Pensavamo che gessetti e penne fossero destinati a sparire per sempre con l’arrivo nelle aule scolastiche delle nuove tecnologie (per quanto ancora a rilento), ma non è così. Giuseppe Lo Pinto (nella foto con la sorella Angela), giovane tecnico di laboratorio di un istituto in provincia di Varese, ha inventato LimVTouch, una sorta di penna (o appunto un gessetto) che permette di interagire con il pc attraverso qualsiasi superficie come se fosse uno schermo touch. Un’inziativa che ora si è concretizzata dando vita alla startup Prosaber.
L’idea è stata giudicata potenzialmente rivoluzionaria dai giudici di Ing Direct, promotori del concorso “BitBumBam“, lanciato per scoprire idee innovative e stimolare la fantasia dei nativi digitali. Tra 300 proposte gli esperti hanno scelto proprio quella di Lo Pinto, che frequenta il Politecnico di Milano. Motivazione: potrà rendere più efficace e interattiva l’attività didattica superando problemi di costi e la scarsa abilità di molti docenti nel gestire le nuove tecnologie, essendo user-friendly. Come risultato il team di LimVTouch si è portato a casa il premio di 25.000 euro e 6 mesi di consulenza da parte di iStarter, incubatore torinese di startup.
Ma come funziona il gessetto 2.0? “Di fatto, la nostra invenzione – spiega Lo Pinto a EconomyUp – sostituisce il mouse, quindi tutte le operazioni che si possono fare con il mouse sono fattibili anche con il nostro dispositivo. Ma non solo: ad esempio sarebbe quasi impossibile scrivere con il mouse “a mano libera”, invece grazie alla Pim (Penna Interattiva Multimediale) il gesto di scrittura è del tutto naturale, come appunto con una penna. Con il “gessetto intelligente” posso scrivere con il buon vecchio paint utilizzando il pc come se fosse una lavagna in ardesia, ma con il vantaggio di poter integrare video, immagini o audio per poi salvarli e condividerli con la classe. Oppure posso creare appunti in carattere digitale, leggibile dai lettori automatici, oppure ancora creare giochi interattivi per apprendere le tabelline o la geografia in un clima di gioco e divertimento”.
In pratica, LimVTouch consente di trasformare qualsiasi superficie in una lavagna interattiva multimediale touch, con accesso live a risorse multimediali e sharing, sulla quale è possibile scrivere o selezionare i comandi con l’aiuto della penna creata ad hoc. Tutto questo grazie ad una telecamera e ad un puntatore a raggi infrarossi. Una volta collegato al computer, il dispositivo non necessita di alcun intervento di installazione, funziona in modalità plug and play e non è legato all’utilizzo di un software proprietario. I costi sono contenuti: LimVTouch, infatti, costa circa un 1/3 di una semplice lavagna interattiva multimediale.
.A questo link un video illustrativo:
https://drive.google.com/file/d/0B1U4yUthEEaxMzZPelBlTm9fSzg/edit?usp=sharing
“Il progetto è nato in seno alla mia esperienza di IT manager” spiega ancora Lo Pinto. “Nella prassi operativa riscontravo lo spreco nell’impiego di risorse limitate disponibili, utilizzate per acquistare strumenti dispensiosi e poco utilizzati. Ho lavorato nel tempo libero alla realizzazione del prototipo”.
Il team è composto dal giovane startupper, 27 anni, e dalla sorella Angela. Laureando in ingegneria informatica, Giuseppe lavora presso la pubblica istruzione da 7 anni e mezzo. “Ho potuto toccare con mano la situazione scolastica Italiana confrontandola, anche, con il sistema scolastico americano – dice – a me noto poiché nel 2004 ho avuto la possibilità di studiare un anno negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio. Angela, invece, ha 2 anni più di me e vive a Londra da 3 anni e mezzo dove lavora come Associate in 3H partner, una boutique di consulenza strategica. Si è laureata in economia ed organizzazione dell’impresa presso l’Università degli studi di Palermo e ha conseguito un master in management presso l’Escp Europe”.
“Ad oggi – conclude Lo Pinto – siamo stati impegnati nella commercializzazione del prodotto, dopo che nei primi due mesi di mentorship il progetto LimVTouch si è concretizzato in una start up “Prosaber“. Abbiamo portato avanti i contatti con alcune scuole delle province di Varese e Torino e organizzato workshop per far toccare con mano le potenzialità di questa tipologia di insegnamento. In parallelo sono state elaborate delle metriche di valutazione dei pareri che arriveranno dai nostri clienti, per poi stilare una lista di priorità negli sviluppi futuri”.