Dal 5 maggio si possono presentare le richieste per accedere ai finanziamenti del Fondo Impresa Femminile per le nuove società e dal 24 per il consolidamento di quelle esistenti. Si tratta di una dotazione di 200 milioni di contributi a fondo perduto destinati a sostenere lo sviluppo di startup fondate da donne.
Gli ultimi dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Unioncamere dicono che in Italia le imprese femminili sono oltre 1.34 milioni, ovvero il 22% del totale. La classifica è guidata dalla Lombardia, con oltre 180 mila, ma è degna di nota anche la regione Marche, che con oltre il 27% delle aziende rappresenta l’area italiana a più forte penetrazione femminile.
Sono tante? Sono ancora poche? Di certo c’è che l’imprenditoria femminile è sempre più di qualità. Sta cambiando, infatti, la natura delle imprese a guida femminile, e dai tradizionali settori del commercio e dell’assistenza si sta spostando sempre di più verso i settori tecnologici e innovativi: + 9,13% le imprese a carattere tecnico e scientifico, + 7% le imprese a carattere finanziario.
Le donne entrano, quindi, sempre di più nei settori a maggior valore aggiunto dove sono richieste competenze elevate, e di conseguenza contribuiscono sempre più alla vita economica e sociale del nostro Paese.
Fondo Impresa Femminile, come funziona
In questo quadro si inserisce il Fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile (detto per brevità Fondo Impresa Femminile), ultimo nato del Ministero dello sviluppo economico, con l’obiettivo di sostenere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.
Ma come funziona? Andiamo a conoscerlo meglio.
Innanzitutto va detto che esso è stato istituito con l’Articolo 1 della Legge n. 178 del 30 dicembre 2020 (Legge di bilancio per il 2021).
La norma infatti così recita al comma 97: È istituito, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, il «Fondo a sostegno dell’impresa femminile», con una dotazione di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, destinato al fine di promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, la diffusione dei valori dell’imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile e massimizzare il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese.
Fondo Impresa Femminile, il decreto attuativo
Con successivo Decreto, in particolare con il Decreto interministeriale 30 settembre 2022, sono state disciplinate le modalità di azione del Fondo impresa femminile, al fine di realizzare gli obiettivi, stabiliti dalla legge, di promozione e sostegno all’avvio e al rafforzamento dell’imprenditoria femminile, nonché di sviluppo dei valori imprenditoriali presso la popolazione femminile e di massimizzazione del contributo alla crescita economica e sociale del Paese da parte delle donne.
Il decreto definisce quindi la ripartizione della dotazione finanziaria del Fondo impresa femminile tra le tipologie di interventi previsti, le modalità di attuazione dei predetti interventi, i criteri e i termini per la fruizione delle agevolazioni e le attività di monitoraggio e controllo. Definisce, altresì, i profili gestionali del medesimo Fondo, individuando il soggetto incaricato della gestione degli interventi e le attività ad esso affidate.
Fondo Impresa femminile, chi può chiedere il finanziamento
Il Fondo sostiene le imprese femminili così come definite dalla legge stessa, oltre che in parte – come vedremo a breve – le lavoratrici autonome.
Per impresa femminile si intende l’impresa a prevalente partecipazione femminile, intesa come impresa che, in funzione della tipologia imprenditoriale, presenta le seguenti caratteristiche:
i. la società cooperativa e la società di persone in cui il numero di donne socie rappresenti almeno il 60 per cento dei componenti la compagine sociale;
ii. la società di capitale le cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne;
iii. l’impresa individuale la cui titolare è una donna;
iv. la lavoratrice autonoma.
L’impresa può avere le seguenti forme giuridiche: società di persone, società cooperative (comprese le cooperative sociali di tipo A e B), società di capitali, ditte individuali e attività di libera professione (partita iva senza iscrizione al registro delle imprese).
Per lavoratrice autonoma invece la legge intende la lavoratrice la cui attività è ricompresa nell’ambito dell’articolo 1 della legge 22 maggio 2017, n. 81, ivi inclusa la libera professionista iscritta agli ordini professionali e l’esercente una delle professioni non organizzate in ordini o collegi.
Che cosa finanzia il Fondo
Per l’attuazione degli obiettivi di promozione e sostegno stabiliti dalla legge, gli interventi del Fondo impresa femminile sono articolati nelle seguenti linee di azione:
A) incentivi per la nascita e lo sviluppo delle imprese femminili;
B) incentivi per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili;
C) azioni per la diffusione della cultura e la formazione imprenditoriale femminile.
Fondo Impresa femminile, la nascita di startup fondate da donne
Possono beneficiare delle agevolazioni dedicate a questa linea di azione le imprese femminili con sede legale e/o operativa ubicata su tutto il territorio nazionale, costituite da meno di dodici mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione.
Ai fini dell’accesso alle agevolazioni esse devono:
- essere regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese. Le imprese che non dispongono di una sede legale e/o operativa nel territorio italiano devono essere costituite secondo le norme di diritto civile e commerciale vigenti nello Stato di residenza e iscritte nel relativo registro delle imprese; per i predetti soggetti la disponibilità di almeno una sede sul territorio italiano deve essere dimostrata alla data di richiesta della prima erogazione dell’agevolazione, pena la decadenza dal beneficio;
- essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie;
c) non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non hanno rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
d) aver restituito agevolazioni godute per le quali è stato disposto dal Ministero un ordine di recupero
2. I progetti delle lavoratrici autonome con partita IVA
Le lavoratrici autonome, invece, devono essere in possesso unicamente della partita IVA, aperta da meno di dodici mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, fatti salvi l’avvenuta iscrizione all’ordine professionale di riferimento, ove necessaria per l’esercizio dell’attività professionale interessata. Il possesso dei requisiti deve essere dimostrato alla data di presentazione della domanda.
Possono presentare domanda anche persone fisiche che intendono costituire una impresa femminile.
In tal caso, l’ammissione alle agevolazioni è subordinata alla trasmissione, da parte dei richiedenti, della documentazione necessaria a comprovare l’avvenuta costituzione dell’impresa o, in caso di avvio di attività libero professionali, l’apertura della partita IVA, entro sessanta giorni dalla comunicazione del positivo esito.
Nel caso in cui le predette persone fisiche non dimostrino il possesso dei requisiti nei termini indicati, la domanda di agevolazione è considerata decaduta.
Chi non può chiedere le agevolazioni del Fondo
Non sono, in ogni caso, ammesse alle agevolazioni le imprese femminili nei cui confronti sia stata applicata la sanzione interdittiva, oppure i cui legali rappresentanti o amministratori, alla data di presentazione della domanda, siano stati condannati, con sentenza definitiva o decreto penale di condanna divenuto irrevocabile o sentenza di applicazione della pena su richiesta per i reati che costituiscono motivo di esclusione di un operatore economico dalla partecipazione a una procedura di appalto o concessione ai sensi della normativa in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture vigente alla data di presentazione della domanda, oppure che si trovino in altre condizioni previste dalla legge come causa di incapacità a beneficiare di agevolazioni finanziarie pubbliche o comunque a ciò ostative.
Quale iniziative possono essere finanziate
Sono ammissibili alle agevolazioni tutte le iniziative che prevedono programmi di investimento per la costituzione e l’avvio di una nuova impresa femminile, relative:
a) alla produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli;
b) alla fornitura di servizi, in qualsiasi settore;
c) al commercio e turismo.
Le iniziative devono:
1) essere realizzate entro 24 mesi dalla data di trasmissione del provvedimento di concessione delle agevolazioni controfirmato dall’impresa femminile beneficiaria, con possibilità di proroga se chiesta e adeguatamente motivata.
2) prevedere spese ammissibili non superiori a 250.000,00 euro al netto d’IVA.
L’articolazione dei contributi a fondo perduto
Le agevolazioni assumono la forma del contributo a fondo perduto, secondo la seguente articolazione:
a) per i programmi che prevedono spese ammissibili non superiori a 100.000,00 euro, le agevolazioni sono concesse fino a copertura dell’80% delle spese ammissibili e comunque per un importo massimo del contributo pari a 50.000,00 euro. Per le donne in stato di disoccupazione che avviano una impresa individuale o un’attività di lavoro autonomo, la percentuale massima di copertura delle spese ammissibili è elevata al 90%, fermo restando il limite di importo del contributo di 50.000,00 euro;
b) per i programmi che prevedono spese ammissibili superiori a 100.000,00 euro e fino a 250.000,00 euro, le agevolazioni sono concesse fino a copertura del 50% delle spese ammissibili.
Sono ammissibili alle agevolazioni le spese relative a:
a) immobilizzazioni materiali, con particolare riferimento a impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica, purché coerenti e funzionali all’attività d’impresa, a servizio esclusivo dell’iniziativa agevolata;
b) immobilizzazioni immateriali, necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata;
c) servizi in cloud funzionali ai processi portanti della gestione aziendale;
d) personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato funzionalmente nella realizzazione dell’iniziativa agevolata;
e) esigenze di capitale circolante nel limite del 20% (venti per cento) delle spese complessivamente ritenute ammissibili.
Non sono ammissibili alle agevolazioni le spese riferite a investimenti di mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature e le spese relative a imposte e tasse.
Sono, in ogni caso, ammissibili le sole spese che, in base alla data delle relative fatture o di altro documento giustificativo, risultino sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda di agevolazione ovvero, nel caso di persone fisiche, alla data di costituzione dell’impresa o dell’apertura di partita IVA.
I contributi per il consolidamento delle imprese femminili con più di 12 mesi
Possono beneficiare delle agevolazioni dedicate a quest’altra linea di azione le imprese femminili, con sede legale e/o operativa ubicata su tutto il territorio nazionale, costituite da almeno dodici mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione.
A rilevare è il progetto di imprenditorialità, come si vedrà meglio in seguito, mentre il fatturato annuo e numero di dipendenti donna non sono elementi rilevanti per l’accesso ai finanziamenti.
Ai fini dell’accesso alle agevolazioni, le imprese femminili, alla data di presentazione della domanda, devono comprovare il possesso dei requisiti.
Le lavoratrici autonome devono essere in possesso unicamente della partita IVA, aperta da almeno dodici mesi.
Fondo Imprese Femminili, le iniziative ammissibili con più di 12 mesi
Sono ammissibili alle agevolazioni le iniziative che prevedono programmi di investimento volti allo sviluppo e al consolidamento di imprese femminili nei medesimi settori già esaminati in precedenza. Le iniziative devono:
a) essere realizzate entro ventiquattro mesi dalla data di trasmissione del provvedimento di concessione delle agevolazioni controfirmato dall’impresa femminile beneficiaria, pena la revoca delle agevolazioni concesse. Sulla base di motivata richiesta dell’impresa, il Soggetto gestore può autorizzare una proroga non superiore a sei mesi;
b) prevedere spese ammissibili non superiori a 400.000,00 euro al netto d’IVA.
Agevolazioni concedibili e spese ammissibili
Le agevolazioni sono concesse secondo la seguente articolazione:
a) per le imprese femminili costituite da almeno 12 mesi e da non più di 36 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, le agevolazioni sono concesse per il 50% dell’ammontare complessivo in forma di contributo a fondo perduto e, per il restante 50%, in forma di finanziamento agevolato a un tasso pari a zero, fino a copertura del 80% delle spese ammissibili;
b) per le imprese femminili costituite da oltre 36 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, ferma restando la copertura del 80% delle spese ammissibili, l’articolazione di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato si applica alle sole spese di investimento, mentre le esigenze di capitale circolante sono agevolate nella forma del contributo a fondo perduto.
I finanziamenti agevolati hanno una durata massima di 8 anni; sono a “tasso zero”; sono rimborsati, dopo 12 mesi a decorrere dall’erogazione dell’ultima quota dell’agevolazione, secondo un piano di ammortamento a rate semestrali costanti posticipate, scadenti il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno; non sono assistiti da forme di garanzia, fermo restando che i crediti nascenti dalla ripetizione delle agevolazioni erogate sono, comunque, assistiti da privilegio.
In caso di aiuti concessi ai sensi del regolamento de minimis, qualora l’importo complessivo dell’agevolazione ecceda il massimale di aiuto concedibile, l’importo del contributo a fondo perduto è ridotto al fine di garantirne il rispetto.
Sono ammissibili alle agevolazioni le spese relative a immobilizzazioni materiali, con particolare riferimento a impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica, purché coerenti e funzionali all’attività d’impresa, a servizio esclusivo dell’iniziativa agevolata; immobilizzazioni immateriali, necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata; servizi in cloud funzionali ai processi portanti della gestione aziendale; personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato funzionalmente nella realizzazione dell’iniziativa agevolata; esigenze di capitale circolante, nel rispetto dei limiti previsti.
Contributi per sostenere la cultura dell’imprenditoria femminile e la formazione
Il Fondo per l’impresa femminile, sostiene anche azioni e iniziative per aumentare la cultura dell’imprenditorialità femminile, che saranno definite sulla base di un piano di attività predisposto dal Soggetto gestore e condiviso con il Ministero. Nello specifico saranno iniziative per promuovere il valore dell’imprenditoria femminile nelle scuole e nelle università; iniziative per la diffusione di cultura imprenditoriale tra le donne; iniziative di orientamento e formazione verso percorsi di studio nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche; iniziative di sensibilizzazione verso professioni tipiche dell’economia digitale e azioni di comunicazione per diffondere la cultura femminile d’impresa e promuovere i programmi finanziati ai sensi del presente decreto.
La ripartizione delle risorse finanziarie
La misura dispone di una dotazione finanziaria complessiva pari a circa 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di euro di risorse PNRR e circa 40 milioni di euro (nello specifico 33.800.000,00 milioni di euro), stanziati dalla legge di bilancio 2021.
Tali somme saranno così ripartite:
a) un importo pari a euro 47.000.000,00 milioni è destinato agli interventi per l’avvio di nuove imprese (di cui 8.2 milioni del Fondo e 38.8 milioni del PNRR)
b) un importo pari a euro 146.800.000,00 milioni è destinato agli interventi di sviluppo e consolidamento delle imprese (di cui 25.6 milioni del Fondo e 121,3 del PNRR.
Riserve particolari
1)Il 40% per cento dell’assegnazione di risorse del PNRR è destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
2) il 60% per cento degli 8.2 milioni di euro del Fondo destinate agli interventi per l’avvio di nuove imprese è riservato in favore delle imprese femminili costituite in forma di impresa individuale o di lavoratrice autonoma;
3) il 25% per cento dell’intera dotazione finanziaria è riservata a favore delle micro e piccole imprese.
Come e quando presentare la domanda
È importante sottolineare che le agevolazioni sono concesse sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello e nei limiti delle risorse finanziare precedentemente indicate.
Fondo Imprese femminili, le date di apertura
Le domande di agevolazione, redatte in lingua italiana, devono essere compilate esclusivamente per via elettronica, utilizzando la procedura informatica messa a disposizione nel sito internet del Soggetto gestore, ovvero www.invitalia.it, sezione “Fondo impresa femminile”.
Lo sportello verrà aperto in due fasi successive:
FASE 1: compilazione della domanda di agevolazione.
Sarà possibile a partire dalle ore 10.00 del 5 maggio 2022, per le agevolazioni relative all’avvio di nuove imprese e a partire dalle ore 10.00 del 24 maggio 2022, per gli interventi di sviluppo e consolidamento delle imprese.
In tale fase, l’impresa femminile richiedente può svolgere le seguenti attività:
1) accesso alla procedura informatica
2) immissione delle informazioni e dei dati richiesti per la compilazione della domanda e caricamento dei relativi allegati;
3) generazione del modulo di domanda in formato “pdf” immodificabile, contenente le informazioni e i dati forniti dall’impresa femminile richiedente e apposizione della firma digitale;
4) caricamento della domanda firmata digitalmente e conseguente rilascio del “codice di predisposizione domanda” necessario per la presentazione della stessa.
In questa prima fase il Fondo prevede l’apertura di sportelli online e l’attivazione di azioni di accompagnamento, formazione e valorizzazione della cultura imprenditoriale delle donne. Le proponenti possono – come per la precedente linea di azione – richiedere, al momento della compilazione della domanda, anche il servizio di assistenza tecnico-gestionale che comprende un tutoraggio per accompagnare le imprese nell’utilizzo delle agevolazioni, supportarle nel predisporre le richieste di erogazione del finanziamento o altra documentazione di progetto, e trasferire competenze specialistiche, mediante incontri online o in presenza che verranno pianificati insieme al tutor. E’ previsto anche un voucher di 2 mila euro da utilizzare a copertura del 50% del costo sostenuto dalle imprese per l’acquisto di servizi di marketing o comunicazione strategica del valore minimo di 4 mila euro.
FASE 2: presentazione della domanda di agevolazione
Sarà possibile a partire dalle ore 10.00 del 19 maggio 2022, per le agevolazioni relative all’avvio di nuove imprese e a partire dalle ore 10.00 del 7 giugno 2022, per gli interventi di sviluppo e consolidamento delle imprese.
In tale fase, sono previste le seguenti attività:
1) accesso dell’impresa femminile richiedente alla procedura informatica, effettuato dal medesimo soggetto che ha effettuato la fase 1 di compilazione della domanda
2) inserimento, da parte dell’impresa richiedente, ai fini della formale presentazione della domanda di agevolazione, del “codice di predisposizione domanda”;
3) rilascio dell’attestazione di avvenuta presentazione della domanda, in formato “pdf” immodificabile, da parte della procedura informatica, con indicazione della data e dell’orario di trasmissione telematico della stessa domanda.
Informazioni per la compilazione e criteri di valutazione per l’agevolazione
Per accedere alla piattaforma è necessario essere in possesso di una identità digitale(SPID, CNS, CIE). Inoltre, è importante disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) del legale rappresentante delle società già costituita al momento della presentazione, oppure della persona fisica in qualità di socio o soggetto referente della società costituenda.
In fase di compilazione, la piattaforma effettuerà alcuni controlli automatici con il Registro delle imprese che permetteranno una veloce segnalazione di eventuali informazioni da aggiornare o rettificare per presentare la domanda in modo corretto.
Le domande di agevolazione dovranno essere complete anche del progetto imprenditoriale contenente il profilo dell’impresa femminile richiedente, la descrizione dell’attività proposta, l’analisi del mercato di riferimento e le relative strategie, gli aspetti tecnico-produttivi ed organizzativi e quelli economico finanziari. In apposita sezione sono descritti, altresì, i contenuti finalizzati alla verifica relativa all’eventuale qualificazione dell’iniziativa come progetto ad alta tecnologia e gli eventuali contenuti digitali dell’iniziativa ai fini dell’eventuale qualificazione del programma come progetto per la transizione digitale.
Le domande di agevolazione sono valutate dal Soggetto gestore secondo l’ordine cronologico di presentazione, sulla base della data e dell’orario di invio telematico
Nella valutazione della domanda, il Soggetto gestore procede alla verifica della sussistenza dei requisiti per l’accesso.
In caso di esito positivo delle verifiche si prosegue nell’esame di merito dell’iniziativa attraverso i criteri di valutazione stabiliti nell’allegato n. 1 del Decreto Direttoriale 30.03.2022, ove è riportata l’articolazione dettagliata dei suddetti criteri di valutazione in parametri, con indicazione dei punteggi assegnabili ai progetti imprenditoriali, delle soglie minime per l’accesso alle agevolazioni e del punteggio aggiuntivo in favore dei progetti ad alta tecnologia. Il medesimo allegato individua, altresì, la maggiorazione del punteggio aggiuntivo attribuita ai progetti ad alta tecnologia che si qualificano ulteriormente come progetti per la transizione digitale.
L’esame di merito è effettuato dal Soggetto gestore sulla base delle informazioni rese nella domanda di agevolazione e nei relativi allegati e di un colloquio di valutazione con l’impresa femminile richiedente.
Le agevolazioni sono erogate, su richiesta dell’impresa femminile beneficiaria, in non più di due stati di avanzamento lavori (SAL), secondo le indicazioni e le condizioni riportate nell’allegato n. 2 dello stesso Decreto Direttoriale.
Naturalmente l’erogazione del SAL è subordinata sia alla verifica della documentazione attestante l’avanzamento dei progetti sia ad un sopralluogo di monitoraggio degli investimenti realizzati e delle spese sostenute finalizzato a verificare la realizzazione, l’organicità e la funzionalità del programma degli investimenti nonché il regolare avvio dell’attività.
Qualora tutto questo abbia esito negativo l’erogazione è sospesa. Naturalmente la sospensione può essere temporanea o parziale, nelle more di una azione correttiva.
Quando vengono revocate le agevolazioni
Le agevolazioni sono, invece, revocate dal soggetto gestore qualora:
a) l’impresa beneficiaria perda la qualificazione di impresa femminile prima che siano decorsi tre anni dal completamento dell’iniziativa;
b) sia verificata l’assenza o il venir meno di uno o più requisiti dell’impresa beneficiaria, ovvero la documentazione prodotta risulti incompleta o irregolare per fatti imputabili alla stessa impresa beneficiaria e non sanabili;
c) l’impresa beneficiaria non porti a conclusione l’iniziativa ammessa alle agevolazioni entro il prescritto termine di ultimazione di ventiquattro mesi, o entro il maggior termine previsto in caso di proroga, dalla data del perfezionamento del provvedimento di concessione, salvo i casi in cui il Soggetto gestore accerti che il ritardo derivi da fatti o atti non imputabili all’impresa;
d) l’impresa beneficiaria trasferisca altrove, alieni o destini ad usi diversi da quelli previsti le immobilizzazioni materiali o immateriali oggetto dell’agevolazione prima che siano decorsi tre anni dal completamento dell’iniziativa;
e) l’impresa beneficiaria cessi volontariamente, alieni o conceda in locazione o trasferisca l’attività, prima che siano trascorsi tre anni dal completamento dell’iniziativa;
f) si verifichi il fallimento, la messa in liquidazione o l’avvio di procedure concorsuali con finalità di liquidazione dell’impresa beneficiaria prima che siano decorsi tre anni dal completamento dell’iniziativa;
g) l’impresa beneficiaria non consenta i controlli del Soggetto gestore sulla realizzazione del programma di spesa ovvero in caso di esito negativo dei controlli;
h) l’impresa beneficiaria non adempia agli obblighi di monitoraggio;
i) si verifichino variazioni che il Soggetto gestore valuti non compatibili con il mantenimento delle agevolazioni;
l) l’impresa violi il principio DNSH ovvero il principio di non arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali (“Do no significant harm”);
m) sia riscontrato il superamento dei limiti di cumulo delle agevolazioni ovvero la violazione del divieto di doppio finanziamento.
In questi casi il beneficio è revocato definitivamente, con obbligo di restituzione.