QUESTIONI LEGALI

A cosa prestare attenzione quando la startup va verso il fallimento



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Per il fallimento delle startup esiste un regime di favore. Ma va verificato che la società sia ancora nel regime agevolato e quale sia la data di decorrenza. Non basta essere iscritti al Registro delle imprese innovative per evitare l’applicazione delle procedure ordinarie

Pubblicato il 22 lug 2024



Fallimento startup

Nella cultura italiana il fallimento equivale ancora a un fatto disdicevole, anche quando si parla di startup purtroppo. Qualcosa però sta cambiando ed è bene osservare che cosa succede e le consuetudini in materia di altri Paesi, dove all’opposto si è pronti a dire: “ho tentato, ho fallito. Capisco dove ho sbagliato e riprovo”.

Quello italiano è un approccio culturale e non soltanto tecnico e giuridico. Finalmente, però, sta cambiando ed evolvendo da “bollo negativo” a esperienza.

Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e anche in alcuni Paesi europei, fallire vuol dire semplicemente aver ricevuto una risposta negativa dal mercato, situazione che comporta pochi gravami e aggiunge molta esperienza ai curricula dei giovani imprenditori.

Startup e fallimento, non si applicano le norme ordinarie

È bene sottolineare che le norme italiane create per favorire l’avvio di nuove startup innovative contribuiscono a creare una nuova visione del fallimento, perché abbracciano proprio la tesi dell’impatto negativo sul nuovo business e non sulla vita personale degli imprenditori.

Lo Startup Act, infatti, prevede che alle startup innovative non si applichino le procedure concorsuali e fallimentari ordinarie, ma siano soggette esclusivamente alla procedura di composizione della crisi da sovra-indebitamento.

Una procedura senza strascichi per le persone

È una procedura concorsuale che abbatte i debiti della società senza gli strascichi, anche di carattere sociale, tipici della disciplina del fallimento.

All’estero l’insuccesso è considerato un valore, perché contribuisce a correggere gli errori e a superare qualsiasi difficoltà per passare allo sviluppo di una nuova proposta. Negli Stati Uniti, per esempio, sono tantissimi i nomi più o meno famosi che, nonostante abbiano incontrato difficoltà e insolvenze, sono poi riusciti a superarle e a mettere a disposizione di mercato e società servizi e prodotti straordinari. Molti imprenditori di successo anche anche storie di fallimento lungo il percorso imprenditoriale.

È una questione di mentalità, che va superata perché esiste un regime di favore che, seppur limitato nel tempo (5 anni dalla fondazione), è applicabile solamente entro i termini di startup innovativa e in presenza di tutti i requisiti costitutivi previsti dalla norma.

Startup e fallimento, le verifiche da fare

Di fondamentale importanza per gli o le startupper è verificare che la società insolvente sia effettivamente una startup innovativa e quale sia il giorno effettivo dal quale far decorrere i termini. In giurisprudenza si chiama “dies a quo”.

Ai termini bisogna prestare particolare attenzione, perché l’iscrizione nella Sezione Speciale del Registro delle imprese è un presupposto necessario, ma non sufficiente, a garantire l’applicazione dell’esonero dalla dichiarazione di fallimento.

Un nuovo approccio al fallimento è la chiave di volta di tutte le crisi “startuppari“ che potrebbero contribuire a dare un nuovo slancio alla nascita di nuove imprese innovative.

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