Ci sono hacker che rischiano di provocare la terza guerra mondiale (ve lo ricordate il film Wargames dell’83?), hacker che entrano allegramente nella mail del direttore della CIA (e vengono arrestati: “cracka”, un 16enne, è finito in manette a febbraio), hacker che si sentono paladini della giustizia (vedi Anonymous). E poi ci sono hacker che abbandonano l’università perché non hanno voglia di studiare ma a vent’anni rilasciano il primo jailbreak per l’allora nuovissimo iPhone 3GS, a 21 infrangono le protezioni della Playstation, a 22 vengono assunti da Facebook, a 24 violano Chrome e vengono assunti da Google. E a 26 fondano una startup e ottengono un finanziamento da 3,1 milioni di dollari da Andreessen Horowitz (uno dei maggiori VC Usa) per sfidare nientemeno che Elon Musk.
È la storia di George Hotz, classe ’89, conosciuto nel mondo degli hacker come geohot, che sei mesi fa ha fondato Comma.ai, una startup che sta lavorando a un sistema in grado di trasformare qualunque automobile in un veicolo semi-autonomo. E se Steve Jobs ha creato la Mela nel suo garage, Hotz ha fatto lo stesso: a ottobre si è comprato una Acura ILX, videocamere, supporto per la GoPro e ha iniziato a sviluppare la nuova tecnologia nel garage di casa sua, a San Francisco. Con l’obiettivo di lanciare, entro la fine del 2016, il sistema di guida automatico (basato su un’app per smartphone e videocamere abbinate) per meno di mille dollari. Un sistema che, secondo lo stesso hacker, “sarà facile da installare come montare un mobile Ikea”.
Secondo la Cnn, inizialmente Andreessen Horowitz era scettico sul progetto, ma quando un partner della sua azienda, Chris Dixon, ha testato l’auto di Hotz e il nuovo sistema di
guida semiautomatica, si è entusiasmato. E ha portato il suo entusiasmo in azienda, spingendo per il sostegno a Comma.ai.
Nel 2015, dopo essersi licenziato da Google, Hotz è stato assunto come ricercatore a Vicarious, un’azienda che crea algoritmi di intelligenza artificiale. E si è appassionato al tema: “Ho iniziato a leggere tutte le carte. Ho pensato: ‘questa roba non è così difficile. Non è ultrasofisticata. È molto elementare. Ma anche gli errori che la gente fa sono basilari”. E così gli è venuta l’idea di correggere quegli errori, per lo meno quelli commessi da chi sta al volante. Si è nuovamente licenziato e ha proposto un accordo a un gigante del calibro di Elon Musk, che sull’auto che si guida da sola punta da parecchio tempo, sottoponendogli un sistema di visione computerizzata per la Tesla. Ma l’accordo è sfumato: il motivo, secondo Hotz, è che Musk voleva “mettere il becco” sulla sua tecnologia. E così l’hacker ha deciso di fare da sé e ha fondato la sua startup, con l’obiettivo di battere Musk (e anche Google e Apple, a dire il vero) sul suo campo di battaglia. E l’11 marzo, prima ancora di ottenere il finanziamento da Andreessen Horowitz, ha annunciato sul suo blog: “Ho creato un’auto che si guida da sola meglio di quella della Tesla”, anche se, ha aggiunto il 1° aprile, “la Model 3 è proprio bella”, e Musk produce veicoli automatici “abbastanza buoni”. Però “non saranno mai in grado di produrne abbastanza da soddisfare la domanda. Ma sapete che cosa è abbastanza facile da distribuire? Le app per smartphone. Così, con un pivot, saremo un’azienda che produce app per smartphone. L’annuncio del prodotto a breve”.