Incubatori

012 Factory, il laboratorio di idee per fare startup al Sud

La struttura di Caserta accoglie progetti di tutti i tipi, dalla piattaforma di smart wedding all’organizzazione di banchetti medievali, e crea le condizioni per fare emergere le imprese innovative. Il modello funziona e ora viene replicato in Calabria e UK. I risultati della seconda edizione dell’Academy

Pubblicato il 08 Feb 2016

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La missione più comune degli incubatori è quella di aiutare le idee innovative a trasformarsi in aziende capaci di affrontare i mercati. Ma ci sono alcuni territori in cui questo passaggio arriva solo dopo. Prima bisogna creare le condizioni per cui le idee innovative possano nascere. Ed è questo l’obiettivo prioritario che si è prefissato uno degli incubatori più singolari d’Italia: 012 Factory, una fucina di imprese nata due anni fa a Caserta che sta portando la cultura dell’imprenditoria innovativa in una zona in cui sono ancora pochi a sapere cosa significa fare startup.

La struttura, che si trova proprio di fronte alla Reggia borbonica, è nata dall’idea, autofinanziata, di sette imprenditori (Sebastian Caputo, Paolo Conte, Pietro Nardi, Gianluca Abbruzzese, Enrico Vellante, Luigi Abbruzzese e Fabrizio Lapiello). Dal maggio del 2014 a oggi ha lanciato due edizioni dell’Academy, un percorso di formazione imprenditoriale gratuito di sei mesi che, a metà tra una scuola e un programma di accelerazione, dà strumenti di base a chi vuole misurarsi con l’imprenditoria anche partendo da una semplice idea di business.

Per la seconda edizione ci sono stati 110 candidati e sono state selezionate 30 persone che si sono aggregate durante il percorso in 8 startup anche abbandonando, in alcuni casi, il loro progetto iniziale. Gli otto team finalisti (che cedono a 012 Factory il 5% del proprio capitale) si sono contesi il premio da 20 mila euro – 10 mila in contanti e 10 mila in servizi – messo in palio durante la finale dello scorso 8 febbraio.

La startup vincitrice (che cede il 10% di equity), fondata dal fisico umbro Sandro Bovelli, è Sentetic, una piattaforma digitale di machine learning che riesce a prevedere le probabilità di guasti e di anomalie dei macchinari industriali analizzando in tempo reale i dati di funzionamento.

Ma al di là del percorso che farà chi ha vinto, la sensazione è che qui sia nato un modello a cui dovrebbero guardare con attenzione anche altre realtà che vogliono usare le startup come grimaldello sociale per far progredire territori più “lenti” dal punto di vista economico oppure messi in difficoltà da situazioni di degrado o di criminalità.

Così, capita che a 012 Factory, accanto a startup digitali come Shoppevole, che ha creato un portale per organizzare il matrimonio e recuperare una piccola parte dei soldi spesi per le nozze, e Angelino, che ha ideato una piattaforma per agevolare l’apprendimento in ragazzi con dislessia, si trovino team che si concentrano sulla pura manifattura, come Canapella, i cui fondatori hanno inventato un tipo di pasta ipocalorica a base di farina di canapa e altre farine vegetali biologiche (teff, semola, polvere di moringa) ricche di fibre.

E chi si aspetta di trovare solo giovani rimarrebbe stupito nel vedere che lo “startupper” più ben voluto da tutti i partecipanti all’Academy è Gennaro, un pensionato che ha lanciato il progetto Convivi storici per organizzare in castelli, ristoranti o case private eventi gastronomici ispirati alla cucina e alla cultura del Medioevo. Forse non esattamente una startup nel senso proprio del termine, ma di certo un messaggio chiaro a tutta la comunità e a tutta la zona: chi ha voglia di intraprendere e di farsi contaminare dallo spirito di questo luogo è ben accetto e può giocarsi le proprie carte a prescindere dall’età e dal livello di innovazione tecnologica della propria idea.

In una terra come la Campania, dove nella giunta De Luca c’è il primo assessore con “delega alle startup e all’innovazione”, Valeria Fascione, e dove le nuove imprese innovative sono 307 (il 6% del totale), sembra che fare startup significhi soprattutto mettersi in gioco, abbandonare una mentalità rassegnata in favore di una aperta ai cambiamenti.

E se alcune delle neoimprese di 012 Factory arrivate in finale, così come sono al momento, non sembrano avere molte chance di crescere e di affermarsi, importa poco: è probabile che i fondatori dei team più “deboli” si sentano già pronti per fallire, comprendere gli errori e ripartire con slancio ancora maggiore. La funzione dell’incubatore, qui, è soprattutto quella di formare una mentalità aperta alla sfida. Di funzionare come un enzima per le potenzialità imprenditoriali della zona, ma non solo, visto che almeno un paio di team hanno componenti che provengono da altre regioni d’Italia come Toscana e Umbria.

Stesso discorso anche per la qualità del percorso di formazione, che sta crescendo ma che dovrebbe ancora fare passi avanti per competere con altre realtà. In ogni caso, nel 2015, al termine della prima edizione dell’Academy, le startup con un progetto degno di attenzione da parte di investitori erano rarissime. Un anno dopo, la qualità media delle neoimprese è salita e almeno quattro su otto dei progetti arrivati in finale può serenamente aspirare – come riferiscono gli stessi investitori presenti nella giuria del contest – a un finanziamento da parte di un business angel.

Il concetto per il quale le persone contano più delle idee e delle aziende, così ricorrente nei convegni e così infrequente nella realtà dell’ecosistema italiano, qui sembra valere davvero. Per esempio, uno dei progetti incubati a Caserta, House of Pub (piattaforma per organizzare visioni collettive di eventi televisivi), ha tra i suoi ideatori un ragazzo, Giovanni Pellitteri arrivato a 012 Factory dalla Sicilia per creare un’altra startup, Crowd4City, in gara nell’edizione del 2015. E l’idea è nata chiacchierando con startupper dedicati ad altri progetti: “dove possiamo vederci la partita di calcio stasera in tv?”. Da un progetto all’altro, contaminandosi nel vero senso della parola e non solo perché il termine “contaminazione” fa bella figura quando si parla di innovazione. Con lo stesso spirito, in Calabria, a Rende sta aprendo 012 Calabria, una “figlia” di 012 Factory. E a breve vedrà la luce anche l’avamposto internazionale: 012 UK, con sede a Bristol. Il modello comincia a essere replicato.

Disclaimer: l’autore dell’articolo faceva parte della giuria di Caserta Innovation Award 2016, l’evento di premiazione dell’Academy di 012 Factory

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