Anche le casse previdenziali si accingono a fare investimenti nelle startup, sia pure in maniera indiretta. Come scrive oggi Il Sole 24 Ore, Cassa forense e Inarcassa (architetti e ingegneri) sono pronte a entrare nel Fondo dei fondi di venture capital attivato dal Fondo Italiano d’Investimento, dedicato ad investimenti nel capitale di rischio delle piccole e medie imprese, che ha tra i suoi primi investitori Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), la quale a sua volta gestisce il risparmio postale. Le due casse, sempre secondo quanto riferito, sono pronte ad investire 20 milioni di euro nel Fondo dei fondi, mentre altre stanno valutando se entrare.
Lanciato l’anno scorso, il fondo di fondi di venture capital prevede investimenti complessivi per 150 milioni di euro. È stato sottoscritto in primis da Cassa Depositi e Prestiti per 50 milioni e da altri tra i quali Intesa San Paolo, Icpbi, Banca Intesa e Credito Valtellinese. A questi finanziamenti ora vanno ad aggiungersi quelli delle due casse previdenziali, che avvicinano così la dotazione del nuovo strumento ai 150 milioni previsti.
“Quello delle startup può essere un volano importante per la crescita economica e soprattutto per l’occupazione giovanile” ha commentato Innocenzo Cipolletta, presidente del Fondo Italiano di Investimento, facendo notare che finora le start up finanziate dal Fondo, molte animate da giovani imprenditori creativi, hanno creato 1300 posti di lavoro. “Adesso nessuno può dire che i soldi non ci sono” ha aggiunto il presidente.
Intanto il Fondo Italiano d’Investimento ha deliberato due nuove iniziative: una dedicata alle startup del settore digitale e della robotica con Vertis Venture 2 Tecnologie, gestito da Vertis Sgr, un’altra denominata Oltre II di Oltre Venture, focalizzata sui servizi al sociale e alla persona. Con questi due ultimi fondi, salgono a 11 gli investimenti deliberati nel venture capital di cui 6 già sottoscritti e 5 in fase di definizione. In portafoglio ci sono 64 startup con un ventaglio di investimenti nelle diverse fasi di crescita dell’azienda: dalla progettazione (seed), ai primi stadi di vita (early stage) salendo ai gradi successivi quando necessitano capitali per sviluppare progetti innovativi (late stage). Numerosi i settori di interesse: agroalimentare, biotech, pharma, chimica, domotica, IT, nanotecologie, risparmio energetico, trattamento delle acque.
“Il nostro sforzo – ha commentato Gabriele Cappellini, amministratore delegato del Fondo Italiano di Investimento – va nella direzione di attivare investimenti dall’estero e i primi segnali cominciano a vedersi come la collaborazione avviata con il Fondo europeo per gli investimenti che ha investito in venture capital operanti in Italia circa 200 milioni”. (L.M.)