La più shopping-dipendente è Yahoo: tra le Internet companies che nel 2013 hanno effettuato acquisizioni di altre società spicca l’azienda guidata da Marissa Mayer, seguita da Google e Apple più o meno a pari merito. Twitter e Facebook si dimostrano compratori “moderati”, mente il gigante delle compravendite online Amazon ha puntato sul made in Italy comprando una start up fondata da italiani, GoPago.
Annunciando la sua strategia per il 2013, la ceo Mayer ha espresso, tra l’altro, l’intenzione di costruire “forti alleanze”. Ma, al di là delle parole, valgono i fatti: ha fatto molto rumore il mega acquisto del social media Tumblr per 1,1 miliardi di dollari, così come quello di Summly, start up di un 17enne acquisita da Yahoo per 30 milioni di dollari fra la sorpresa e lo scandalo del popolo della Rete (non ha ricavi, non ha milioni di utenti). Hanno suscitato attenzione le acquisizioni delle start up Qwiki – applicazione che consente di convertire foto, musica e clip video in mini film – e Xobni, app che crea una rubrica di contatti in base alle proprie e-mail. Di fatto la company di Sunnyvale ha fatto acquisti nei settori più disparati: dai Social Analytics (Ztelic) al videoconferencing (Rondee), da aziende focalizzate sulla social recommendation (Alike e Jybe) al search (Sky Phrase) al mobile gaming (Loki Studios). Difficile contare tutte le acquisizioni, alcune delle quali peraltro avvengono in sordina e senza riflettori puntati: sicuramente quest’anno sono state più di una ventina.
Ecco l’elenco di tutti gli acquisti.
Da tempo assertore della politica di acquisizioni, anche nel 2013 Google non si è smentito. Quella di cui si è scritto di più riguarda Waze, società israeliana produttrice dell’omonima app per la navigazione Gps che raccoglie dati sul traffico provenienti dagli utenti: BigG l’ha pagata 966 milioni di euro. Complessivamente da gennaio a luglio la Internet company ha effettuato 16 acquisizioni per un totale di spesa di 1,31 miliardi di dollari. Tra le società comprate Makani Power (turbine a vento), Behavio (social prediction) e Wavii (Natural Language Processing). Per queste ha speso in tutto 344 milioni di dollari. La company dimostra anche di credere nell’avveniristica “gesture technology” (la tecnologia che consente di comandare pc e device a distanza, senza neppure il touch) con l’acquisizione di Flutter, che si occupa proprio di questo.
Ci crede anche Apple, che nel 2013 ha comprato per circa 360 milioni di dollari PrimeSense: la società con sede in Israele, focalizzata sulla tecnologia relativa ai sensori 3D, ha creato Kinect, sistema di controllo a distanza dei movimenti. La Mela si è fatta notare anche per l’acquisto di Topsy, società partner di Twitter che alcuni mesi fa ha indicizzato tutti i tweet pubblici mai diffusi, creando un motore di ricerca per accedervi, considerato dagli addetti ai lavori ancora più avanzato dello stesso “Twitter Search”.
A proposito di Twitter, la piattaforma di microblogging che ha debuttato proprio quest’anno in Borsa, ha effettuato una serie di acquisizioni attinenti al suo campo d’azione, da Spindle a Marakana a MoPub, quest’ultima specializzata in annunci pubblicitari.
Facebook ha puntato, tra gli altri, su Atlas (Advertiser Suite), Hot Studio (Design Agency), Onavo (Big Data analysis) e sulla software firm semi-italiana Monoidics.
Quanto ad Amazon, proprio in questi giorni ha finalizzato l’acquisizione della start up GoPago fondata in America da due giovani italiani. Si tratta di un sistema di pagamento cloud-based che consente agli utenti di ordinare e pagare (il pranzo, ma non solo) prima di arrivare al negozio e al commerciante di gestire gli ordini in tempo reale.