Esiste una connessione tra mobilità urbana e crescita dell’ecommerce? La risposta è sì. Perché per capire come si muove una città, non si può prescindere dal considerare la logistica, ovvero lo spostamento delle merci. Fenomeno da non sottovalutare, in continua crescita, e direttamente collegato all’incremento del commercio online. Basti considerare un dato: nel 2016 gli addetti alla logistica sono cresciuti dell’11% rispetto al 2015. E non è escluso che il motivo di tale incremento sia riconducibile alla possibilità che ognuno di noi ha di fare acquisti in rete in qualsiasi momento.
Se è vero che ogni città ha caratteristiche e bisogni di mobilità differenti, è anche vero che alcune amministrazioni locali hanno recepito la possibilità di accrescere le potenzialità e il benessere delle città, implementando soluzioni integrate sostenibili per il trasporto pubblico locale, nonché innovativi sistemi di gestione della logistica urbana. Attorno a questi temi si è sviluppato il panel “Smart mobility & logistics: mobilità intelligente per le merci e le persone”, realizzato all’interno di IcityLab2017, l’evento di Fpa che si è tenuto il 24/25 ottobre a Milano sul tema delle città sostenibili.
Parlare di #mobilità urbana significa anche parlare di spostamento merci, settore legato a #ecommerce che vale 23mld #Icitylab2017 pic.twitter.com/aMU0h1BgOI
— EconomyUp (@EconomyUp) 25 ottobre 2017
Dando uno sguardo ai dati, Riccardo Mangiaracina Responsabile scientifico dell’Osservatorio ecommerce B2c del Politecnico di Milano, ha mostrato come la domanda legata al commercio online in Italia nel 2017 abbia raggiunto un valore di oltre 23 miliardi di euro, confermando il trend di crescita degli anni passati. Una crescita che non regge però ancora il confronto con i maggiori paesi europei. Per capirci: in Gran Bretagna la penetrazione dell’online sugli acquisti retail è del 19%, negli Usa del 15%, in Germania del 14% (così come in Cina), in Francia del 12%, mentre in Italia solo del 6%.
Cosa significano questi dati? Che la voglia di acquistare online da parte degli italiani è crescente, e potrebbe aumentare in futuro. Anche sull’onda delle nascita di sempre nuovi servizi di ecommerce. In questo senso i giganti del settore punteranno sempre di più a garantirsi un posto di primo piano nel campo della logistica: come riporta il Sole 24 Ore, lo stesso Amazon si sta muovendo in modo nuovo, puntando su una rete di service provider autonomi che ruotano intorno ad hub aggiuntivi, pensati proprio per le consegne urbane. Luca Bedin, capo di Volkswagen veicoli commerciali, ha detto al quotidiano economico: «le grandi aziende di trasporto che lavorano per la grande distribuzione stanno ampliando la loro rete con furgoni per andare incontro alla domanda crescente di consegne a domicilio».
Secondo @arturoiannotti @PosteNews frammentazione delle consegne rappresenta partita con rischi e opportunità per la logistica #icitylab2017 pic.twitter.com/xgUdgEZVdh
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E chi si sta muovendo in questa direzione è anche Poste Italiane. Arturo Iannotti, responsabile Market&Competitive intelligence di Poste Italiane, ha mostrato il modo in cui il Gruppo sta potenziando la flotta nell’ottica di spostamenti e consegne, realizzati all’interno delle cosiddette smart city. Per dare qualche numero, nel 2016 Poste ha impiegato 4mila veicoli ad alimentazione alternativa (+45% sul 2015) e oltre 10mila nuovi motocicli a basso impatto ambientale. Anche se vera novità riguarda la futura installazione di 400 locker in città (punti di consegna diversi dagli uffici tradizionali), con l’obiettivo di ridurre costi e tempi di consegna, evitando congestioni e ottimizzando i percorsi urbani.
Anche perché, come evidenziato da Mario Bagliani, Senior Partner di Consorzio Netcomm, la “city logistics” del futuro sarà un concentrato di punti di ritiro cittadini, sistemi IoT e applicazioni per monitorare gli spostamenti delle merci.
Punti di ritiro in città, sistemi #IoT e #app per monitorare gli spostamenti delle merci, così sarà la #citylogistics #icitylab2017 pic.twitter.com/Hk0CofDNgf
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