La detrazione fiscale per i capitali investiti portata dal 30% al 50% e il decreto che definisce e inserisce i Business Angel a pieno titolo tra gli investitori qualificati dell’ecosistema dell’innovazione italiano. Si potrebbero sintetizzare in questi due provvedimenti i risultati più importanti ottenuti nel 2020 per i Business Angel. Un anno difficile, ma che ha visto comunque alcune novità positive e altri obiettivi ancora da raggiungere già a partire dal 2021.
Business Angel 2020, un bando con gli USA
Tra le nuove importanti iniziative che coinvolgono i BA ce n’è una, recentissima, che guarda all’estero. È proprio di questi giorni l’annuncio che IBAN, insieme ad AIFI, è partner del bando lanciato dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), attraverso l’iniziativa INVEST, che supporta le aziende italiane impegnate in ricerca, sviluppo o produzione di terapie, vaccini, attrezzature mediche e forniture di protezione individuale ed altre soluzioni e/o prodotti in grado di aiutare nella lotta contro il COVID-19.
Il progetto è attuato in Italia da un consorzio di partner guidato da PEDAL Consulting e catalizzerà la raccolta di 10 milioni di dollari provenienti da investitori privati per fornire supporto finanziario e assistenza tecnica personalizzata a 10 aziende italiane. IBAN mette al servizio del progetto il suo network di investitori per coinvolgerli nella raccolta dei capitali da investire nelle 10 aziende che saranno selezionate e sarà presente nel Comitato di Valutazione che identificherà le imprese che hanno saputo rispondere in modo innovativo ed efficace ai nuovi bisogni legati all’emergenza Covid-19.
Le detrazioni fiscali sugli investimenti in startup
Tornando alla detrazione fiscale sui capitali investiti dai BA in startup e PMI innovative: come già detto, nel 2020 il Governo l’ha alzata dal 30% al 50%. Un bel segnale per il settore dell’innovazione e delle startup, a cui è stato riconosciuto un ruolo importante per sostenere la ripartenza economica italiana, destinando all’intero comparto un miliardo di euro di risorse tra misure di sostegno e incentivi all’investimento.
Per le startup il tetto massimo dell’investimento ai fini della detrazione è di 100mila euro mentre per le PMI è stato alzato a 300mila euro. Una distinzione che come IBAN puntiamo ad annullare e per questo continueremo a sostenere l’innalzamento del tetto a 300mila euro anche per le startup innovative, affinché non si venga a creare un effetto distorsivo che rischia di privilegiare gli investimenti nelle PMI innovative rispetto a quelli nelle startup. Anche perché, come evidenzia la nostra Survey annuale sull’angel investing in Italia, nel 2019 più del 50% delle operazioni di investimento realizzate dai BA italiani ha superato i 100mila euro investiti, con il 26% degli investimenti che sono andati oltre il mezzo milione di euro.
Altra questione rimasta aperta nel 2020 e su cui IBAN sarà impegnata nel dialogo con le Istituzioni riguarda il periodo minimo di durata dell’investimento per godere dei benefici fiscali e in particolare della detrazione fiscale del 50% sugli investimenti. Tale arco temporale, il cosiddetto holding period, è rimasto di tre anni, nonostante l’auspicio di vederlo abbassato a un anno solo o addirittura di non applicarlo in caso di exit di successo. Disinvestire con successo è infatti il fine di tutti gli investitori e in più genera plusvalenze che comunque garantiscono un gettito allo Stato. Oggi invece se un angel realizza una exit nei primi tre anni dell’investimento non può godere della detrazione fiscale legata a quell’investimento, oltre a dovere pagare le imposte sulla plusvalenza stessa.
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2020, i Business Angel riconosciuti “investitori qualificati”
Il 2020 è anche per i Business Angel l’anno in cui sono stati riconosciuti a pieno titolo come investitori qualificati, parte dell’ecosistema dell’innovazione e della startup economy. In uno dei decreti attuativi del Decreto Rilancio, in particolare quello che si riferisce all’articolo 38 comma 3, si riconosce infatti ai BA il ruolo di “investitori qualificati” in Italia. Non si tratta solo di forma, ma anche di sostanza: i Business Angel diventano infatti, insieme ad acceleratori e incubatori, family office e agli investitori regolamentati indicati nel TUF (tra cui le SGR, le SICAF, le SICAV e le SIS), i soggetti designati a segnalare al Fondo Rilancio di CDP Venture Capital le start-up e le pmi innovative in cui investire.
La legge inoltre definisce per la prima volta in Italia i BA in modo completo ed esaustivo: non più soggetti che dai contorni indefiniti bensì “coloro che abbiano investimenti attivi e un track record consolidato nel settore del venture capital nonché competenze, professionalità e capacità organizzative ed economiche adeguate per supportare i progetti di sviluppo delle imprese target definiti nell’ambito dell’operazioni di investimento del Fondo”, ossia il Fondo Rilancio istituito da CDP Venture che investirà in startup e pmi innovative i 200 milioni di Euro stanziati dal Decreto Rilancio. La norma prosegue sottolineando che: “A tal fine si presume che la partecipazione consolidata ad associazioni di categoria italiane o estere costituisca indice del possesso da parte del business angel dei richiesti requisiti di competenza, professionalità e capacità organizzative”.
In mancanza di un Albo o di un Registro ufficiale dei Business Angel l’appartenenza a Associazioni di categoria è determinante per attestare il possesso delle necessarie “competenze, professionalità e capacità organizzative”. Si tratta per IBAN di una chiamata che va gestita con grande impegno e senso di responsabilità. Alla luce di queste novità diventa inoltre ancora più urgente lavorare sulle competenze che i Business Angel devono avere per rientrare a pieno titolo tra “gli investitori qualificati”.
Serve iniziare a ragionare su percorsi di formazione dedicati, che potrebbero portare alla creazione di un Academy, con l’obiettivo di migliorare le competenze dei nostri associati e formarne di nuovi secondo quelle che sono le indicazioni e le buone prassi a livello nazionale e anche a livello europeo. La vocazione internazionale di IBAN, tra i membri permanenti di BAE – Business Angel Europe, la Confederazione delle Associazioni di Business Angel in Europa nata nel 2013, le consente infatti di avere una visione allargata per essere la voce degli investitori informali non solo in Italia, ma anche in Europa.
2021, diversificare gli investimenti e più condivisione del rischio
Tutti traguardi positivi e importanti per i BA, raggiunti in un anno difficile. Per il 2021 dobbiamo alzare la posta, è il momento di guardare avanti e certamente una delle caratteristiche degli investitori di successo è quella di sapere cogliere le opportunità scegliendo nuove strade e con nuove prospettive. Segmentazione e condivisione del rischio crediamo saranno la nuova rotta degli investimenti dei BA. Da una parte è arrivato il momento di diversificare gli investimenti, rispetto al continuo e costante aumento riscontrato negli ultimi anni di operazioni che coinvolgono startup e PMI innovative del mondo digitale, diventato ancora più dominante nel 2020 con le necessità di distanziamento personale e un ricorso massiccio allo smart working. Siamo e saremo molto attenti alle opportunità di investimento nella green economy e nel clean tech, incentivate anche dal Green Deal europeo che prevede di mobilitare 1000 miliardi in dieci anni. Al contempo ci aspettiamo anche una sempre maggiore condivisione del rischio, con i round di investimento che sempre di più seguiranno il solco già tracciato di operazioni in syndication in cui i BA condividono il rischio con venture capital e altri investitori istituzionali.