Tra le sette piattaforme scelte da Instagram in tutto il mondo per abilitare piccole e medie imprese a vendere prodotti direttamente dal social network c’è anche un’italiana, Storeden.
A marzo scorso l’azienda nata nel 2010 e oggi di proprietà di Facebook ha infatti annunciato Checkout Instagram, che offre la possibilità di acquistare prodotti direttamente dall’app del social network senza mai uscire dall’applicazione. Per ora è in fase di test in versione beta con 25 brand, tra cui Adidas, Burberry, Dior, MAC Cosmetics, Prada, Warby Parkee eUniqlo. Tra questi Adidas ha dichiarato che Checkout sta già producendo risultati: nel primo trimestre del 2019 le vendite online sono cresciute del 40% anno su anno. La società attribuisce ampiamente la crescita a Checkout.
Vendere su Instagram: quali vantaggi (e svantaggi) con il nuovo e-commerce Checkout
La notizia del lancio della nuova funzionalità di Instagram ha suscitato grande attenzione nel mondo del retail. Da tempo sempre più aziende si stanno interessando a questo tipo di strumento di direct-marketing grazie al quale è possibile creare post su cui è presente il tasto “purchase”, che permette agli utenti di acquistare il prodotto sponsorizzato con rapidità e facilità.
In questo momento Instagram ha concesso di implementare la funzione soltanto a sette piattaforme in tutto il mondo:
- Shopify
- BigCommerce
- WooCommerce
- Magento.
- 3d Cart.
- OpenCart.
- StoreDen.
Storeden è appunto la sola società italiana, e anche l’unica europea. Vediamo come è nata e che cosa fa.
Che cosa fa Storeden
Storeden è un servizio che consente di creare il proprio e-commerce in autonomia e di poter vendere i propri prodotti su diverse piattaforme, tra cui Amazon, eBay, Facebook e ora anche Instagram. L’amministratore è Francesco D’Avella, che ha fondato la società nel 2013 a Villorba, in Veneto, e che ora spiega: “Abbiamo studiato e sviluppato molti anni per realizzare un software pronto all’uso. Storeden si adatta facilmente a tutti coloro che intraprendono la loro prima esperienza di vendita online. Attraverso una rete di partner certificati, ad oggi oltre 100 agenzie in territorio nazionale, è possibile affidare le attività di marketing e lo sviluppo di funzioni personalizzate, soddisfacendo anche le richieste dei clienti più esigenti che fatturano online svariati milioni di euro”.
Il founder di Storeden prosegue: “Quando l’abbiamo pensata e realizzata avevamo sempre una domanda in testa: come possiamo aiutare i nostri clienti a vendere di più? Da qui, l’idea di essere non solo tecnologia ma anche strumento di marketing. La nostra convinzione è di creare uno strumento in grado di vendere su più canali contemporaneamente, aumentando in modo esponenziale le possibilità di commercio”.
Come Storeden ha conquistato Instagram
“Sicuramente – continua Francesco D’Avella – ci riempie di orgoglio essere la prima realtà europea abilitata alla vendita su Instagram e, in generale, sul sistema Facebook. I marketplace e i canali social, più che competitor della piccola e media impresa, sono per noi uno strumento per aumentare vendite e visibilità”.
Di fatto, grazie alla piattaforma di foto e video-sharing posseduta da Facebook, la startup veneta è arrivata a competere con colossi provenienti da altri paesi. Come se l’è cavata? “Ignorando che ci sia una competizione” risponde il CEO. “Da sempre in Projectmoon, l’azienda che produce Storeden, ci siamo tenuti lontani da investitori e finanziamenti, abbiamo sempre lavorato concentrandoci sul prodotto e sul rendere soddisfatti e felici i clienti. Non avendo investitori istituzionali con il fiato sul collo, abbiamo potuto focalizzarci su quello che realmente interessa ai nostri clienti, che per noi rappresentano i nostri reali investitori. Spesso ci si scorda di quanto potente e virale possa essere il passaparola. Nel mio pensiero, centinaia di clienti e partners soddisfatti valgono molto di più di grossi investimenti pubblicitari. Lasciamo usare ai nostri competitor il nostro nome per pubblicizzarsi nei motori di ricerca e noi continuiamo a fare quello che ci riesce meglio, investendo tutto quello che abbiamo nel software”.