La grande trasformazione

#2015Up L’onda è cresciuta, adesso bisogna tuffarsi

Nell’anno che finisce si è consolidato il movimento della nuova imprenditorialità. Gli schizzi d’acqua hanno raggiunto persino la tv. E le aziende adesso devono decidere se approfittare della marea crescente o farsi travolgere. A Babbo Natale chiediamo di non trasformare tutte le startup in nuove Pmi

Pubblicato il 24 Dic 2015

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Chi dice “nulla è cambiato” di solito è il primo a restar fermo nelle sue posizioni e convizioni. Quindi non vede quel che gli succede attorno e si inganna pensando che il suo sguardo coincida con la realtà. Un difetto di visione che spesso costa molto di più di un budget sbagliato o un finanziamento non andato a buon fine.

Nel rituale dei bilanci di fine anno, quindi, conta molto l’altare dal quale viene celebrato. Dal nostro piccolo, ma privilegiato, punto di osservazione abbiamo visto quest’anno montare la marea della trasformazione che nasce tecnologica, ma diventa sociale, culturale, economica. Abbiamo creato dei punti di riepilogo attorno all’hashtag 2015Up, lo stesso che avevamo utilizzato all’inizio dell’anno: le exit, i finanziamenti, le esperienze, gli eventi, le norme, i risultati. Per molti versi è andata meglio del previsto, per altri un po’ meno e su questo lato pesa la persistente penuria di capitali a disposizione di chi il cambiamento lo sente e vuol provare a realizzarlo. Comunque si è consolidata la voglia di mettersi in gioco, di affrontare un rischio, di pensarsi imprenditore. Un vero fenomeno, ha certificato il Censis nel suo Rapporto sulla situazione sociale del Paese. Un fenomeno che ha un motore generazionale ma sta coinvolgendo ogni fascia d’età e di censo.

Chi segue EconomyUp sa che stiamo osservando l’ingrossarsi della marea da oltre due anni con rinnovata curiosità e crescente interesse, perché sta facendo emergere un’Italia che non conoscevamo e ancora poco conosciuta al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori. Da Sud a Nord è in corso un movimento che fa dell’impresa la sua bandiera di affermazione sociale. Non è roba da poco in un Paese che qualcosa di simile non la vedeva almeno da mezzo secolo. Il 2015 è stato un anno decisivo: il quadro normativo è pressocché completo, seppur con gli inevitabili bug di qualche decreto attuativo; la consapevolezza sociale cambia; i check point delle aziende grandi, tradizionali, consolidate (chiamatele come volete) cominciano ad essere meno ottusi; l’attenzione dei media popolari si accende.

Quando l’onda cresce c’è chi corre per tuffarsi e chi invece per evitare di farsi bagnare. Ma gli spruzzi arrivano un po’ dappertutto, persino in tv: il 2015 è stato l’anno del primo (in Italia) talent show sulle startup. Inevitabilmente le parole perdono un po’ del loro senso, ne acquistano altri magari meno nobili ma intanto cambia il senso comune, si creano le basi per un nuovo consenso. Che è il capitale che nei prossimi anni dovranno far rendere i nuovi imprenditori, quando saranno magari meno giovani e si troveranno alla guida di aziende che non sono più startup. Toccherà a loro dimostrare leadership, responsabilità sociale, capacità di innovare quel che “avevano” innovato.
Gli spruzzi stanno bagnando sempre di più le aziende pre-esistenti, prima indifferenti, poi disorientate, adesso pronte ad approfittare del cambiamento che arriva da fuori anche se non sanno ancora quando e come farlo. Ma chi non si deciderà rapidamente rischia non qualche spruzzo, ma di restare sommerso.

Quando l’onda cresce produce anche tanta schiuma. Ma non è quella che toglie spinta alla forza di Nettuno. Mi auguro di non sentire più nel 2016 la parola fuffa. Molto meglio dedicare tempo, attenzione ed energie a capire come far diventare le startup enzimi potenti per le aziende esistenti o nuove aziende globali esse stesse. E non nuove Pmi. Il 2015 è stato l’inizio delle Pmi innovative: ottima soluzione per portare una scossa nel tessuto molle del sistema economico nazionale. Ma non accontentiamoci di fare delle startup tante nuove pmi, innovative o no. Sarebbe un vero disastro. A Babbo Natale quindi chiediamo questo regalo: un campanello che allontani menagrami e imbonitori.

Auguri a tutti.

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