A giugno anche l’Italia avrà la sua valuta virtuale: a lanciarla sarà SixthContinent, piattaforma che si definisce un “digital social system”, operativa nel nostro Paese dallo scorso ottobre e attualmente tra le 5 startup selezionate dal grande acceleratore californiano Plug & Play per lavorare proprio allo sviluppo di una moneta digitale analoga al tanto discusso Bitcoin.
Come spiega a EconomyUp il presidente di SixthContinent, Fabio Deghenghi, a gennaio scorso il team aziendale si è recato nella Silicon Valley e, tra gli altri, ha incontrato i vertici di Plug & Play, noto per aver coltivato nella fase iniziale aziende come Google, PayPal e Logitech e che attualmente sta accelerando oltre 250 neo-imprese. La squadra ha avuto modo di presentare al founder e ceo di Plug & Play, Saeed Amidi, la sua piattaforma, una sorta di mix tra social network e luogo di e-commerce, nell’ambito del quale gli utenti potranno usare appunto una valuta virtuale, che non si chiamerà Bitcoin ma MoMoSy.
Ad Amidi l’idea è piaciuta al punto che la startup italiana (che però ha sede a Bristol, nel Regno Unito) è stata accolta tra le 5 (i cui nomi finora erano rimasti tutti segreti) destinate a un progetto speciale: dare vita ad aziende il cui modello di business sia incentrato sulla valuta virtuale tipo Bitcoin, insomma sulle cosiddette crittovalute. Un fenomeno alla ribalta della scena internazionale, che presenta luci ma anche molte ombre, sia per la mancanza di regolamentazione di questa moneta nata da Internet sia per le recenti chiusure di piattaforme per scambio online dovute, sembra, ad hacker e quindi a problemi di sicurezza. Ma Plug & Play è convinta che sia un buon business.
“Stiamo lavorando con il team di sviluppo del protocollo di Bitcoin per sviluppare un software per la nostra valuta virtuale” spiega il presidente di Sixth Continent, aggiungendo che Plug & Play ha messo loro a disposizione uno spazio all’interno dell’acceleratore, dietro versamento di un canone mensile, e supporto a livello legale e fiscale, oltre alla possibilità di entrare in contatto con gli investors.
Inoltre l’acceleratore californiano ha fatto da tramite tra la startup e Collision, l’evento più importante dell’anno nel settore tecnologico chiamato anche la Davos dei geek: presentata da Plug & Play, la neo-azienda italiana sarà l’unica portabandiera del nostro Paese tra le 150 selezionate da tutto il mondo per presentarsi ai più influenti investitori internazionali a Las Vegas i prossimi 13 e 14 maggio.
“Siamo orgogliosi di essere stati selezionati a partecipare all’evento in qualità di unica startup italiana, fra l’altro come una delle 50 migliori idee dell’anno. Questo risultato ci rafforza e consolida sul mercato americano in vista degli sviluppi internazionali in programma” commenta Fabio Deghenghi.
Ma come funziona Sixth Continent? Intanto va detto che parte con un obiettivo di ispirazione sociale piuttosto ambizioso: grazie ad una app, gli utenti saranno in grado di indirizzare i propri acquisti “verso le aziende che operano in equilibrio tra i profitti generati e la ricchezza diffusa nella comunità”, etichettate dai founder come “virtuose” dopo anni di lavoro su numeri e archivi. In pratica gli utenti registrati acquistano merci attraverso una serie di esercizi commerciali che, se ritenuti “virtuosi”, possono aderire al network di Sixth Continent pagando una fee iniziale una tantum di 100 euro (ma solo dopo aver superato i 200 euro di vendite). In base a un meccanismo piuttosto complesso, per ogni acquisto gli utenti ricevono una sorta di revenue sharing, in sostanza una quota di denaro che va ad accumularsi nel loro portafoglio virtuale. A partire da giugno, assicura Deghenghi, sarà possibile effettuare le compravendite in MoMoSy (Moderate Monetary System), il sistema di classificazione delle aziende virtuose da cui prenderà il nome la moneta virtuale che in questi mesi viene appunto sviluppata nell’acceleratore americano. Ma solo dal 2015, prevede, sarà possibile scambiare MoMoSy con altre valute.
Oltre all’Italia, per ora Sixth Continent è presente in Francia e Spagna, ma è previsto lo sbarco negli Stati Uniti per il 12 ottobre 2014. E a primavera 2015 la società prevede di quotarsi all’Aim di Londra.