Andrus Ansip ha in mente una strategia europea a 360 gradi per semplificare la vita delle startup e contribuire al loro potenziamento: non solo Digital Market, dunque, ma tutti gli strumenti finanziari a disposizione della Ue per realizzare una strategia completa a favore della nascente imprenditoria. È quanto emerge dalla risposta del vice presidente della Commissione Europea e Commissario europeo per il Digital Single Market a una lettera inviata a maggio da Allied for Startups, network mondiale di organizzazioni focalizzate sul miglioramento delle condizioni legislative per le startup.
Nella missiva l’organizzazione, che potrebbe essere definita una sorta di Nazioni Unite dell’ecosistema delle startup (è operativa in 15 Paesi e 4 continenti con 16 associazioni iscritte), sollecitava la rimozione di oneri per gli imprenditori digitali nell’ambito del pacchetto normativo per il Digital Single Market. Come è noto si tratta di un piano per creare il mercato unico del digitale europeo consentendo a cittadini e imprese di tutta Europa di avere facilmente accesso ai beni e ai servizi online senza barriere di alcun tipo.
In sostanza Allied for Startups, fondata e guidata dall’americana Melissa Blaustein, richiama azioni su diritti dei consumatori, protezione dei dati, copyright, norme societarie e fiscali, inclusa l’introduzione di un semplice ed univoco processo online per tutti i paesi Ue per registrare un dominio web, costituire una società, pagare l’Iva, assumere risorse umane e gestire piccoli investimenti in capitale di rischio.
Alle richieste Ansip ha replicato con un sostanziale “sì”. Dopo essersi scusato per il ritardo nella risposta ha scritto: “L’ecosistema per le startup in Europa è migliore di prima, ma esistono ancora barriere a un loro rapido sviluppo e alla loro possibilità di scalare: divari nell’accesso ai finanziamenti, contesti regolatori differenti nei vari Stati membri, necessità di adattarsi a tipologie di contratti e leggi a protezione dei consumatori diversi ogni volta che si vende oltre-confine, necessità di pagare l’Iva nel Paese del cliente, ostacoli a reclutare personale con le competenze richieste ovunque si desideri”.
Quindi il politico estone descrive cosa succederà con l’introduzione del Digital Single Market: “La Commissione formulerà proposte per l’armonizzazione delle regole della Ue per gli acquisti online di contenuti digitali; per consentire ai commercianti di far riferimento alla loro legislazione nazionale basata su un insieme di diritti contrattuali europei obbligatori per vendite online, nazionali e internazionali, di merci tangibili; per ridurre il carico amministrativo sui commerci derivante dai differenti regimi Iva; per consentire ai consumatori un accesso migliore ai contenuti digitali provvedendo a garantire un quadro legislativo più europeo e moderno sul copyright”.
Ma il Commissario europeo va oltre e si dice disposto a mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per il potenziamento dell’ecosistema: “Rafforzeremo l’accesso ai finanziamenti per startup e pmi innovative attraverso il Capital Markets Union (Mercato unico dei capitali, iniziativa per rendere il mercato europeo attraente per gli investitori di tutto il mondo, ndr) e il Programma di lavoro di Horizon 2020 (Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione, che offre molteplici opportunità alle pmi innovative, ndr), ma anche attraverso il Fondo europeo per gli Investimenti Strategici”.
Infine assicura: “Creeremo un ecosistema migliore per le startup europee, in modo che possano svilupparsi e che ci siano più ‘unicorni’ (così sono chiamate le rare startup miliardarie dell’Unione, ndr) rispetto al passato. Continueremo ad ascoltare imprenditori e innovatori per consentire all’Europa di continuare ad innovarsi”
“La risposta di Ansip va oltre le nostre previsioni” commenta Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Startup e unico consigliere italiano nel board di Allied for Startups, composto da imprenditori e investitori di tutto il mondo. “La sua è una visione articolata che punta a utilizzare tutti gli strumenti di cui dispone la Ue per una strategia comune. Per una startup italiana significherà in pratica fare il percorso nelle stesse condizioni di un Paese più maturo. Quindi maggiori agevolazioni, semplificazione burocratica, maggiore disponibilità di fondi di venture capital e più facilità a operare e scalare a livello internazionale”. Questa dunque la direzione tracciata da Ansip: non resta che vedere se, e quando, le assicurazioni si tradurranno in fatti.