CellPly, azienda bolognese specializzata in soluzioni pionieristiche nel campo della bio ingegneria medicale, ha chiuso un round complessivo da 2 milioni di euro per portare sul mercato una soluzione analitica per lo sviluppo di terapie cellulari in oncologia. Tra i nuovi investitori, LIFTT con un contributo di 800.000 euro e Recomec. Reinvestono nella società i soci di Italian Angels for Growth con 700.000 euro, Indaco, Meta Ventures e Rearden. L’obiettivo del team di investitori è il completamento dello sviluppo delle prime unità del prodotto per arrivare alla sua commercializzazione entro 12-18 mesi.
Nel 2018 CellPly aveva vinto il Premio Marzotto nella categoria Premio per l’impresa, guadagnandosi un grant da 300mila euro.
Cosa propone CellPly
Le attuali terapie cellulari immuno-oncologiche hanno un limite: le cellule prelevate e re-iniettate ai pazienti dopo la modifica genetica non sempre sono efficaci e presentano una eterogeneità non solo tra diversi pazienti, ma anche tra diverse cellule dello stesso campione. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal loro alto costo dovuto ai lunghi tempi richiesti per la ricerca e sviluppo, considerato il complesso meccanismo di azione di queste terapie e i costi rilevanti per la produzione ed il controllo di qualità. Un quadro che rallenta lo sviluppo di una tecnica terapeutica che dispone, al contrario, dell’enorme potenzialità di poter curare, non solamente trattare, pazienti oncologici. Cellply si propone come game-changer, superando questi gap grazie alla capacità di misurare la funzionalità di singole cellule immunitarie all’interno di un lotto di terapia cellulare, offrendo uno strumento in grado di accelerare la ricerca e sviluppo e di garantire un controllo di qualità più approfondito e più rappresentativo dalla effettiva efficacia del prodotto.
La caratteristica di Cellply è la capacità di identificare sottopopolazioni di cellule che, pur apparendo simili da un punto di vista di fenotipo, presentano forti differenze da un punto di vista funzionale. La tecnologia proprietaria di CellPly, grazie alla combinazione di robotica, microfluidica e intelligenza artificiale, consente uno screening massivo delle interazioni tra cellule immunitarie e tumorali che viene eseguito in automatico da uno strumento analitico. La piattaforma permette quindi di quantificare il numero di cellule effettivamente attive, ovvero delle cellule immunitarie “killer” o “super killer” che riescono ad attaccare ed eliminare le cellule tumorali. I dati unici forniti da questa soluzione permettono di accelerare lo sviluppo e ottenere una produzione più efficiente di terapie avanzate in ambito oncologico. L’unicità della tecnologia rappresenta il principale vantaggio competitivo rispetto ai key player del settore, ed è protetta da un portafoglio di sette famiglie di brevetti e oltre 50 brevetti depositati in diversi Paesi.
Il mercato delle terapie cellulari
L’azienda, inizialmente focalizzata sul business diagnostico, si è recentemente specializzata nel segmento delle terapie cellulari, un mercato in crescita esponenziale che vede oggi più di 1.300 clinical trial attivi (il tasso di crescita rispetto allo scorso anno è di oltre il 40%). Il target è rappresentato dalle aziende farmaceutiche e dalle cliniche che stanno sviluppando nuove terapie o cell factory nel settore delle terapie cellulari e dell’immuno-oncologia. Le aziende farmaceutiche necessitano di nuovi strumenti che consentano di ottimizzare i loro investimenti, accelerando i tempi di sviluppo grazie ad una migliore comprensione del meccanismo di azione di queste terapie e di ridurre i rischi di produzione di lotti inefficaci o, addirittura, di fallimento di clinical trial. Ogni terapia cellulare somministrata ha un costo di 350.000 euro a paziente, e non è rimborsata in caso di inefficacia, senza contare che autorità come EMA e AIFI stanno richiedendo processi sempre più avanzati nel controllo di qualità delle caratteristiche e funzionalità di questo tipo di terapie. Il portfolio brevettuale di Cellply, si legge in un comunicato aziendale, permette di proteggere l’impiego dello strumento sia nel contesto della terapia cellulare che, in futuro, in altri segmenti che vedono la necessità di una più efficiente caratterizzazione del sistema immunitario, come nel caso delle terapie basate su anticorpi monoclonali.
I founder di CellPly
Il progetto conta su un founding team multidisciplinare e con esperienza imprenditoriale di successo, composto dal CEO Massimo Bocchi e da Roberto Guerrieri, founder di Silicon Biosystem, ceduta a Menarini, e inventore della tecnologia fingerprint acquisita da Apple.
CellPly si colloca nell’area di sviluppo più all’avanguardia dell’oncologia: l’immunoterapia che è destinata a cambiare profondamente la terapia e la cura dei tumori nei prossimi anni. La soluzione proposta da CellPly tutela da un lato gli investimenti in ricerca delle case farmaceutiche, dall’altro la salute dei pazienti: “Vogliamo offrire ad aziende biotech e pharma e a cliniche che sviluppano nuove terapie cellulari uno strumento in grado di ridurre tempi, costi e rischi di sviluppo – spiega il CEO Massimo Bocchi. “Abbiamo sviluppato uno strumento analitico complesso e automatizzato, con un cuore tecnologico rappresentato da un dispositivo microfluidico in cui singole cellule immunitarie vive possono interagire con cellule tumorali in migliaia di microstrutture, permettendoci di osservarne la funzione e il comportamento in un contesto biologicamente rilevante. Questo permette di analizzare nel dettaglio ciascun lotto di terapia cellulare osservando le sottopopolazioni di cellule immunitarie, identificando i campioni contenenti un maggior numero di cellule attive ed efficaci e velocizzando quindi i processi di scoperta e sviluppo di nuove terapie cellulari. L’obiettivo è creare un “Cell Pass”, uno strumento che consenta di monitorare le caratteristiche funzionali – la cosiddetta potency – del prodotto durante lo sviluppo, la produzione e a seguito della somministrazione ai pazienti. È un tema di alta rilevanza nel settore della cell therapy con un potenziale impatto enorme sullo sviluppo dell’immuno-oncologia”.
Grande soddisfazione da parte di Guido Panizza, Head of Project Management di LIFTT: “La soluzione che con CellPly vogliamo portare sul mercato è potenzialmente in grado di sbloccare le potenzialità positive che le terapie cellulari sono in grado di offrire nella lotta ai tumori. Queste terapie hanno mostrato la capacità di curare il cancro, ma occorre rendere questi trattamenti sostenibili e quindi accessibili a tutti i malati che necessitano di tali cure. Ad oggi, infatti, esistono diverse tecniche di terapia cellulare, ma comportano tempi lunghi, una bassa riproducibilità e un numero elevato di tecnici specializzati per la produzione ed il controllo di qualità. Tutto questo si traduce anche in un alto rischio di fallimento che non è accettabile né per il paziente, perché molto spesso si parla di gravi malattie e non c’è margine per provare una seconda terapia, né per le aziende farmaceutiche che producono la terapia”.
Giovanni Tesoriere, CEO di LIFTT che vanta una competenza specifica sul tema in virtu’ del suo passato con Stefano Buono nello sviluppo di un farmaco oncologico nella AAA, poi venduta a Novartis, commenta: “In linea con la propria visione LIFTT investe in progetti che determinano importanti esternalità positive, e mai come in questo caso abbiamo rilevato come le solide prospettive di business di CellPly siano interconnesse con un beneficio collettivo evidente. L’intervento di LIFTT è importante perché è importante il progetto CellPly, che può aprire una prospettiva determinante nella lotta ai tumori: una piattaforma che in poche ore è in grado di dare informazioni precise sulle caratteristiche ed il grado di efficacia delle immunoterapie è un grande aiuto non solo per le aziende biotech e farmaceutiche ma anche per il sistema sanitario, i medici e i pazienti”.
Antonio Leone, Past Chairman IAG e Champion in questo investimento: “I soci di Italian Angels for Growth sono stati tra i primi a credere in CellPly nel 2014, trattandosi di un progetto di grande importanza nell’area oncologica. CellPly ha dimostrato negli anni di avere un team con competenze e impegno di alto livello. Un progetto che dà onore alla ricerca scientifica e all’imprenditoria italiana. Questo aumento di capitale conferma la nostra fiducia nel percorso di crescita di CellPly e nello sviluppo di un business che ha l’opportunità di introdurre un radicale cambiamento nella cura del cancro”.
Davide Turco, CEO di Indaco: “Abbiamo creduto sin dall’inizio nelle potenzialità della tecnologia Cellply, investendoci con il fondo Atlante Seed, e seguito passo passo il suo team che, grazie a competenze ed impegno straordinari, è riuscito nel tempo a elaborare una risposta tecnologica alla crescente richiesta del mercato in ambito controllo di qualità per le terapie cellulari. L’ingresso di nuovi investitori qualificati come LIFTT e Recomec rappresenta ora un importante acceleratore dello sviluppo della piattaforma Cellply”.