Cosa faremo nel 2016? Le stesse cose che abbiamo fatto nel 2015, e nel 2014 e che speriamo di poter fare per i prossimi decenni a venire.
Gli elementi non cambiano: persone, talenti, determinazione, attenzione ai trend, ma soprattutto continuità.
Investiamo in molte situazioni connotate dalle buzzword che caratterizzano l’innovazione di questa nostra era, ma credo che la chiave del successo sia la costanza, e la pazienza, con cui questi investimenti vengono fatti, seguiti e supportati.
Un errore comune che percepisco spesso è legato all’aspettativa del successo immediato, del facile guadagno e della storia di successo perché si è vinto un premio o c’è una idea brillante e curiosa da raccontare: la formula vincente non può essere binaria (v. ho ricevuto un investimento quindi sono di successo), ma è un algoritmo estremamente complicato le cui variabili rilevanti sono molte e cambiano in ciascuna fase di vita di un’azienda. E in ultimo, ma non per importanza, è un algoritmo che si svolge in un arco di tempo lungo o comunque non breve. Le Google, Amazon, Apple o Yoox hanno avuto bisogno di 15 anni e più per diventare quelle che oggi conosciamo.
E su questo forse va sfatato un altro mito: quello della startup. Può sembrare un’eresia ma credo sia di buon auspicio come questo periodo dell’anno merita sia. La startup è una fase non è un risultato. È come dire investiamo nei giovani perché restino giovani…: dobbiamo investire nelle giovani società perché diventino società adulte, innovative e permettano il ricambio industriale e manageriale di cui un’economia sana e dinamica necessita.
Stiamo assistendo finalmente anche in Italia ad un trend che non può che essere positivo per tutti, solo dobbiamo seguirlo e cavalcarlo non come fenomeno di un breve momento ma come dato di fatto strutturale a cui dare intensità e continuità abituandoci a pensarlo con un orizzonte di lungo periodo.
In tutto questo alcune tendenze sono più promettenti di altre e in aggiunta alle premesse di cui sopra, offrono opportunità di investimento estremamente interessanti: il Fin-tech ed il mondo della finanza sono destinati a essere stravolti molto più velocemente di quanto la loro storia pregressa ci possa far pensare. Oppure il mondo della casa che rimane uguale a se stesso da sempre e che invece grazie a nuovi modi di abitare, a nuove tecnologie ed a nuovi modi di consumare potrebbe essere una frontiera tutta da scoprire. Allo stesso tempo, l’e-commerce, che dal punto di vista di tecnologia e di modello è ormai un settore quasi tradizionale, è un’enorme opportunità: questo canale in Italia cresce del 16% all’anno. Poco? Forse ma è il 16% di un mercato già da 16,6bn, che vuol dire che solo in Italia e per il solo 2016 sposterà quasi 2,7bn di nuovo giro d’affari. Un buono spazio anche per nuovi entranti, speriamo italiani…
Insomma il momento è positivo, e si è aperta una falla, non servirà un’alluvione ma una normale irrigazione per vedere presto, forse già nel 2016 i primi frutti.
* Andrea Di Camillo, fondatore di P101, fondo di venture capital