L’INTERVENTO

5 punti da cui ripartire per la campagna di settembre su un vero Startup Act 2.0



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La reazione al DDL concorrenza ha mostrato il valore di una comunità che sa farsi sentire, quando supera il limite dell’autoreferenzialità. Adesso bisogna tornare a impegnarsi per migliorare il testo di legge e arrivare a una riforma propulsiva dello Startup Act del 2012

Pubblicato il 30 ago 2024

Giorgio Ciron

Direttore InnovUp



startup, venture capital

Tra fine luglio ed inizio agosto si è parlato molto di startup, finalmente anche nei canali più generalisti in relazione alle norme dedicate al settore contenute nel DDL concorrenza. Purtroppo si è persa l’occasione per una revisione complessiva della normativa, perché non è stata riservata al settore la giusta attenzione e sembra che la filiera italiana dell’innovazione, fondamentale per lo sviluppo e la sostenibilità futura del Paese, sia considerata ancora marginale e relegata a poche misure.

La posizione di InnovUp è nota ell’Associazione è nota (qui puoi leggere il comunicato di fine luglio), ma voglio qui sottolineare alcuni punti che mi porto a casa da quanto successo nell’ultimo mese.

5 punti da cui ripartire per lo Startup Act 2.0


1. La nostra comunità – che preferisco all’inglese “community” per la forza del legame che il termine italiano esprime – sa mobilitarsi all’unisono per battaglie comuni e, se lo fa, è in grado di far sentire la propria voce
2. l’intelligenza collettiva di cui possiamo disporre come “filiera italiana dell’innovazione” è un grandissimo valore
3. La disponibilità di soci e amici – testimoniata anche dalle oltre 140 presenze al nostro webinar del primo agosto – nel mettersi a disposizione per un obiettivo comune che va oltre quelli di business delle singole realtà, è una risorsa preziosa
4. Il nostro rischio, come settore, proprio per i legami forti che ci uniscono, è l’autoreferenzialità. Fondamentale far sentire la nostra voce al di fuori dell’ecosistema con messaggi e numeri semplici (es. occupazione qualificata)
5. Ogni comparto economico vive di segnali, forti e deboli, e di fiducia. Uno StartupAct2 ambizioso sarebbe stato un segnale forte che avrebbe iniettato fiducia nell’ecosistema…per ora non è stato così ma si può recuperare!

Ecosistema Italia, risultati al di sotto delle aspettative


Si deve recuperare perché, sebbene non mi appassionino le querelle su unicorni o dimensione degli investimenti (con stime sul primo semestre che vanno dai 250 ai 671 milioni) una cosa è certa: i risultati di quest’anno sono ben al di sotto delle aspettative di un ecosistema in rapida crescita.

Da lunedì 2 settembre, quindi, di nuovo pancia a terra per migliorare l’attuale testo e concretizzare lo Startup Act 2.0 che il settore si merita – per valorizzare il coraggio di chi fa impresa e startup ogni giorno creando posti di lavoro e crescita economica – e di cui abbiamo estremo bisogno per collocare l’Italia tra le startup Nation.

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