NEGOZI DEL FUTURO

Visite virtuali a negozi, musei, immobili: l’idea della startup greca VitrinaBox (che collabora con Ikea)

Fondata da Nikolas Sopilis dopo un viaggio in Europa, consente alle aziende di creare percorsi interattivi che rispecchiano l’esperienza tradizionale. Ha collaborato al primo negozio digitale di Ikea. Dopo l’inizio nel retail, ora VitrinaBox lavora anche per concessionari auto, musei, agenzie immobiliari

Pubblicato il 26 Mar 2021

Nicola Sopilis, Vitrina Box

Visite virtuali a negozi, musei, hotel e attrazioni: è questo il futuro dell’intrattenimento? La pandemia di Covid-19 ha reso necessario evitare i contatti sociali non essenziali, costringendo molte attività commerciali a chiudere le proprie location fisiche e spostare tutte le operazioni online. Un processo non facile, specialmente se imposto da una questione di necessità e non di reale strategia aziendale.

In questo contesto la piattaforma virtuale di VitrinaBox può essere un alleato vincente: la startup greca, attiva già da quattro anni, permette infatti di digitalizzare le visite tradizionali a diverse location, dai negozi ai concessionari fino ai grandi musei, per offrire esperienze interattive e fruibili in qualsiasi momento e da qualsiasi parte del mondo.

Tra i tanti partner della startup troviamo anche Ikea, che grazie a VitrinaBox ha realizzato il suo primo negozio digitale in Italia. Per capire come funziona la piattaforma e quali sono i vantaggi delle visite virtuali abbiamo parlato con Nikolas Sopilis, founder di VitrinaBox.

Le visite immersive di VitrinaBox

L’idea per VitrinaBox nasce nel 2011, quando Sopilis era in viaggio per l’Europa e sognava di trasformare ogni luogo visitato in un’applicazione digitale da condividere con amici e familiari. Dopo anni di progetti e studi, la startup è stata fondata nel 2016 e ha ricevuto il primo seed-round di finanziamenti l’anno successivo.

Inizialmente, VitrinaBox è stata pensata per il mondo del retail: grazie alla sua piattaforma, le aziende o i proprietari di negozi fisici possono infatti digitalizzare l’esperienza degli utenti, scattando fotografie agli ambienti e ai singoli prodotti per creare percorsi interattivi che rispecchiano l’esperienza tradizionale di acquisto.

In più, grazie alla tecnologia, i clienti interessati possono cliccare direttamente sui prodotti in esposizione, leggerne tutte le caratteristiche ed eventualmente essere reindirizzati al sito di e-commerce per completare l’acquisto.

Anche grazie alla spinta innovativa causata dalla pandemia di nuovo coronavirus, nel corso degli ultimi mesi VitrinaBox ha ampliato il proprio catalogo: “Prima del Covid-19 la maggior parte dei nostri clienti arrivavano dal mondo del retail, ma ora guardiamo anche ad altri settori come concessionari, musei, o agenzie immobiliari”.

Si sono appoggiati a VitrinaBox, ad esempio, il Museo della tecnologia nella Grecia antica di Katakolo, ma anche l’hotel Crowne Plaza di Atene e una serie di rivenditori Peugeot che, in questo modo, possono presentare al pubblico i propri ambienti e prodotti, anche nei periodi di lockdown.

In Italia, Ikea si è rivolta a VitrinaBox per attivare il suo primo negozio virtuale, con ambienti esplorabili a 360 gradi da cui è impossibile informarsi e fare acquisti.

In Italia il primo negozio digitale Ikea: come sarà e le differenze con l’e-commerce

I vantaggi del modello digital

Secondo Sopilis, “i tour virtuali rappresentano il futuro del retail, dell’ospitalità, del turismo e del mondo immobiliare”. I punti di forza elencati dal founder della startup sono tanti. Per prima cosa, il tempo risparmiato: “Le visite digitali eliminano i tempi normalmente necessari per viaggiare, mentre diventa possibile spostarsi tra le vetrine in Grecia, negli Stati Uniti o in Cina nel giro di pochi minuti”. Gli spazi, inoltre, diventano visitabili 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

Importanti, poi, sono le funzionalità di servizio ai clienti: mentre si visita l’ambiente è infatti possibile visualizzare i dettagli dei singoli elementi esposti, comparare diverse opzioni e parlare con un operatore dedicato. Un aiuto sia per gli utenti che per le aziende, che possono così migliorare i livelli di engagement e rendere più immersiva l’esperienza di visita online.

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Laura Loguercio
Laura Loguercio

Primo ho studiato Filosofia, poi ho scoperto il mondo del digitale. Scrivo di società, ma con un occhio per l’innovazione.

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