SERVIZI INNOVATIVI

Affitto Certificato, la startup che crea la banca dati dei buoni inquilini

Fondata nel 2018, Affitto Certificato raccoglie le referenze di chi vuole affittare una casa.”Ai proprietari permette di fare una locazione Serena; agli inquilini di avere maggiore potere contrattuale”, spiega l’ideatore Alessandro la Viola. Ora la startup ha in corso una campagna di equity crowdfunding su BacktoWork

Pubblicato il 25 Giu 2020

Il team di Affitto Certificato

In Italia il mercato degli affitti è in rapida crescita: tra il 2013 e il 2016 il numero di immobili locati è salito costantemente, arrivando a rappresentare il 10,5% dell’intero mercato immobiliare. Il trend positivo è poi continuato negli anni, facendo registrare quasi 1,7 milioni di nuovi contratti nel 2018.

Trovare (e dare) un buon immobile in affitto, però, può essere un’operazione complicata, tanto per gli inquilini quanto per i proprietari. I servizi offerti da Affitto Certificato si inseriscono in questo contesto: grazie al “curriculum dell’inquilino” e al club Trust Let, la startup semplifica le operazioni e riduce i rischi che possono derivare dalle pratiche di locazione. Grazie alla campagna di equity crowdfunding avviata su BacktoWork, Affitto Certificato ha già raccolto più di 120 mila euro, che verranno utilizzati per creare servizi sempre più innovativi. Alessandro la Viola, ideatore e co-founder del progetto, racconta a EconomyUp come funziona Affitto Certificato e quali sono i piani per il futuro.

Affitto Certificato: come è nata l’idea

Affitto Certificato nasce nel 2018 da un’intuizione di Alessandro la Viola. “Qualche anno fa avevo deciso di mettere a rendita un immobile. Una volta inserito l’annuncio su uno dei portali immobiliari con la classica dicitura ‘solo referenziati’ sono stato letteralmente inondato dalle richieste di inquilini, che per lo più mancavano di qualsiasi informazione”. Una situazione piuttosto comune, che nasconde però diverse insidie: “Ho selezionato l’inquilino sulla base della sua professione, ma dopo qualche mese mi sono trovato costretto ad eseguire lo sfratto”.

Prova lampante del fatto che, nell’era della reputation economy dominata da recensioni e classifiche, il solo contratto di lavoro spesso non basta per scegliere la persona migliore a cui affittare un’abitazione. Manca qualcosa, un “database per raccogliere le referenze positive sullo storico degli inquilini”.

Oggi Affitto Certificato collabora con più di 300 agenzie immobiliari ed è convenzionata con FIMAA Servizi, la prima associazione di categoria in Italia. Nel mondo dell’online, invece, la startup collabora con il portale Affitto.it e ha all’attivo trattative con Uniaffitti e Roomless.

Banca dati, “curriculum dell’inquilino” e Trust Let: i servizi di Affitto Certificato

La startup si presenta come la prima “banca dati dei buoni inquilini”. Il processo di referenza, totalmente digitalizzato, avviene tramite il Curriculum dell’inquilino, un report unico che consente al locatario di dimostrare la propria solvibilità in pochi minuti grazie alla raccolta dei feedback relativi ai rapporti di locazione. In questo modo, proprietari e agenzie immobiliari possono scegliere i migliori inquilini verificando i feedback dei precedenti locatari e incrociandoli con i big data.

Agli inquilini, invece, è dedicato il portale “Trust Let”, nato per dare visibilità alle referenze individuali e garantire così maggiore potere contrattuale.

Una soluzione win-win, quindi, che soddisfa le esigenze di entrambe le parti in gioco: “Affitto Certificato offre ai proprietari la possibilità di selezionare inquilini certificati e di rendere l’investimento immobiliare una ‘Locazione Serena’, anche grazie alla tutela assicurativa a copertura dell’eventuale morosità dell’inquilino. Agli inquilini, invece, il sistema Trust Let offre maggiore potere contrattuale in fase di ricerca dell’immobile” spiega la Viola.

Le novità: dall’open banking alle polizze assicurative

I servizi offerti da Affitto Certificato non si fermano qui. Grazie alla partnership con Digital Magics, incubatore certificato di startup innovative, l’azienda punta ad implementare un sistema di open banking che permetterà agli inquilini di dimostrare la propria solvibilità in pochi minuti, semplicemente connettendo il conto corrente con l’app dell’azienda: “Grazie ai vantaggi della Psd2 il nostro algoritmo proprietario fornirà un ulteriore elemento valutativo dell’inquilino, evitando la raccolta di documentazione cartacea e migliorando la customer experience degli utenti” afferma il co-founder.

In fase di studio anche la possibilità di sottoscrivere accordi assicurativi che consentano di sostituire le spese per la cauzione con polizze contro danni e morosità, oppure metodi che permettano di pagare il canone di locazione come se fosse una qualsiasi bolletta. Grazie a questa soluzione, spiega la Viola, i proprietari non dovranno più attendere che il pagamento venga eseguito manualmente dagli inquilini, e questi potranno in cambio tracciare la regolarità delle transazioni.

L’equity crowdfunding e i progetti futuri

Per sostenere i tanti progetti attivi Affitto Certificato ha avviato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma BacktoWork: si chiuderà a fine luglio e ha già andata ha già raccolto 125 mila euro, il 250% dell’obiettivo minimo fissato a 50mila. “I fondi verranno destinati ad azioni di marketing e all’implementazione di servizi innovativi” afferma la Viola, che poi precisa: “Crediamo che lo sviluppo debba assolutamente passare attraverso innovazione e sinergie con partner che condividano con noi un approccio teso a sfruttare i vantaggi della digitalizzazione, anche in un settore tradizionale come quello immobiliare”.

Nel prossimo futuro, infatti, Affitto Certificato punta a sfruttare l’innovazione e il networking per migliorare il mercato delle locazioni: “In Italia ci sono decine di portali dedicati agli immobili, ma nessuno è dedicato agli inquilini, alle persone. Vogliamo dare loro maggiore potere contrattuale attraverso un’iniziativa socialmente responsabile, e creare così un nuovo mercato” conclude Alessandro la Viola.

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Laura Loguercio
Laura Loguercio

Primo ho studiato Filosofia, poi ho scoperto il mondo del digitale. Scrivo di società, ma con un occhio per l’innovazione.

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