Almaviva mette a disposizione gratuitamente per le startup una piattaforma cloud universale per l’Internet of Things (IoT). La società italiana di Information Technology ha pensato a un “motore universale” dell’Internet delle Cose dando vita a Giotto (Almaviva Universal Platform for Enterprises), piattaforma completa, flessibile e scalabile per sviluppare in modo semplice e sicuro nuovi progetti nell’IoT.
Come è noto, l’Internet delle Cose è un neologismo riferito all’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. Attraverso chip e sensori inseriti all’interno, gli oggetti sono in grado di interagire tra loro e con la realtà circostante: un classico esempio è quello del frigorifero che, se “interrogato” via smartphone, segnala i prodotti che mancano, ma anche gli allarmi di sicurezza o la possibilità di regolare il riscaldamento da remoto. Così il mondo fisico può essere (quasi) interamente digitalizzato, monitorato e in molti casi virtualizzato.
“L’informatica è cambiata” ha affermato il presidente Alberto Tripi presentando Giotto a Roma. “Siamo nell’era delle piattaforme e dell’informatica molecolare”.
Giotto fa dialogare tutte queste “molecole” (persone, macchine, dati), con un supporto unico, rendendo compatibili tutti i componenti utili a dare forma alle idee nell’Internet delle cose. La piattaforma di Almaviva si presenta come un insieme di mattoncini, ovvero componenti software compatibili e collegabili, in parte già parzialmente assemblati in elementi universali, riutilizzabili più volte, con cui creare forme diverse.
In Giotto ci sono tutti i software necessari per realizzare soluzioni verticali IoT. E attraverso Giotto si possono connettere in un unico ambiente differenti dispositivi e farli interagire con le persone, le applicazioni, i servizi e con altri dispositivi: le soluzioni sviluppate tramite Giotto possono infatti raccogliere ed elaborare i dati generati dai sensori e dai dispositivi connessi alla rete e metterli a disposizione di utenti finali, applicazioni e ulteriori dispositivi.
Nella “creatura” di Almaviva già si possono trovare alcuni “mattoni” pronti, come la piattaforma di analisi e gestione dei consumi SEM (Smart Energy Management) o il sistema di servizi wi-fi in stazione, Wi-Life Station, come nel caso della Stazione Smart di Milano Centrale. Ma ci sono molti altri ambiti: “Le applicazioni sono molteplici, lavoreremo anche per agricoltura e sicurezza” ha indicato Tripi.
Giotto rappresenta uno strumento non solo per tutte le imprese italiane, ma anche per centri di ricerca e startup: Almaviva ha già stretto accordi con lo IoT Lab del Politecnico di Milano, CTL Sapienza e Università degli Studi Roma Tre, e altri ne seguiranno. Questi istituti potranno utilizzare Giotto gratuitamente, perché “rendere accessibili le tecnologie alle forze innovative del paese è un’assoluta priorità” ha detto Tripi. “Giotto è un motore facilitante per far partire nuovi progetti, incentivare la ricerca e far decollare nuove startup, una piattaforma al servizio dell’innovazione”.
Lo IoT rappresenta un’opportunità enorme per il sistema paese. Il Politecnico di Milano ha calcolato in Italia un boom di oggetti connessi su reti cellulari (+33% nel 2014) e più di un miliardo di euro come fatturato generato da soluzioni con connettività cellulare. “Le applicazioni sono infinite” ha affermato Stefano Mainetti, professore della School of management del Politecnico di Milano e Ceo di Polihub. Tra le startup più finanziate nel settore IoT ci sono proprio quelle che sviluppano piattaforme di integrazione. “Occorrono protocolli standard – ha indicato Mainetti – e Giotto è l’anello mancante sul percorso della IoT”.
“Cisco ha sempre puntato sugli standard aperti, su reti intelligenti e programmabili” è intervenuto Agostino Santoni, Ad di Cisco Italia. “Cisco va dove ci sono integrazione, innovazione e capacità di fare partnership. Le collaborazioni di Giotto con le università saranno molto importanti”. (L.M.)