativo e fiscale italiano non permetteva però la nascita di una startup di questo tipo in territorio italiano, perciò la sede prescelta è stata Malta, dove già esiste un quadro regolatorio relativo ai Bitcoin analogo a quello della Gran Bretagna. Anzi possiamo anticipare che entro la fine dell’anno ci trasferiremo nel Regno Unito” dice a EconomyUp Giacomo Zucco, head business developer di GreenAddress, 31 anni, nato a Milano, laureato in fisica teorica, un passato lavorativo in Accenture.
Ecco dunque come è nata la startup italiana a Malta. Ma cosa fa in concreto? Come detto fornisce chiavi private. “Per muovere i Bitcoin – spiega Giacomo Zucco – le persone devono conservare le proprie chiavi. Prima venivano tenute in un file sul computer locale, ma potevano sorgere problemi in caso di cancellazione del file. In alternativa sono nati i wallet online: mi iscrivo a un sito e loro tengono il mio wallet, ma questo porta con se problemi legati alla sicurezza. GreenAddress è soluzione avanzata per cui è sufficiente una lunga frase mnemonica, ovvero facile da ricordare, in inglese, per accedere ai propri indirizzi Bitcoin da tutti i dispositivi su qualsiasi sistema operativo. Ha gli stessi vantaggi di portabilità di un wallet online ma la stessa sicurezza di un wallet conservato su un file”.
Secondo Zucco, in questo modo gli utenti possono evitare di incappare in casi come quelli di MtGox. La piattaforma giapponese che era tra le maggiori a trattare la valuta virtuale, sebbene non fosse mai stata certificata da alcun ente regolatore, ha chiuso tutte le transazioni e sbarrato ufficialmente le porte del sito a febbraio 2014, per poi fare richiesta di bancarotta al tribunale di Tokyo, riconoscendo che una grande quantità della valuta virtuale scambiata sul sito è “scomparsa” e chiedendo la protezione dai creditori. Sarebbero spariti 750mila Bitcoin di clienti e 100mila della società, per un valore di 345 milioni di euro.
Per il manager di GreenAddress tutto questo è successo perché i titoli di credito in Bitcoin venivano gestiti dalla piattaforma stessa e non dall’utente. “Caduta” la piattaforma, gli utenti hanno perso tutto. “Questo con noi è impossibile” assicura.
“Noi” sono appunto GreenAddress e The Rock Trading, perché di fatto la piattaforma di scambio della valuta digitale è quest’ultima.
The Rock Trading ha una storia piuttosto “antica” nel mondo dai tempi velocissimi dell’innovazione. Nasce infatti nel 2007 come luogo di scambio di valuta digitale di Second Life, universo virtuale online lanciato nel 2003 dalla società americana Linden Lab, che per qualche anno è andato molto di moda tra i web-surfer. Per un determinato periodo la Linden aveva permesso ad alcune piattaforme di scambiare valuta ludica con valuta reale: The Rock Trading era una di queste. Poi non più stato possibile e molti degli esperimenti nati intorno a questa valuta hanno chiuso. A quel punto The Rock Trading si è convertita alle cripto valute: Bitcoin ma anche altre meno note quali Litecoin o Ripple.
“The Rock Trading è oggi una piattaforma di scambio per chi vuole comprare e vendere valuta digitale – specifica Zucco – mentre GreenAddress è una piattaforma di gestione di trasferimento dei Bitcoin: se vado in un locale che accetta i Bitcoin, o se voglio fare una donazione in Bitcoin, mi serve solo il mio wallet, la mia chiave”.
Dall’integrazione tra i due – piattaforma e wallet – è nata una soluzione che, come ha spiegato Zucco, garantisce sicurezza ma anche velocità. “I trasferimenti di Bitcoin ci mettono diversi minuti per essere confermati – prosegue il manager – e aspettare conferme significa dover attendere anche mezz’ora o 40 minuti. Questo è scomodo in molti casi d’uso reale, per esempio quando si fanno acquisti in Bitcoin. GreenAddress ha implementato una soluzione per cui i Bitcoin possono essere mossi istantaneamente in totale sicurezza. La soluzione si chiama proprio Instant Confirmation”.
Oltre alla partnership con The Rock Trading, GreenAddress ha un altro business in ballo: sta lavorando con la società Lamassu all’integrazione dei Bancomat che erogano Bitcoin, un’innovazione apparsa di recente in alcune grandi città italiane. Questi bancomat si possono utilizzare o introducendo soldi e ricevendo in cambio Bitcoin, o viceversa trasmettendo Bitcoin alla macchina e ricevendo in cambio contanti. In questo secondo caso la macchina impiega molto tempo per elaborare il processo, fino a 40 minuti, perché deve aspettare una serie di conferme dal sistema. “Un’integrazione con GreenAddress permetterebbe di rendere istantanea questa funzionalità” dice Zucco.
Gli sviluppatori del protocollo Bitcoin hanno già definito GreenAddress una delle soluzioni più avanzate.
Italiani alla ribalta, dunque, nella strada innovativa delle monete virtuali. Ma non c’è il rischio, lavorando in questo settore, di incappare in frodi e riciclaggio di denaro, come adombrano i critici di Bitcoin & company? “Attualmente Bitcoin ha una capitalizzazione sotto gli 8 miliardi di dollari nel mondo – sostiene Zucco – un cifra irrisoria. Naturale che il ruolo che gioca il riciclaggio sia praticamente nullo. Per queste transazioni illegali nulla è più efficiente del trasferimento bancario. In realtà il Bitcoin è un esperimento tecnico e sociale che sta andando avanti. Ed è uno strumento che permette anche di garantire la privacy: un valore importante, oggi come oggi”.